Il mestiere dello scrittore: dal racconto al romanzo e ritorno.

Da Flavialtomonte

Scrivere non è da tutti, questo è quello che sento dire molto spesso. 
Sarei d’accordo se la stessa regola valesse per il mestiere dell’attore, in quanto artisti anche loro, impegnati nel sociale, nella comunicazione pubblica che continua a cambiare e a sfruttare i nuovi mass media, più innovativi ed indiscutibilmente accessibili. Sarà forse tutta questa accessibilità a causare l’evidente confusione artistica che chiameremo “arte accessibile” (come la manifestazione d’arte contemporanea di Milano), o forse è l’avvento del Web 2.0 ad aprire le porte di una nuova era?
In questo caso è allora la tecnologia a trasmettere la cultura e non la società. Ci stiamo spostando! 

La scrittura si è trasformata – al suo interno mantiene i vecchi canoni ma fuori comincia a cambiare – con l’avvento dei blog, per esempio, o dei nuovi formati di lettura come l’ePub.
Tutti possono scrivere e tutti possono pubblicare.
Così facendo, si rischia di screditare l’arte, ogni giorno di più, e me ne accorgo, con rammarico, come la concezione dell’arte stia cambiando, la meritocrazia per la quale Cellini ha tanto lottato, la stessa che siamo riusciti ad ottenere solo negli ultimi secoli, dimenticata!

Sì, perché si tende a dimenticare, è per questo che nelle scuole si studia la storia. Il ricordo è un processo sociale che persiste da secoli, seppur in maniera frammentaria e confusa, ma è dai grandi del passato che possiamo apprendere i migliori valori che l’evoluzione rischia di nasconderci.

Se ieri esistevano i grandi romanzi, oggi esistono anche i grandi racconti.
I racconti autobiografici, per esempio, sono diventati dei veri e propri curriculum di attori, cantanti, calciatori, e per questo se n’è svalutata l’importanza.
I racconti audio, invece, i cosiddetti podcast, sono anch’essi un nuovo bel modo di comunicare. Diretti, limpidi, intensi, evocativi, sono i racconti più indicati per chi vuole dare un’immagine di sé e – perché no? – potrebbero diventare i sostituti dei numerosi libri di scrittori a comparsa, dopo un intenso lavoro sulla dizione ovviamente.
In alternativa ci sono gli intramontabili racconti anonimi, che ci risparmiano la figura!

Ma il profumo dei libri, delle pagine e dell’inchiostro è inconfondibile. Credo sia questo che bisogna difendere, oggi più di ieri. Credo che è indispensabile una rivalutazione dei libri prima che vengano sostituiti
Forse chissà, in un futuro prossimo, tutti questi armamenti tecnologici, questi formati multimediali, potrebbero sparire e forse si ritornerà – costretti – a scrivere a mano e non mi dispiacerebbe.


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