Voi avete un “posto del cuore”?
Quel posto, magico, in cui ti senti a casa, bene, in pace con te stesso e dove ti impigrisci da morire?
Io si, Celle Ligure, luogo di villeggiatura sito tra Varazze e Savona, uno dei pochi non attraversato dall’Aurelia così non finisci spiaccicato sull’asfalto per arrivare in spiaggia e le mamme tirano un sospiro di sollievo “liberando” i bimbi scatenati. Già, di quelli ce ne sono a bizzeffe a Celle, infatti e’ detta la citta’ dei bambini e dei gatti, non so bene perché ma così e’.
Magari non c’è molto da fare ma, per me rimane il posto piu’ bello del Mondo, e la amo da 34 anni.
Dopo un anno passato in una citta’ grande come Montreal tornare a Celle, di cui conosco ogni angolo ed anfratto e ad ogni metro incontro una faccia conosciuta od un viso amico con cui far due parole, e’ un toccasana per lo spirito che troppo ha sofferto di solitudine.
Ricordo che ai tempi dell’università, se un esame andava male, salivo in macchina e guidavo incazzata fino a qui, mi ritrovavo a camminare sul lungomare fino al molo dove osservavo le onde infrangersi sugli scogli, li fissando l’orizzonte, la rabbia scemeva; mente, cuore e corpo si calmavano e rimanevo li fino a ricaricarmi l’animo, la mareggiata come caricabatterie naturale.
A Celle ci sono delle mareggiate fantastiche. Se soffia Libeccio porta via spiaggia e i bagnini degli Augustus si incazzano da morire,se batte Scirocco porta sabbia e sono tutti piu’ contenti, sopratutto al CNC (Club Nautico Celle) che si ritrova con una lunga spiaggia e si pensa subito a festeggiare con una bella grigliata.
Mareggiata storica, perché viva nella mia memoria, avvenne l’anno in cui affondo’ la petroliera Haven, ora sito di immersioni per sub provetti, alte onde ti schiaffeggiavano facendoti rotolare fino a riva e ti ritrovavi i capelli aggrovigliati per il catrame, ma quanto era divertente!!
Ricordo che da piccoli ci si trovava alle 21.00 al molo, poi disco-beach a cantare “chi ha ucciso l’uomo ragno”o al TuttiFrutti per una crêpes o alla Bussola a giocare a quel che pare a te. Ricordo le partite di calcio tra ragazze Augustus vs Lido al Lavadore, tecnica poca botte tante; i pomeriggi a giocare a pallavolo al campetto dietro casa, anche la sera della finale di Italia 90 eravamo li. Erano i tempi delle bancarelle, della sagra del pesce azzurro e del gioco del chiodo in spiaggia dopo pranzo (perché devi far venire le 16 per fare il bagno avendo pranzato, diceva mia nonna).
Poi sono arrivati i tempi dei primi amori, delle grigliate al CNC e le bevute con annesse ubriacature e cazziatoni genitoriali, tutto con i miei amici, sempre gli stessi, anche loro da 34 anni. Siamo cresciuti insieme, i Toga Party, le feste in maschera a Ferragosto, la lunga estate della maturità, le piscinette,i motorini e le patenti..i matrimoni.
Ed ora ecco giocare, come facevamo noi un tempo, i nostri figli in spiaggia che estate dopo estate si divertiranno quanto noi. Sono già un bel gruppo.
Così anche oggi, come tutte le volte che devo lasciare Celle sono triste e malinconica, pur sapendo che al mio ritorno tutto sarà famigliare ed immutato. Perché tornerò, come sempre, stessa spiaggia stesso mare, per non sbagliare.