Magazine Diario personale

Il mio cuore che non c’è.

Da Gattolona1964

Non ho le ciabatte e le gambe sono incrociate sulla sedia, mentre cerco di mettere in fila due pensieri per augurare un buon venerdì a chi mi vuol leggere. Mi sembra di non aver lavorato e vissuto da domenica sino a quest’ora. Se l’ho fatto non me ne sono accorta, perché sono stata risucchiata dentro un vortice di sensazioni e di richieste di lavoro nuove. Non sono ancora pronta per decidere se accettarle tutte oppure scartarne qualcuna a favore di altre. Ho vissuto e respirato? Mi sono nutrita e ho bevuto? Ho dormito, mi sono svegliata, mi sono lavata e struccata? Non lo so amici, se l’ho fatto e come l’ho fatto non ve lo do dire. Arrivo a certi punti delle mie giornate nei quali mi sento dentro ad una grossa bolla di sapone, vedo e percepisco tutto attraverso una leggera patina grigio bianca e non sento le voci di chi mi circonda. O meglio le percepisco in lontananza, ma io non sono lì con chi sta parlando. O meglio! Le sento ma molto lontane e confuse, la mia mente si rifiuta categoricamente di stare ad ascoltare, non s’impegna nel dare risposte sensate e non vuole rispondere. E allora in quei momenti, come ora, scrivo, i tasti mi scivolano leggeri sotto alle dita e mi sembra di dare forma ai pensieri. In realtà non è così, non so che cos’è, perché arrivano questi attimi lunghi un’eternità, forse una stanchezza reiterata negli anni? Un rifiuto di concentrarmi, un volere scappare dal luogo dove mi trovo? In quei momenti il tempo non scorre più, il cuore non batte più pulsano solo le tempie e mi tocco le labbra, che invece dovrebbero essere baciate molto più spesso. Vorrei ritornare nel grembo di qualcuno, ma non di mia madre, vorrei andarmene via per un viaggio con meta “top secret” e non essere rintracciabile per molto e molto tempo. Vorrei mi cercassero a “Chi l’ha vista?” ma non vorrei farmi trovare….E pensare che stamattina sono anche andata a farmi il colore ai capelli e a rendermi presentabile, per me stessa e per chi? Se mi guardo allo specchio stasera mi vedo diversa, pettinata e colorata, ma finta. Perché mai noi donne dobbiamo sempre mascherare i capelli bianchi? Ne ho pochi, veramente pochi per aver mezzo secolo di vita, ma non li voglio vedere su di me, come non vorrei vederli in nessuna altra parte del mio corpo. Eppure ci sono e mi parlano e mi svegliano, dicendomi che è sera, che il tempo è trascorso e che io è ora che me ne renda conto. Non stiamo mai ferme noi donne di oggi, non accettiamo i nostri colori e i nostri difetti, ci vergogniamo a presentarci agli altri con una ricrescita e con quattro peli nelle gambe che non si sa mai, si vedano con la gonna! Stiamo come mamma ci fece, se siamo ricce ci vogliamo lisce, siamo stupide e dolcemente complicate. Questa sera non apparecchio nemmeno, mio marito è andato a prendere la pizza, la lavastoviglie sta già facendo il suo lavoro e io metterò in tavola solo bicchieri e posate di plastica. Anche la plastica inquina l’ambiente, ma stasera non è sera e va così. Mi sento in colpa, mi sento fuori luogo e sbagliata, domani è un altro giorno. Chissà che colori avrà?buio e luci 025



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