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Quando abbiamo scelto la soluzione tata per Cigolino, eravamo un po' in dubbio: e se poi sta troppo solo e se poi avrà difficoltà a socializzare e se cresce sotto una campana di vetro?
Sono passati otto mesi e ogni dubbio è stato fugato.
Certo la soluzione è particolare: la tata si occupa di Cigolino e delle bimbe di mia sorella, di età diverse.
Insieme sono un trio eterogeneo, ma molto affiatato.
Cigolino ha una passione fortissima per la cugina più grande, credo la veda come un vero e proprio punto di riferimento. Capita in effetti, ed è cosa generalmente positiva, che bimbi più piccoli prendano a modello bambini più grandi, cosa molto incoraggiata sia alla scuola materna e alle elementari, dove le "matricole" hanno un tutor più grande, che aiuta a comprendere i meccanismi della scuola e far sentire meno spaesati i piccolini. In piccolo abbiamo riprodotto la stessa situazione e funziona.
La tata poi è sempre sorridente e attenta a incoraggiare i bambini a fare amicizia con gli altri: so che Cigolino ha già un paio di amici, che incontra ogni giorno al parco e con cui gioca, pare, fino a esaurimento energia.
Cigolino è contento quando arriva la tata la mattina e difficilmente piange nel vederci andare via.
La separazione giornaliera è uno dei fatti della vita di un bimbo: è normale che provi disagio e lo esprima (il pianto, la rabbia), come lo è la serenità con cui affronta questo rito quotidiano.
L'importante che abbia un paio di certezze, che noi avremo fatto maturare con un dialogo costante.
Deve sapere che:
- Mamma e papà tornano. Sempre.
- Se è arrabbiato o triste o a disagio è libero di dimostrarlo, non verrà ignorato, non dovrà gestire da solo le sue emozioni.
Ogni mattina, al momento di uscire, lo saluto, gli ripeto che vado a lavorare e che torno a prenderlo.
Ogni sera lo saluto, lo abbraccio, gli racconto la mia giornata e prima di fare qualunque altra cosa giochiamo insieme. Per sistemare casa, preparare la cena, riposarmi, ci sarà tempo dopo.
La linea è questa, non importa chi torna a casa prima tra me e GF.
Trattare un bambino come un pacchettino da consegnare e riprendere è uno degli "errori" più comuni: non è cattiveria, è routine, è fretta, spesso stanchezza, distrazione.
L'equilibrio di cui spesso parliamo ha anche aspetti micro, ma fondamentali per il balance famigliare.,
Darsi retta. Assaporare i momenti. Sapere che anche quel puffo che gattona per casa, è già una persona tutta intera. Da subito, anzi da prima, da quando è ancora nella pancia.
Parlare. Capirà? A modo suo.
Intanto però coltiviamo tutti l'abitudine al condividere, al raccontare, a essere contenti di ritrovarci, all'ascolto, al gioco, allo stare insieme. Tutte cose che saranno utili, poi.
Un po' come mettere le monete nel salvadanaio, insomma.
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