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Il metallo che ci protegge dal fuoco

Da Metallirari @metallirari

antimonio e fuoco

Molti investitori hanno nei loro portafogli metalli come oro e argento, un numero più ristretto ha anche terre rare, ma quasi nessuno conosce che esiste un metallo, pressochè sconosciuto, che sta soffrendo di una grave carenza delle forniture rispetto alla domanda. Parliamo dell'antimonio, un metallo raro che non è quotato in borsa e non viene usato per applicazioni tecnologiche.

Anche se la maggior parte delle persone non ha mai sentito parlare di antimonio, questo metallo riveste un'importanza vitale, a causa del suo uso principale come ignifugo. Abbigliamenti per bambini, giocattoli, aerei e sedili per automobili, tanto per fare degli esempi, devono la loro sicurezza proprio all'antimonio, che garantisce la non-infiammabilità. In un prossimo futuro verrà impiegato anche nelle cosiddette memorie a cambiamento di fase, componenti che aumenteranno drasticamente le velocità dei computer.

Come per esempio, terre rare e grafite, quasi tutto l'antimonio del mondo viene estratto in Cina, soprattutto dalla miniera di Xikuuangshan nella provincia di Hunan, il più grande deposito di antimonio del mondo.

Secondo la US Geological Survey (USGS) esistono circa 1,83 milioni di tonnellate di riserve di antimonio globali, con una produzione totale, nel 2012, di 180.000 tonnellate. La Cina ne ha prodotte 150.000 tonnellate, mentre il restante è stato prodotto da Russia, Sud Africa, Tagikistan, Bolivia e pochi altri paesi. Il British Geological Survey nel 2012 ha dichiarato l'antimonio come il metallo più a rischio di interruzione delle forniture, a causa della elevata concentrazione della produzione in un solo paese: la Cina.

L'antimonio può anche essere ricavato dal riciclo delle batterie, oppure lo si può ottenere come sotto-prodotto dalla fusione di oro, argento e rame.

L'antimonio ha vissuto significativi aumenti di prezzo nel corso degli ultimi anni. Nel 2002, il metallo era venduto a 2,000 dollari/tonnellata, ma nel 2011 il prezzo era più alto del  700 per cento, a circa  15.000 dollari/tonnellata. Ad oggi, il prezzo è sceso dai suoi massimi del 2011, ma viene venduto ad un prezzo ancora considerevole: circa 10.000 dollari/tonnellata. Gli analisti prevedono una crescita delle quotazioni nel corso di quest'anno di circa il 5%, mentre entro il 2020 prevedono un prezzo di 20.000 dollari/tonnellata.

Il predominio cinese e la recente riduzione delle esportazioni, in combinazione con una domanda superiore all'offerta, non lascia molti dubbi sull'andamento delle quotazioni di questo metallo raro.

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