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Il mio 2 giugno nella terra che trema

Creato il 04 giugno 2012 da Prinzaffiro

Il mio 2 giugno nella terra che trema

Tutto scorre e tutto passa e alle volte le decisioni di getto cambiano le nostre vite. In alcuni le migliorano, in altri non apportano cambiamenti…ma nel mio caso devo dire che è stata la decisione migliore degli ultimi mesi.

Alle volte non si può solo dire, ma si deve soprattutto fare e si deve fare subito. Se ti attivi tutta la settimana per una cosa in cui credi, una cosa di cui davvero ti importa e per cui vorresti dare il tuo appoggio, se ti chiedono “Vuoi venire con noi?”..beh ci penso 5 minuti, ma la risposta già la so. “Si vengo a che ora partiamo?”.

Se ti attivi tutta la settimana per una cosa in cui credi, una cosa di cui davvero ti importa e per cui vorresti dare il tuo appoggio dici SI e ci vai.

Il mio 2 giugno non c’è stata una parata, nè un pic-nic, nè una passeggiata sulla spiaggia..il mio 2 giugno ero in compagnia di nuovi amici, di centinaia di sconosciuti a km di distanza da casa in direzione Finale Emilia.

Nel mio 2 giugno come ogni anno non c’è stata la parata con il presidente in prima fila e la schiera di politici dietro a vedere fieri e tronfi le nostre forze dell’ordine sfilare davanti a loro. Il mio 2 giugno è stata la cosa più solidale degli ultimi mesi, quella che mi ha fatta sentire viva e mi ha fatto apprezzare il fatto che in Italia esiste ancora gente che si alza nel cuore della notte, macina 600 km in macchina, scarica un camion pieno di vivere e poi ritorna a casa come se nulla fosse.

Il mio 2 giugno nella terra che trema
Nel mio 2 giugno c’erano intorno a me volti sconosciuti che si chiedevano chi fossimo e da dove venissimo. C’erano due anziani in una tendopoli di Medolla che ridendo un pochino tra di loro e vedendo i miei scatti fotografici mi chiedevano “Diventeremo VIP con questa foto o è solo per lei signorina?”, “E’ solo per me..“, “Allora ce ne scatti una bella per cortesia”. Come fai a non dire che gli Italiani riescono a trovare il sorriso anche durante un disastro di portata grande come un terremoto?

Nel mio 2 giugno a differenza di ogni altro anno ho visto issare una bandiera italiana da un alcuni volontari dell’associazione dei carabinieri e poter dire con orgoglio insieme a loro “Beh è 2 giugno per tutti no?”.

Nel mio 2 giugno c’è stato un uomo, che vedendoci sfrecciare in autostrada accompagnati da due jeep di volontari della Protezione Civile, ci ha fermati e ci ha chiesto “Sono partito solo, non so esattamente dove andare, ma ho un carico di acqua, posso unirmi a voi?”.

Nel mio 2 giugno c’è stato un momento in cui ho pensato che avrei voluto urlare per l’odio che avevo verso la burocrazia italiana che fermava, o

Il mio 2 giugno nella terra che trema
allentava gli aiuti perché prima di poter procedere si sarebbe dovuto attendere una firma, poi un sigillo e poi un’altra firma. C’è un’emergenza e nelle emergenze la burocrazia non deve mettere piede, né mano, né bocca, né soprattutto la testa.

Nel mio 2 giugno la realtà dei fatti è che è stato bello vedere i volontari di tutta Italia accorrere in soccorso dei loro amici, fratelli o semplici, e forse più plausibilmente, sconosciuti.

A tutti quelli che vi scrivono, vi dicono, vi urlano, “State a casa perché troppa gente intralcia i lavori dei soccorritori” voi ditegli di NO, perché a quelle persone io vorrei solo dire una cosa semplice e chiara “Stai a casa tu sei vuoi, perché a me NO non venire ci intralci in questi giorni non me l’ha detto nessuno”.

Nel mio 2 giugno io ho visto l’Italia che mi piace, quella dei giovani che lavoravano per far andare bene le cose, quella dei vecchi seduti sotto un albero in mezzo alla tendopoli e ancora con la voglia di ridere, quella delle persone che da sole prendono e partono da tutte le zone dell’Italia solo per portare una cassetta di acqua in più.

Nel mio 2 giugno nella tendopoli di Mirandola è nata la prima bimba terremotata…nella distruzione c’è ancora la vita.

Nel mio 2 giugo ho voluto fare e non solo vedere.


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