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Chissà cos'è successo stavolta... Ho divorato le prime cento pagine, nonostante lo strato di polvere che appannava quella storia e quella scrittura da film americano old style e poi via via questo lungo giallo ha perso mordente e interesse. Perfino la curiosità che il tipo di romanzo induce nel lettore è sfumata in stanchezza e il personaggio di Philip Marlowe, che doveva essere così seducente per le donne e comunque un riferimento per gli uomini degli anni '40 e '50, ha contribuito a disamorarmene senza speranza.
Ho trascinato queste pagine e la scrittura un po' antipatica di Chandler dimenticando di volta in volta di leggere un romanzo chiamato Il lungo addio, smettendo di chiedermi addio da chi o da cosa, pur se parecchie volte la chiave dell'enigma - o una sua annacquata versione - ha bussato alla mia mente. E, elemento ancor più curioso, perdendo via via i tratti dei personaggi, come fuggevoli strette di mano a cui non si dà importanza, rimandando l'amicizia a momenti migliori.
Il lungo addio è un po' la prova che l'America della provincia si viveva in maniera diversa da come ce la immaginiamo noi o la vediamo rappresentata al cinema e in televisione. Il confine non ha i tratti della storia e della verità, raramente assume un carattere esistenziale e il viaggiare è il mezzo per raggiungere luoghi lontani. Ci sono momenti, come la strada per il Messico nei primi capitoli, che sembrano preludere a uno sviluppo della dimensione "sociale", ma presto tutto si vanifica. Troppo presto e con troppo agio Philip Marlowe rinuncia alla felicità dell'incontro e della presenza dell'altro: più che schivo, sembra ostile a quella vita solitaria a cui si abbarbica con un'ostinazione insieme ammirevole e a me del tutto estranea.
Il lungo addio ri Raymond Chandler è una galleria di storie "di profilo", schizzi di rimandi a una vita che non riesco ad afferrare, senza la leggerezza di panna, sia pure dolorosa, che mi attendo per fantasmi lontani: con dolore, ma (lo ammetto) anche con premura, ho coperto questa casa disabitata e fredda, posseduta da vicende lontane e ne sono uscito senza più voltarmi. Spero che un giorno qualcuno mi ci riporti e riaccenda qualche fuoco.
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