Titolo: Il mercante di libri maledetti
Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton Compton
Anno: 2011
Il doppio premio al romanzo d’esordio di Marcello Simoni è dovuto alla somma di due meriti: quello di aver scritto un romanzo d’avventura, di fantasia e di viaggio – componenti tutte essenziali per evocare lo spirito di Salgari – in una sintesi che rende l’opera gradevole al grande pubblico delle librerie tradizionali, del mercato virtuale degli e-booK o dell’artigianale “Bancarella”.
A proposito del Bancarella, ricordo ancora un paio di estati negli anni settanta a Viareggio: quando adolescente, mi aggiravo tra baracchini di librai e bancarelle colorate da fascette gialle che annunciavano il premio, sul lungomare celebre tanto per il Carnevale quanto per la ‘movida’ italiana.
Ma, bando alla nostalgia, non divago oltre con i miei ricordi e passo in medias res, anticipandovi:
I personaggi del romanzo
Tanti, sono davvero tanti. Nel finale l’elevato numero si riduce a causa di uccisioni e grazie a un paio di sorprese nell’identificazione dei mandanti. Qui segnalo soltanto i principali attori, senza rispettare l’ordine di apparizione e senza pretesa di esaurirli.
Vivien de Narbonne: monaco in odore di negromanzia, è il depositario del libro “Uter ventorum”, che provvede a smembrare in quattro parti con l’intento di difenderne il segreto.
Ignazio da Toledo: è il protagonista assoluto con due fidi seguaci (il francese Willalme, riscattato dalla schiavitù, e il giovane converso Uberto, “ottimo amanuense”). Ignazio l’ispanico è mercante di reliquie, ma è “uomo razionale e curioso, sempre in bilico fra il mondo dei laici e quello dei chierici”. “Le sue azioni nascondevano sempre un secondo fine”.
Uno stuolo di monaci: come l’abate Maynulfo da Silvacandida, probabilmente assassinato, o il suo ambiguo successore Rainerio da San Donnino. E il misterioso, spettrale Scipio Lazarus, frate dal volto orribilmente sfregiato.
I membri della Saint-Vehme: una setta disposta a tutto pur di intercettare il libro misterioso. Di essa fanno parte Dominus, capo violento che sole indossare una maschera rossa, e il suo vassallo, il boemo Slawnik.
Due nobili: il conte Enrico Scalò, amico del doge e frequentatore di bordelli, orribilmente giustiziato dopo una tortura crudele; e il conte Dodiko, inviato per proteggere Ignazio …
L’oggetto della ricerca di Ignazio e di tutti gli inseguitori che si porta appresso.
Il libro misterioso, Uter Ventorum o Otre dei venti, è lo strumento per realizzare un fine molto ambito (possibile?): evocare gli angeli “disposti a rivelare i segreti dei poteri celesti”. Ma non pensate ai soliti Michele, Gabriele e Raffaele, perché le creature alate sono quelle del libro di Enoch.
Il libro è stato suddiviso in quattro frammenti, ciascuno custodito in un luogo designato da un crittogramma. Per individuare i nascondigli, occorre risolvere quattro coppie di indovinelli.
Il primo elemento del libro è un tatuaggio, asportabile come può esserlo (!) un tatuaggio marchiato a fuoco sulla pelle. Si riferisce all’angelo Temel, colui che insegnò l’astrologia e che viene rappresentato in mezzo ai segni zodiacali.
Il secondo pezzo è una combinazione di nove caselle contenenti lettere ebraiche da trasformare in numeri arabi attraverso la ghimatriah. L’angelo di riferimento è Kobabel, che insegnò la lettura degli astri.
Il terzo frammento è un segnalibro di cuoio inciso, da leggere con tecnica cartaginese per ottenere un encolpio, possibilmente assumendo la portentosa haoma. L’angelo è Amezarak, maestro delle virtù delle radici.
Dulcis in fundo, il collage è completato da una pergamena custodita nella basilica di San Saturnino a Tolosa, che rivela gli incantesimi dell’angelo Armaros
Se dopo questo sunto non avrete capito nulla – perché magari non sapete cos’è un encolpio o, pur esperti di sostanze psicoattive, non conoscete le virtù della haoma – non disperate: il romanzo di Marcello Simoni spiega tutto e, leggendolo, potrete addirittura verificare se l’evocazione degli angeli riesce. O se piuttosto, Ignazio da Toledo dovrà “accontentarsi” di raggiungere un traguardo più terreno, ma parimenti gratificante.
Genere e stile narrativo
Io non so se il romanzo rientra nel genere storico, nel thriller o nel fantasy. O se è un geniale ibrido di queste categorie. So che lo stile di Marcello è limpido, colto, pieno di belle descrizioni paesaggistiche. E di atmosfere. Un esempio? “Tutto taceva intorno alla basilica di san Marco. Sulle mura dell’attiguo castello del doge le fiaccole danzavano fatue. Un’aria pesante, gravida di salsedine, spirava sulla piazza.”
La narrazione è veloce, serrata, con sapienti impennate nella tensione. Tutti ingredienti che apprezza il lettore in astratto e, in concreto, …
… Bruno Elpis Articoli correlati: Recensione de Il mercante dei libri maledetti Voto i-LIBRI: