Per un’intera generazione di inglesi, il Metropolita Antonij non è stato solo la voce del cristianesimo russo, ma una delle voci più intense della testimonianza cristiana; tutti restavano colpiti dalla sua presenza, dall’impatto con un uomo che viveva così evidentemente il cuore dell’identità cristiana ed era libero di parlarne con straordinaria autorevolezza. È stato senza dubbio un vero e proprio «padre nella fede», uno starec, che sapeva scrutare nel profondo dell’anima e parlare direttamente alle sue esigenze. Poteva risultare imprevedibile, non convenzionale, inaspettatamente duro o inaspettatamente compassionevole. Era una personalità di grande complessità, non un uomo blandamente pio o semplicemente «simpatico».
Non è esagerato dire che molte persone, mentre erano con lui, avevano la medesima coscienza di non essere semplicemente in compagnia di un altro essere umano, ma sperimentavano in qualche modo la Presenza di fronte alla quale lui era sempre presente. Non si può dimenticare facilmente che cosa voleva dire incontrare lo sguardo intenso, scrutatore dei suoi occhi e sentirsi spogliato di ogni pretesto e autodifesa. Ha vissuto con la massima semplicità. La sua talare consunta, la sua disponibilità a svolgere i lavori più quotidiani in chiesa (impilare le sedie oppure togliere i residui di cera delle candele!), la sua insofferenza per la pompa ostentata dai vescovi ortodossi: per molti ha reso possibile credere che la Chiesa possa ancora essere veramente apostolica non solo nel ministero e nella dottrina, ma anche nel suo stile di vita.
Ha sempre sostenuto di non essere un teologo; ma i suoi insegnamenti sulla dottrina cristiana indicano una profondità e una finezza di comprensione teologica tali da confondere il più grande «esperto».
Testo liberamente tratto dall’Introduzione dell’Arcivescovo Rowan Williams al volume “Per me vivere è Cristo. Metropolita Antonij di Suroz” di Aleksandr Filonenko.
Il volume è il catalogo ufficiale dell’omonima mostra che sarà allestita a Rimini dal 20 al 26 agosto 2015 in occasione del Meeting per l’amicizia fra i popoli.