Gelati, formaggi e affettati vegetali. Poi vestiti tessuti a mano, gioielli artigianali, sculture sacre, preparati per il corpo, saponi impastati nelle erbe officinali, giocattoli che vanno a energia solare. C’era un’ampia scelta al Vegan Fest 2011, la prima fiera expo internazionale del mondo ecologico e vegan che si è svolta dal 22 al 25 aprile presso la Villa Le Pianore di Camaiore (Lucca). Centinaia di visitatori da tutta Italia hanno scardinato in un colpo solo, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo stereotipo del veg(etari)ano new age, trasandato nel vestire e chiuso nelle proprie convinzioni. «Sono andata alla Vegan Fest alla ricerca di cosmetici e scarpe cruelty free – racconta Sabrina Carrer, 33 anni, la persona sottile stretta in una giacca di cotone scuro, gonna da anchor woman e capelli biondi raccolti sulla nuca – So che l’industria cosmetica è una delle più crudeli nei confronti degli animali. E in più odio la pelletteria». Sabrina è una dei 6 milioni di veg(etari)ani in Italia, cioè una di quelle persone che rifiutano di consumare, oltre alla carne, tutti gli altri prodotti di derivazione animale offerti dal mercato. Come spiega Sauro Martella, l’organizzatore del Vegan Fest, il vegetarismo è infatti una scelta trasversale: «Essere vegan significa adottare uno stile di vita non cruento e non crudele, che abbracci tutti gli aspetti della vita quotidiana, dall’alimentazione all’abbigliamento ai trasporti e via discorrendo. Ma questo non vuol dire rinuncia». E per rendersene conto basta dare un’occhiata ai dettagli della moda vegan che tre modelli fotografati da Sebastiano Mamì hanno indossato per La Nuova Ecologia. Una varietà di forme materiali e colori da fare invidia a qualunque maison. Con il vantaggio di una filiera rispettosa delle risorse naturali, degli animali e dei lavoratori.
leggi il resto del servizio qui