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Il mio involutivo rapporto col Web

Da Mcnab75

vecchio modem

In questi giorno sto discutendo a lungo con colleghi e amici, riguardo alle trasformazioni radicali della Rete italiana, dagli albori a oggi.
C’è chi dice che in realtà l’ambiente è sempre stato caotico e poco ricettivo, se paragonato a quello di altri paesi occidentali, ma c’è chi (come me) sostiene che una volta il Web era migliore. Più positivo, più propositivo, più amichevole.
Magari sbaglio eh. Non voglio fare uno di quei discorsi “una volta qui era tutta campagna“.
Io sono collegato da casa dal lontano 1997 (e qualche mese prima avevo già sperimentato le prime connessioni dal laboratorio informatico dell’università). Ho visto più o meno tutte le rivoluzioni digitali, soprattutto il passaggio dal Web 1.0 al Web 2.0 – quello dominato dai social network. Che poi è il nostro presente, tra selfie, autopromozioni, profili fasulli e altre piacevolezze.
Mi sono sempre tenuto al passo coi tempi e ho cercato di essere quasi sempre un utente attivo, non un navigatore passivo. Ma quali sono stati i grandi cambiamenti, dal secolo scorso a oggi?
Vediamo un po’.

Tra il 1997 e il 1998 navigare era costoso ed esasperante, perché i vecchi modem avevano velocità ridicole e non esistevano le flat delle compagnie telefoniche. Ricordate quanto tempo ci voleva per caricare una foto, vero?
Per me le prime connessioni volevano dire soprattutto una cosa: e-mail.
La posta elettronica è stata una vera rivoluzione. Ai tempi frequentavo l’ambiente radiofonico/musicale, vuoi per passione vuoi per lavoro. Grazie alle mail allacciai amicizie e collaborazioni con persone che abitavano dall’altro capo dello Stivale. Scriversi era qualcosa a metà tra il vecchio stile (non c’era l’immediatezza dei social network) e una nuova, fantascientifica rapidità di invio, ricezione e risposta.
In quegli anni conobbi molta gente in gamba, allargando in maniera esponenziale il mio ristretto orizzonte “analogico”.

Il mio primo computer connesso al Web.

Il mio primo computer connesso al Web.

Tra il 1999 e il 2002 usufruii a dismisura dei forum di discussione e delle mailing list.
Ancora una volta, iniziai col settore musicale/radiofonico, salvo poi iscrivermi a forum che riguardavano le mie passioni più datate e radicate: giochi di ruolo, fantasy, fantascienza, horror.
Erano anni in cui le board di discussione erano molto vive e ricche di spunti di discussione e di confronto. C’erano – già allora – troll e imbecilli, ma dei buoni moderatori riuscivano ad arginare i malintenzionati.

Negli anni a seguire, diciamo fino al 2005, proseguii su questa falsariga, approcciandomi anche ai primi siti e forum di scrittura, che ai tempi erano assai frequentati. Si poteva imparare molto, pubblicando un racconto e appellandosi al giudizio dei lettori e dei colleghi. Inoltre venivano organizzati anche concorsi interni, ottimi per stimolare una competitività positiva.
Nel mentre continuavo a seguire anche alcuni dei vecchi forum, anche se l’aria stava pian piano cambiando.

Nei medesimi anni -2005/2006- ebbi i primi approcci col mondo dei blog. Gestivo dei piccoli spazi su piattaforme defunte, come Lycos e Splinder. Gli argomenti di cui mi occupavo erano più o meno gli stessi di cui parlo ora: libri, fantastico, film, fumetti etc.
Avevo non più di 50 lettori, contro i 1500 di oggi, eppure mi sembrava di rivolgermi a un pubblico enorme, che meritava dunque tutti i miei sforzi di migliorarmi.

Dieci anni fa trascorrevo ore sui forum dedicati ai videogiochi di calcio manageriale...

Dieci anni fa trascorrevo ore sui forum dedicati ai videogiochi di calcio manageriale…

Causa la malattia di papà e altri problemi personali, la mia attività di blogger venne sospesa per più di un anno. Quando tornai in attività, i blog erano oramai “pandemici”, i potenziali lettori erano diventati tantissimi e c’era molta voglia di confrontarsi e di scoprire cose nuove.
Nel mentre si stavano però affermando i social network, Facebook su tutti. Dapprima semplice curiosità, FB divenne quasi subito una moda irrinunciabile per l’italiano collegato in Rete.
Da allora le cose non sono cambiate, anzi: i social sono diventati spesso sostitutivi di blog, siti e di altre vecchie forme di interattività in Rete.
Moltissimi forum, per esempio, si sono estinti. Meno velocemente dei dinosauri, ma in maniera altrettanto inesorabile. Idem per buona parte delle mailing list. Resiste la posta elettronica, che però per le nuove generazioni pare essere obsoleta e sconosciuta. Del resto è molto più semplice utilizzare la messaggeria di Facebook o What’s App.
I blog vivono un momento di trasformazione. Che sia crisi o meno non ve lo so dire. Certo è che non possono vivere senza essere legati ai social network più famosi. Non esiste – a quanto pare – altre alternativa per fare promozione e passaparola.

Qualcosa è di certo cambiato a livello di comunicazione.
Siamo passati a un linguaggio asciutto, veloce, fatto di smile e di faccine. Lunghe mail vengono spesso viste come fastidiose e inopportune. Soprattutto i giovanissimi danno precedenza a messaggi stringati, di poche parole.
Il livello di attenzione si è abbassato molto (e questo è un male assoluto). Per contro la mente umana sta diventando assolutamente multitasking, tanto che un buon internauta è in grado al contempo di gestire più conversazioni su media differenti.

Microsoft Word - web 2.0 logos.doc

Quel che più mi spiace è in realtà il progressivo allontanarsi del navigatore medio ai contenuti, preferendo piuttosto dedicare attenzione ai link sensazionalistici o a post di carattere palesemente stupido e volgare. Non è un caso il successo di tante finte testate giornalistiche, che ogni giorno ottengono migliaia di visite pubblicando articoletti di massimo 50 parole, che si rifanno a notizie inventate e palesemente comiche.
Recensioni e approfondimenti sono sempre più spesso visti come noiosi e inopportuni. Per giudicare un film o un libro si ricorre oramai al metodo delle “stelline”, in stile Amazon, spesso con poche parole disarticolate, per decretare la bocciatura o la promozione di un titolo.

Dove porterà questa strada?
Non lo so. Diciamo che lo immagino, e non so se la meta che si profila all’orizzonte mi piace.
Per il momento si rimane a bordo e si cerca di mantenere la rotta. Sarà curioso vedere cosa avrò da dire sul Web, da qui a cinque o sei anni…

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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