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Il mio miglior amico di Patrice Leconte. Add him as a friend

Creato il 04 dicembre 2011 da Spaceoddity
Il mio miglior amico di Patrice Leconte. Add him as a friendA dispetto del titolo e dello slogan, uno più ruffiano dell'altro, Il mio miglior amico (2007, tit. or. Mon meilleur ami) di Patrice Leconte è una commedia molto gradevole e per niente superficiale, piena di senso: uno di quei film prodotti con intelligenza e garbo, che emozionano e lasciano un ricordo.
Vi si racconta un episodio toccante della storia di François (Daniel Auteuil). Questo grigio mercante d'arte, separato e padre disattento, accetta una balorda scommessa con la sua partner in affari, Catherine (Julie Gayet): presentare ai suoi colleghi non un conoscente, non un contatto, ma un amico, uno vero, anzi, il migliore amico. Posta in gioco un vaso greco sul quale sono raffigurati Achille e Patroclo e su cui un uomo un giorno avrebbe pianto la morte del suo amico fino a riempirlo di lacrime. François comincia subito a scavare nella sua rubrica e nella sua memoria, ma forse hanno ragione la figlia Louise (Julie Durand) e Catherine a fargli notare che non lui non ha altro che le sue cose.
Il mio miglior amico racconta di un desolante spreco di senso nella vita e nelle cose. François trascura la situazione finanziaria della sua galleria per perlustrare la città in taxi alla ricerca di qualcuno che possa dirsi suo amico: non per una crisi affettiva, non per un bisogno speciale di qualcosa, non perché si senta solo, ma per una scommessa di cui in fondo gli importa ben poco. François non cerca neanche un amico, ma qualcuno che possa sopportare di esserlo per il tempo della scommessa, per poi tornare di nuovo ai suoi affari, alla sua vita. Come una vacanza, come un hobby a cui non avrebbe mai pensato di darsi, ma che insomma, nella vita ci sta pure quello e poco importa se, accanto a te, le tue disattenzioni in un caso e nell'altro, costano molto care.
Disattenzione, per esempio, alla figlia e alla sua allergia. Alla collega e alla sua vita sentimentale senz'altro imprevedibile. All'amabile tassista Bruno (Danny Boon) che ti guida da un tentativo all'altro e ti vede fallire. François regala di sé quell'immagine di perdente che io so concedere solo ai miei amici veri. Non è solo perché non si sa dare, ma perché non sa cosa voglia dire e non sa di farlo inconsapevolmente. Esibisce la sua povertà umana, caricaturale quanto si vuole, più delle sue ricchezze e della bellezza che smercia e non regala, né sa apprezzare.
Il mio miglior amico di Patrice Leconte. Add him as a friendIl mio miglior amico è, senz'altro, la storia di uomini che collezionano cose per trovarsi con pugni di mosche. Eppure, con intelligenza, Patrice Leconte evita di banalizzare la storia toccante di rapporti veri penalizzando il valore degli oggetti, del denaro, del successo nella propria vita. Se penso alla Parigi arsa dal dolore, dall'irrequietezza e da un sole implacabile di Rohmer ne Il segno del leone o ne Il raggio verde, sono grato a Leconte per la levità e l'apertura di questi personaggi alla vita e alle sue scoperte. Ciò, nonostante si ponga davvero il problema dell'amicizia e del suo senso, a partire dal suo essere un aspetto ben distinto della vita un essere umano, fino all'esserne una dimensione esistenziale ineludibile. Perdono a Leconte anche certe sfocature indebite di personaggi e situazioni, il ricorso all'abusato episodio della volpe ne Il piccolo principe di Saint-Exupéry e perfino per l'insistenza quasi con cui la parola "amico" ricorre sulle bocche e agli occhi di chi non sa cosa sia l'amicizia: perché tutto questo ha senso e il film vi spessore, discrezione e significato per me.

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COMMENTI (1)

Da  Spaceoddity
Inviato il 04 dicembre a 22:52
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Nell'ultima frase è saltata la parola "guadagna": ... il film vi guadagna spessore, discrezione e significato per me.