Un breve estratto dell'editoriale di Eugenio fu Scalfari pubblicato oggi su Repubblica: "Gli ultimi sondaggi segnalano circa il 40 per cento di probabili astenuti. Sommati ai voti che presuntivamente prenderanno i Cinque Stelle si arriva al 60 per cento. E sommati al populismo di Berlusconi, che dopo vent'anni di malgoverno spera ancora in un 20 per cento di allocchi che lo votino, siamo all'80 per cento del popolo sovrano che, se abboccherà a queste manipolazioni, rinuncerà ad utilizzare la propria sovranità. Sarà questo il risultato delle votazioni di oggi?"
Il ragionamento del fondatore di Repubblica è fin troppo chiaro: il voto degli elettori M5S è da considerarsi alla stregua del non voto di chi si asterrà, cioè inutile. Peraltro, incurante di qualunque sondaggio, Scalfari attribuisce la Movimento una percentuale del 20% circa, pari a quella di Forza Italia. E tanti saluti alla correttezza dell'informazione. Non pago, colui che giustamente lanciava i suoi anatemi contro Berlusconi che definiva "coglioni" gli elettori di centrosinistra, ora chiama "allocchi" coloro che voteranno FI. Se queste parole fossero state pubblicate in un articolo di Travaglio, gli zelanti e democratici paladini della buona informazione avrebbero preteso la sua lapidazione sulla pubblica piazza. Ma Scalfari è un intoccabile, un decano del giornalismo, un monumento. Anche quando pubblica insulti livorosi, degni del primo anziano un po' squinternato e incazzato col mondo intero che incontri ai giardinetti. Che tristezza, che mesto crepuscolo.