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Il mio conforto.

Creato il 23 settembre 2014 da Agipsyinthekitchen

Scrivo di getto perché in serate come questa bisogna fare così: non pensare troppo ai troppi pensieri e far uscire tutto, che se lo si tiene dentro fa poi male a posteriori, ancora di più, come fosse una granata, una bomba ad orologeria con il timer settato in un futuro che non sai quando ma sai che ti tocca e allora bumbum batte il cuore, l’ansia cresce e pensare positivo è più lontano di Utopìa.

Ci sono serate in cui si cerca di prendere le distanze da fatti e avvenimenti, perché è come se questi fatti e avvenimenti avessero intrinsechi un colore troppo vivido, troppo forte, perché i nostri occhi possano continuare a fissarlo.

Ci sono dolori troppo profondi perché il nostro inconscio riesca a seppellirli senza poi fare una piega, quando il nostro cuore fa correr su per l’esofago lacrime e parole così vere da non sapere dove si erano nascoste fino ad ora.

Ci sono istanti in cui ti senti di esserti di nuovo schiantata contro la realtà forse solo per avere la conferma di essere presente e vigile ad ogni emozione, o per trovare quella frazione di buio per poterla inondare nuovamente con la nostra luce.

Arriva quel momento in cui guardi la tua mamma e la vedi come una bambina indifesa: è buffo. Ti soffermi sui dettagli. Io per esempio non riuscivo a staccarmi dalle sue caviglie, che sembravano così piene eppure così piccole in quelle ballerine così strette. Poi mi hanno incantato le sue mani, così sempre perfette. I suoi capelli: oh, per me che non mi pettino mai, solo ora mi rendo conto di quanto erano belli i capelli della mia mamma, quando era giovane. Biondi, lunghi, e lei così effimera, così speciale.E ora questi stessi capelli, sempre pettinati, sempre perfetti, ma strati di bianco.Ed il suo sguardo: così…estraneo adesso, eppure così famigliare. Una bambina, nel senso più tenero che possa esistere.

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Volevo solo proteggerla ed al tempo stesso ero così arrabbiata per quello che stava accadendo, che non sono nemmeno stata in grado di prenderle la mano e dirle ehy, io sono qui, siamo sempre quelle due buffone che facevano l’autostop a Mykonos e  bevevano coca cola con ghiaccio e limone fingendo che fosse meglio di ogni champagne.

A volte le parole sono superflue, perché fa troppo male: fa male perché ci si sente un po’ sole, ad affrontare un qualcosa che noi stesse non siamo in grado di accettare, e allora colpevolizziamo chi ci sta vicino, per la mancanza di quella carezza o di quell’abbraccio, ma effettivamente, da fuori, tutto non sembra così pesante. Dal fuori, io stessa non riesco a farmene una ragione. E mi arrabbio, nego  a me stessa che mia madre sia depressa, preferisco pensare che sia solo capricciosa, perché non è possibile che questo maledetto serpente possa attaccare chi per me era invincibile. O forse no: forse ho sempre saputo che la forte ero io, ma ho sempre sperato di sbagliarmi.

Mi domando perché: forse io non sono abbastanza, per lei, per reagire. Forse sono stata travolta da tutto ciò che  era impegno, dovere e lavoro e non mi sono resa conto che lei aveva solo bisogno di avermi accanto. Forse sono stata troppo egoista, da non ammettere che realmente avesse bisogno di aiuto e pazienza, al dispor a di qualsiasi legge del plausibile o dell’accettabile.

Forse.

Di sicuro ci sono serate, come queste, in cui si è talmente stanchi che anche parlare oltre fa troppo male.

Di sicuro c’è anche che la depressione è una brutta bestia, e non è facile né per chi ne è malato, né per chi gli / le è vicino.

E’ arrivato il momento, mai come ora, di parlare bene della nostra vita e scaldarci solo al suono delle emozioni.

Di certo inoltre c’è che ogni giorno è una nuova opportunità, un nuovo inizio, un’altra possibilità, e mai mai mai dobbiamo abbandonarci alla disperazione perché ci sarà sempre, con il nuovo giorno, un nuovo regalo. Una nuova consapevolezza, una lezione da imparare.

Ho girato questo video sabato ed è il primo di una mini serie che pubblicherò ogni mese: voglio parlare di conforto, voglio parlare di calore, voglio parlare di quelle coccole che possano fungere da salvagente, quando la tempesta della vita si fa troppo violenta.

Voglio sapere che chi amo possa trovare conforto nelle mie parole, con le mie ricette e con il cibo che cucino, mentre magari ascolto le mie sciocche canzoni romantiche. Voglio essere il mezzo perché chi amo raggiunga la felicità, o possa sentirsi al sicuro.

Siamo veramente felici o solo molto confortevoli?

Io so che il conforto porta sicurezza, e in un mondo così ostile, troppe volte e tante volte, la sicurezza porta felicità.

E allora creiamoci la nostra zona confortevole dove rifugiarci nel mezzo di questa meravigliosa avventura che è la vita.

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Per me conforto è un’emozione di calore che avvolge e risana: le stelline in brodo con la crescenza. Un’edera che avvolge una casa, piena di ricordi. Una coperta sbadatamente lasciata su un divano, di domenica pomeriggio. La partenza della Formula 1. Quell’ora che intervalla il tardo pomeriggio e l’arrivo della sera, e le luci si fanno calde. Le luci di Natale, quelle piccole luci bianche. Il profumo di Patchouli. I calzettoni di lana. Dormire con l’orecchio coperto. Gli stampi di rame. Le felpe oversize. Gli atterraggi. Il fogliame d’autunno. Una tazza di tè caldo.Un bicchiere di un rum invecchiato e prezioso. Il colore celeste. La neve. Il tweed. Il croque madame.

Ecco. E allora che sia.

Puntata 1. Il crumble di mele.

La casa profuma di cannella e burro e forse un po’ di vaniglia.

Un libro sul letto, una musica antica, la sicurezza che alla sera ci sarà quel calore ad avvolgerti in un Ti Amo sorprendente e inebriante, come la mela cotta.

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Crumble di Mele

5 mele rosse e croccanti

6 cucchiai di zucchero di canna

1 cucchiaio di zucchero vanigliato

1 cucchiaio di vaniglia in polvere del Madagascar

100 gr di farina

110 grammi di burro a temperatura ambiente

2 cucchiai di cannella

In una casseruola, mettere le mele tagliate, irrorarle con il succo di mezzo limone e 4 cucchiai di acqua, cannella e vaniglia. Far cuocere per circa 15 minuti a fuoco medio – basso.

Nel frattempo pre riscaldare il forno a 180°C.

In una ciotola capiente, lavorare il burro con lo zucchero e la farina fino ad ottenere delle grandi briciole. Lasciare in frigorifero a riposare per venti minuti.

Versare in una teglia precedentemente imburrata le mele, e coprirle con il composto di farina burro e zucchero. Cuocere per trenta minuti circa.

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