Si sveglia e fa un twitt, e poi va avanti così per tutta la giornata tra una riunione, lo studio di un dossier, e qualche altra incombenza.
I suoi ministri non sono da meno: non sono in carica da nemmeno due giorni e imperversano con garruli cinguettii attraverso i quali si annunciano tasse poi smentite, battute da ascensore e emozioni delle quali non ce ne può fregare di meno.
Una volta eravamo il popolo, poi è arrivato uno che ci voleva semplici telespettatori, poi quell’altro che ci chiama cittadini. Ora mi sa che siamo precipitati in un hastag: #statesereni.
E temo di sapere come andrà a finire.
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