Il mercato dei videogiochi [Infografica]

Il mondo sta cambiando. La rivoluzione digitale ha investito qualsiasi settore merceologico al punto da stravolgere ogni tipo di certezza. Anche il mercato dei videogiochi non è rimasto incolume anche se, almeno secondo i dati forniti da statista.com nell’infografica Video Games: an industry in transition, le previsioni di molti si sono scontrate con la realtà dei fatti. Negli ultimi tempi infatti molti esperti del settore si sono pronunciati in maniera pessimistica riguardo le sorti e la tenuta dei giochi da console.

Le vendite “fisiche” rappresentano ancora il nocciolo duro degli introiti dell’industria software nonostante la crescita repentina della distribuzione digitale.Per quanto riguarda il territorio statunitense le console restano i device più utilizzati per giocare. Nei prossimi anni ci si aspetta comunque il boom del mobile gaming. Nello specifico le previsioni parlano di oltre 150 milioni di utenti già a partire dal 2015.

Una crescita determinata innanzitutto dalla tipologia dei giocatori e dal cambiamento delle loro necessità. I giocatori casuali infatti a differenza del game tradizionale è orientato verso giochi low cost disponibili in mobilità e che non richiedano un coinvolgimento, emotivo e temporale, eccessivo. Cambiano le abitudini e cambiano anche le preferenze di gioco.

Per quanto riguarda i giochi flash online tra i giocatori americani la fanno da padrone (42%) puzzle game e giochi di carte seguiti con il 25% da giochi di azione, strategia e giochi di ruolo.

Come dicevamo il mercato e le vendite sono ancora trainate dai giocatori tradizionali. A supporto un dato inconfutabile. Per quanto negli ultimi anni un flash game come Angry Birds abbia raggiunto una popolarità straordinaria in termini di introiti i numeri sono ancora dalla parte dei videogiochi tradizionali. Basti pensare che Rovio (produttrice di ANgry Birds) ha ottenuto introiti per 106 milioni di dollari nel 2011, Call of Duty: Modern Warfare 3 ha registrato un miliardo di vendite a soli 16 giorni dall’uscita. Una bella differenza non pensate?