
A 5 anni non mi accontentavo di parlare e giocare con il mio amico immaginario, come fanno molti bambini. Ho scritto la sua storia e quella della sua famiglia su un diario dalla copertina azzurra. Si chiamava Celeste, ma era un maschio. Già allora sapevo che ero destinata alla scrittura.
Negli anni ho tenuto diari e quaderni. Ho scritto racconti che nascondevano urla di dolore, pianti sussurrati e richieste di aiuto. Racconti che celvano la libertà che sognavo per me stessa.
Mi credevo sfigata perché passavo tante ore a scrivere, mi piaceva studiare e mi ponevo troppe domande su me stessa. Lo faccio ancora adesso, ma ora so che va bene così. Mi credevo sfigata, e in quanto tale mi privavo del piacere di comprare vestiti, mangiare fuori, ridere di niente e leggere riviste. Ora vivo tutto questo e sono felice. Il vero sfigato è chi si priva della libertà di essere se stesso, quando al mondo ci sono così tante persone che vedono questa libertà portata via da mani altrui.
Ho aperto un blog, ne ho aperto un secondo. Giorno dopo giorno cerco di imparare a viverlo. Quando ho sentito di aver salito i primi gradini, ho scelto che il blog diventasse anche un lavoro. Giorno dopo giorno cerco di imparare le sfaccettature del quid che rende un blogger diverso da un giornalista. Qualche altro gradino, e ho sentito di aver capito qualcosa in più. Cercare su Google l'espressione creare un blog significa addentrarsi nel Seo, nell'imprenditoria, nel guadagno. Non creare un blog, quindi, ma creare un blog per guadagnarci sopra.
Quell'abc che ho imparato passo dopo passo ho voluto trasmetterlo agli altri. Dal diario con la copertina azzurra, la mia carta d'identità si è evoluta in una manciata di byte. Io bloggo.
Dalla d in poi, è tutto ancora un mistero.