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Il Ministero della Cultura del Mali

Creato il 18 febbraio 2013 da Larivistaculturale @MePignatelli

Museo Nazionale del Mali, Bamako

Il sito del Ministero della Cultura del Mali si apre con una riflessione sull’opportunità che il digitale rappresenta sia per la conservazione della tradizione orale africana, essenza della cultura maliana, sia per le biblioteche.

Riporta delle riflessioni di Adama Samassékou, presidente dell’Accademia Africana delle Lingue, ex-Ministro dell’Educazione, in occasione del Forum sulle Industrie Culturali dell’Unesco a Monza, Lombardia, nel Giugno 2011.

“Siamo entrati in una società della conoscenza condivisa” osserva, “le biblioteche classiche sono certo le depositarie della conoscenza, ma hanno una serie di costrizioni. Ci sono problemi di spostamento, di prestito, di diffusione dei titoli, di conservazione, che si possono risolvere tutti con la digitalizzazione. In Africa sarebbe un buon modo per veicolare le nostre lingue ed i nostri saperi, le nostre saggezze.

Oggi, nella giornata per il Mali indetta dall’Unesco, scelgo di ricordare la proposta di Samassékou al sopracitato Forum Unesco.

“La grande sfida è di fare delle biblioteche il tempio della cultura condivisa”.

Dopo il Forum è uscito un articolo su Tafter Journal  di Riccardo Dalla Torre, ricercatore a Treviso,  nel quale il Direttore Generale dell’Unesco, Koichiro Matsuura “sottolinea che la globalizzazione non rappresenta una minaccia, quanto piuttosto uno stimolo per la creatività e la diversità culturale. Nel rispetto delle differenze tra le culture, la globalizzazione può essere al servizio dello sviluppo sostenibile: questo però dipende dalle possibilità di accesso all’educazione, dal livello di partecipazione femminile, dal grado di integrazione tra nord e sud del Mondo. La coesione sociale è quindi uno dei presupposti fondamentali a partire dai quali la cultura può fungere da volano di sviluppo”.

“Il superamento della crisi economica”, continua Dalla Torre “passa anche attraverso il sostegno alle industrie culturali, in virtù del loro contributo all’economia, ma anche in una prospettiva di valorizzazione delle diversità culturali come elemento di ricchezza sociale. Le industrie culturali, con le loro componenti creative ed innovative, sono veicolo di identità, valori e significati per l’intero Paese.

D’altra parte la cultura può rappresentare un vero e proprio business: il suo contributo alle economie moderne è rilevante ed in crescita. Tuttavia, è opportuno precisare che l’apporto della cultura al benessere sociale non si esprime solo nei nuovi equilibri di domanda e offerta, ma anche nell’orientare la società verso nuovi modelli di uso del tempo e delle risorse.

Infatti, per un’economia sempre più basata sulla conoscenza, la cultura costituisce una risorsa collettiva che contribuisce ad alimentare la creatività, a stimolare l’innovazione e ad accrescere la qualità del capitale umano. Di queste fondamentali esternalità beneficiano molti settori dell’economia, in particolare quelli a più elevata intensità di conoscenza sui quali sempre più si basa la competitività delle economie moderne”.

Dunque le conoscenze sono un tesoro da valorizzare e diffondere, anche grazie alle nuove tecnologie.

E questo è un discorso portato avanti dal Ministero della Cultura del Mali.

 © Melissa Pignatelli

Nella foto, il Museo Nazionale del Mali nella capitale, Bamako.

Il sito del Ministero dell Cultura del Mali


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