C'è stato poi in aprile un cambiamento importante per le mie abitudini e non solo. Io e mia moglie siamo diventati vegetariani. Il motivo? Non lo sappiamo con precisione ma, probabilmente, due fattori hanno giocato un ruolo importante. Il primo sono le due micie che vivono con noi dall'anno scorso, Cassie e Juno.
Cassie
Juno guardata alle spalle da Tex
Il secondo è stata la lettura di un libro, dopo il quale non sono stato più lo stesso di prima.
Un altro importante cambiamento delle mie abitudini è stato il trasloco in un appartamento più grande, con una libreria atta a contenere molti (ma non tutti, sigh) dei miei fumetti, e in un posto ancor più di confine.....sul Carso, fuori dalla città, a maggior contatto con la natura
e con un passato non così lontano...
E' stato anche un anno ricco di letture di molti fumetti. E di saluti a collane che ho amato molto: soprattutto ringrazio Gianfranco Manfredi per l'irripetibile Magico Vento
e Michele Medda per l'originale Caravan
Sergio Bonelli ci ha regalato comunque una promettente miniserie dai toni neri: Cassidy di Pasquale Ruju.
Nella mia personalissima classifica dei migliori fumetti del 2010, metto al primo posto La porta di Sion di Walter Chendi
Non ho dubbi: la delicatezza e la profondità con cui l'autore triestino affronta un tema importante come la persecuzione degli ebrei, le leggi razziali, l'antisemitismo attraverso gli occhi di un adolescente che scopre l'amore nello stesso periodo, sono unici in quanto privi di retorica. L'opera è stata fra l'altro insignita a Lucca 2010 del premio Gran Guinigi 2010 per la migliore storia lunga.
La piazza d'onore spetta a Logicomix, opera unica nel suo genere che si presta a molteplici livelli di lettura. A me è piaciuta soprattutto perché parla di passioni.
Assegno infine il terzo posto a Quaderni ucraini di Igort, un fumetto sulle rimozioni della storia, su una tragedia dimenticata: un documentario grafico di grande impatto.
Il 2010 è stato anche un anno di musica: di concerti vissuti con entusiasmo
di altri persi per il rotto della cuffia
e di altri visti comodamente sul divano
Al cinema non ci son stato molto, mi è rimasto comunque impresso Porco Rosso di Hayao Miyazaki. Lo ricorderò perché è uno straordinario inno alla libertà e per una splendida frase pronunciata da Porco:
Meglio maiale che fascista
mentre un altro se n'è andato per sempre
In altri campi le cose non vanno meglio: come ha detto Slavoj Zizek, il potere dello stato è esercitato direttamente da uno spregevole borghese che lo sfrutta apertamente e senza scrupoli per proteggere i suoi interessi
e i diritti del lavoro si stanno progressivamente erodendo
Nonostane tutto guardo con fiducia al 2011 e, nel frattempo, saluto il 2010 alla Ken Parker: So long