Il mestiere di guida turistica

Creato il 18 aprile 2011 da Rici86
Amo il mio lavoro. E qui non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Amo il mio lavoro, anche quando mi fa disperare, tribulare, faticare. Perché è sempre ricco di soddisfazioni. E la prima e più grande soddisfazione è varcare ogni volta i portoni del castello, trovarsi nel cortile interno e... essere lì. Sentendo che le pietre mi parlano, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo, imparando ogni giorno qualcosa che non conoscevo. Perché finirò mai di scoprire e di imparare, nonostante da tanti anni io frequenti quel luogo, nonostante lo abbia girato in lungo e in largo, in ogni suo minimo anfratto. Il bello è che lì si insegna e altrettanto si impara. Mi è capitato di essermi sentita dire che il mio lavoro è noioso, che fare la guida turistica in un castello medievale vuol dire imparare una cantilena da ripetere e ripetere e ripetere infinite volte sempre uguale. Nulla di più sbagliato! Non esiste una visita uguale all'altra, non esiste un gruppo uguale all'altro. Non esiste un castello sempre uguale a sé stesso ogni volta. La parte forse più difficile di questo mestiere è proprio reinventarsi, adattarsi ai visitatori e alle loro esigenze, scoprire i loro interessi e le loro attitudini e riuscire a dar loro ciò che chiedono. È difficile perché la maggior parte delle volte i visitatori non chiedono nulla, sta a te, guida, capire cosa dire e come dirlo. Fare in modo che quel castello che ormai è anche un po' parte di te possa lasciare qualcosa anche agli altri, possa entrare nel cuore e nell'animo di chi ti ascolta e restarci più nel profondo di un puro elenco di date e nozioni. Per questo preferisco visitare un luogo con una guida turistica, anziché con un'audioguida preregistrata: non ci sarebbe emozione, non ci sarebbe scambio, non ci sarebbe umanità. Le registrazioni audio non raccontano aneddoti, non provano sentimenti, non conoscono dettagli in più. Non puoi interagire con loro, non le puoi interrogare, non puoi scambiare opinioni. Con una guida in carne e ossa sì. E da guida turistica puoi trasmettere ciò che provi ancora prima dei dati che conosci. Perché quel luogo tu lo vivi, tu lo ami, te ne prendi cura, ne conosci aspetti che agli altri sono preclusi. Tutto questo è di per sé prezioso, ma è ancora più prezioso poter condividere tutto questo. E poter incontrare visitatori che accolgono tutto questo e che a loro volta ti trasmettono tanto. Si creano feeling e condivisioni, si creano scambi e legami profondi. Si dà e si riceve. E non si finisce mai di imparare. Non si finisce mai di innamorarsi.

Visita guidata al Castello di Zavattarello. Foto Torres.


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