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Il mio amico Eric – la recensione di Sandro

Da Soloparolesparse

Nuovo appuntamento con le vostre recensioni.
Oggi Sandro ci parla de Il mio amico Eric di Ken Loach.
Al solito vi invito a contattarmi se volete raccontare un film.

Il mio amico Eric – la recensione di Sandro

La vita di Eric, un impiegato delle poste britanniche interpretato da Steve Evets, va sempre peggio: tra le altre difficoltà, il suo dramma da un lato è che trent’anni prima ha perso Lilly, il suo unico e vero amore (interpretato da Stephanie Bishop), e non ha mai avuto il coraggio di rivederla.

L’occasione arriva quando la figlia chiede al padre una cortesia: andare a prendere da Lilly la nipotina per accudirla un’ora al giorno, per consentire alla figlia di studiare.

D’altro canto il figlio si è cacciato in un brutto giro e non sembra riuscire ad uscirne, nè sembra che il padre riesca a contribuire.

Quando dopo una canna si materializza Cantona, eroe del Manchester Utd. anni 90 ed eroe del nostro protagonista (anch’egli di nome Eric), tutto sembra cambiare. Cantona conferisce ad Eric coraggio e stimoli per affrontare difficoltà che all’uomo medio (come poteva sembrare il “vecchio” Eric) sembrano insormontabili: d’altronde esistono sempre più strade di quelle che sembra. Eric quindi trova lo stimolo per cambiare prospettiva, d’altronde per sorprendere gli altri comincia col sorprendere te stesso.

 Il lieto fine è presente con una stupenda scena finale con cui si ridicolizza il mafiosetto di quartiere che difficilmente potrà scorrazzare ancora liberamente a dar fastidio e ad intralciare la crescita serena dei ragazzi.

Bella commedia, ritmo scorrevole, happy end garantito, trasmette valori positivi come l’amicizia, la solidarietà, lo spirito di squadra (Eric: Qual è stato il momento più bello? Cantona: un passaggio), rafforzato anche da un cast ben assortito sotto ogni profilo.

Se, come me, siete appassionati di calcio oltre al bel film, apprezzerete molto i flash back che vi riporteranno a quando Cantona giocava; altrimenti non rimarrete a bocca asciutta godendovi un film double face: inizia sotto un profilo drammatico e riserva strada facendo una verve ironica e da commedia che non ci si aspetta (forse Ken Loach avrà seguito la massima di Cantona ed avrà sorpreso se stesso per sorprendere anche noi).

Cantona ha cambiato look rispetto a quando giocava (si è lasciato crescere la barba come fece Carlo Pedersoli/Bud Spencer quando passò al cinema) ma si differenzia per aver mantenuto un’ottima forma fisica. Dimostra di essere un ottimo attore e che, volendo, potrà ben continuare su questa strada.

Se avete un paio d’ore vi consiglio di dedicarvi a questo film, non ve ne pentirete.

 


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