il mestiere dello storico

Creato il 25 luglio 2012 da Francosenia

Rue Ramponneau, l'ultima barricata delle giornate di Maggio. Per un quarto d'ora, un solo federale la difende. Per tre volte spezza l'asta della bandiera di Versailles innalzata sulla barricata della via parigina. Come premio per il suo coraggio, l'ultimo soldato della Comune riuscirà a scappare.
Era Prosper-Olivier Lissagaray, secondo la leggenda, quest'ultimo soldato. Un partigiano poi diventato uno storico che racconterà la Comune di Parigi, come hanno fatto altri, fra cui Marx ed Elie Reclus. La storia della Comune di Parigi, lo terrà impegnato per più di vent'anni e, alla sua pubblicazione, verrà salutato come un capolavoro. Un libro appassionato e vero, secondo Amédée Dunois:

"Nessun altro gli si avvicina in vigore, splendore, intensità, pathos; nessuno ha resuscitato come lui ha fatto, nella sua miseria e nella sua gloria, l'Avventura sanguinosa e sublime (...) La Storia della Comune non è altro che un libro vero, un libro bello, di un'arte potente e spontanea che niente deve al mestiere, alla scuola, e che si può solo ammirare. Colore, ritmo, respiro, slancio. Dal prologo, agli scorci sorprendenti, si impenna e non si ferma più. Il dramma prende forma, diventa chiaro, si amplifica, fino alla catastrofe finale - questa battaglia di otto giorni fra una soldatesca rabbiosa, armata fino ai denti, ed un proletariato "stanco di vegetare nell'ignoranza e di affogare nella miseria", questa repressione selvaggia del popolo da parte del popolo, il cui atroce ricordo non si cancellerà mai (...)

E' il popolo, lui solo, che ha fatto la Comune. Sollevazione spontanea di una massa anonima, "risposta istintiva di un popolo schiaffeggiato", il 18 marzo non ha niente a che vedere con i comitati che pullulavano nella capitale, di cui nessuno, nemmeno lo stesso Comitato centrale, aveva previsto, né tantomeno preparato o diretto gli avvenimenti. Il merito dei comitati, che non è poco, fu quello di seguire il passo del movimento partito dal basso, di dargli una voce, delle idee, di rimanere solidale con i sobillatori sconosciuti. Il Comitato centrale, prima della Comune e meglio di essa, seppe far sorgere "da dietro questo conflitto per le libertà municipali, la questione del proletariato." Ma è il popolo, da sé solo e senza obbedire a nessuno che ha fatto tutto. (...)
Trentamila uomini sono morti sulle barricate; il socialismo è stato decapitato. Ma la Passione e l'Idea sono sfuggite, come sempre, al massacro. Sono entrate, da vive, nel libro vendicatore di Lissagaray."


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