Due incontri a cura del Fondo Librario di Poesia di Morlupo RM
“Bisogna lasciare lo spazio alle cose. Il verbo non è l’essere, è forse questo che salva la poesia. Il poeta viene considerato tale anche se lavora all’Olivetti … Non è che la società richieda poeti attraverso annunci sui giornali. Lo “status” sociale dell’essere poeta non dipende da una merce qualsiasi ma dalla parola prestabilita che il poeta usa come merce particolarissima, la quale viene valorizzata sempre a posteriori da un mercato dell’ideologia”. Vittorio Reta
- Martedì 7 gennaio ore 18 il circolo dei lettori di poesia del Fondo Librario di Morlupo si riunisce presso il Centro Libellula. Letture dai testi di Patrizia Vicinelli e Vittorio Reta
- Sabato 11 gennaio ore 18 terzo incontro del Ciclo Modus Vivendi “Un tè con Emily Dickinson” una possibile lettura biografica e psicologica della figura di Emily Dickinson a cura di Rita Martani e Viviana Scarinci
Il Centro Libellula inizierà le attività culturali del 2014 sotto il segno della poesia con due incontri a cura del Fondo Librario di Poesia di Morlupo. Il circolo dei lettori martedì 7 gennaio alle 18,00 si riunirà come ormai di consueto, per condividere letture di poesia. Questo mese saranno letti alcuni brani tratti dalle opere di Patrizia Vicinelli (1943-1991) figura di spicco della poesia di avanguardia, performer di altissimo livello che si dedicò anche al cinema underground e alle arti visive. Attraverso una pratica di vita totalmente al di fuori degli schemi, l’esperienza artistica e esistenziale di Patrizia Vicinelli evidenzia ora più mai la matrice di un rigore antideologico concretamente capace di una poesia delle cose tanto trascendente quanto antimetafisica, come sottolinea Guido Guglielmi “La Vicinelli si incontra incontrando la fisicità delle cose. L’apertura al mondo è apertura su se stessa” . Tra le molte opere prodotte da Vicinelli uno dei testi su cui porremo l’attenzione è un’insolita versione della favola di Cenerentola. Detenuta a Rebibia tra il 77 e il 78 Vicinelli compose e mise in scena nell’ambito carcerario Cenerentola una pièce teatrale di cui fu anche regista, che coinvolgeva le detenute in un radicale stravolgimento dell’identità femminile attraverso la riscrittura di una delle favole più note, e narrata soprattutto alle bambine. L’altro poeta cui è dedicato l’incontro del 7 gennaio è Vittorio Reta (1947-1977) il cui unico libro costituisce un documento di rara originalità in nessun modo paragonabile a scritture poetiche di epoche precedenti o successive. Il libro dedicato esplicitamente a Patrizia Vicinelli, che Reta frequentò per un periodo, è la manifestazione attraverso la poesia della necessità di un radicale scardinamento rispetto al “ruolo” che a volte il poeta crede di accondiscendere nei confronti della società e del reale “La poesia non è un’ontologia ma una funzione. Per questo ogni ponte tra parola e cosa è crollato. La lingua in quanto rappresentazione della realtà, è una macchina che non funziona”. Nel 1977 Vittorio Reta concluse volontariamente la sua esistenza avendo pubblicato soltanto le poesie di Visas per l’editore Feltrinelli.
Sabato 11 gennaio alle 18,00 è previsto l’altro appuntamento che il Centro Libellula dedica alla poesia. L’incontro a cura del Fondo Librario di Poesia e di Rita Martani, psicoterapeuta, riguarda la figura della poetessa americana Emily Dickinson. Si tratta del terzo appuntamento di un ciclo di conferenze gratuite organizzate e promosse dal Centro Libellula di Morlupo al fine di valorizzare la conoscenza di alcune discipline e materie da cui poter trarre sia un’informazione generale su basi rigorose e accessibili che spunti per eventuali approfondimenti. Nell’ambito di questo incontro, attraverso la lettura dei testi e il profilo psicologico e biografico dell’enigmatica poetessa americana, ci chiederemo insieme alla psicologa chi fosse Emily Dickinson: una donna castissima che abbraccia la poesia preferendola alla mondanità? Un’eroina moderna, una sacerdotessa pagana e disinibita, un’integralista che conduce fino alle estreme conseguenze il suo gioco? Oppure, come una suggestiva ipotesi biografica suggerisce, niente di tutto questo … Per chi volesse approfondire, oltre che partecipare all’incontro, qui trova una mia lettura alternativa di alcune circostanze della biografia di Emily Dickinson https://viadellebelledonne.wordpress.com/2013/10/05/qualche-ipotesi-sul-caso-emily-dickinson/
“Maestro. Se lei vedesse una pallottola colpire un Uccello – e lui le dicesse che non è stato colpito – lei magari sarebbe commosso dalla sua gentilezza, ma certamente dubiterebbe della sua parola – Ancora una goccia dalla ferita che macchia il petto della sua Margherita – allora ci crederebbe? La fede di Tommaso nell’Anatomia era più forte della sua fede nella fede. Mi ha fatta Dio, signore – non mi sarebbe dato di essermi fatta da me stessa. Non so come sia avvenuto – Lui mi ha formato un cuore – Via via è diventato più grande di me – e come una madre piccola – con un figlio grosso – mi sono stancata di tenerlo – Ho sentito parlare di una cosa chiamata “Redenzione” – che ha dato pace a uomini e donne – Si ricorderà che gliel’ho chiesta – ma lei mi diede qualcosa di diverso – Dimenticai la Redenzione (tra i Redenti – a lungo glielo nascosi – ma sapevo che lei mi aveva cambiata – io) e ero stanca – basta – questo straniero mi era diventato così prezioso che se esso e il mio stesso respiro – fossero stati l’Alternativa – di quest’ultimo avrei fatto a meno con un sorriso ”. Emily Dickinson
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