Il test positivo, non lascia spazio ad alcun dubbio. Gioia, felicità, sorpresa, ansia, queste solo alcune delle emozioni che accompagnano la gravidanza.
Poi, con il passare dei mesi e la pancia che lievita si inizia a prendere coscienza del proprio “stato interessante” fino a che questo non diventa visibile a tutti.
Io mi reputo un tipo piuttosto pratico, di quelle che sì, stanno attente ma pensano che avere un figlio non sia un evento “soprannaturale” ma qualcosa di assolutamente naturale e in quanto tale vada vissuto.
Da sempre ho guardato con sospetto alle mamme “gravido centriche” quelle per intenderci che dal giorno in cui scoprono di aspettare un bambino incominciano a leggere manuali scritti da psicologi – spesso uomini, senza figli – dai nomi astrusi quanto le loro teorie su come crescere i neonati, e che s’iscrivono a qualunque corso pseudo-filosofico o tantrico per pianificare quando e come alzarsi, respirare, rilassarsi e comportarsi per non “traumatizzare” il feto.
Certo, non nego che anch’io mi ritrovo a scrutare il mio pancione con il sorriso sulle labbra e ad aspettare i movimenti della mia bambina (sì, è una lei) con trepidazione, resto però una persona pratica e riservata che non attacca bottone con chiunque per parlare di allattamento, biberon o cambio dei pannolini.
E se il mio pancione, ormai di 8 mesi attrae spesso gli sguardi di conoscenti e passanti è alle diverse reazioni, soprattutto delle altre donne, al “mio stato interessante” che non ero del tutto preparata.
Ma andiamo con ordine. Le più prevedibili sono le GIA’ MAMME o quelle che coltivano da sempre UN SOGNO DI FAMIGLIA.Entrambe, infatti, non risparmiano congratulazioni, auguri, sorrisi, baci e abbracci.
Le prime sono poi spesso dispensatrici di consigli, loro ci sono già passate, e sono interessate agli esiti di ogni esame e di ogni ecografia.
Mentre le seconde o si limitano a guardare il vostro pancione con sguardo languido e vi ci appoggiano la mano come su una sfera magica oppure, già inacidite, si limitano a scrutarvi con aria severa.
La seconda categoria è quella delle
YUMMY MUMMY . Ovvero quelle future mamme che, se tu al 6 mese hai ormai assunto le sembianze di un cetaceo loro svettano ancora con estrema disinvoltura sui tacchi e vi snocciolano le regole ferree del loro personal trainer: dieta, palestra, massaggi. Come se noi non lo sapessimo!Queste, se vi volete bene, è una categoria che consiglio di evitare.Terza categoria: le NOSTALGICHE
Sono le donne che ormai hanno figli grandi e non appena ti vedono iniziano a ricordare il tempo in cui loro erano in attesa. Se alle volte possono essere logorroiche si tratta comunque di una categoria assolutamente innocua.
Non saprei come definirla ma si tratta di quelle donne per le quali inizi ad esistere nel momento in cui stai per diventare madre. Se per queste infatti sei sempre stata poco più che trasparente ecco che nel momento in cui vengono a sapere del tuo “stato” ti riabilitano al ruolo di donna. Quasi che una prima non lo fosse e lo diventasse di diritto solo con la maternità.
Ed è a questo punto che capisco quanta insicurezza si celi dietro molti di questi atteggiamenti , quanta pressione si eserciti sulle donne. Per questo trovare la “pecca” nei comportamenti altrui spesso serve per sentirsi meno inadeguate.
Mentre rifletto su tutto questo sento dei tuoni e poi uno scroscio d’acqua……..il primo temporale annuncia la primavera. La bimba scalcia e io sorrido al pensiero delle giornate che trascorreremo insieme al parco scaldate dal primo sole tiepido di Aprile, forse anche lei è d’accordo con me.Significato dell’espressione “Stato interessante”. Secondo l’Accademia della Crusca si tratta di un’espressione eufemistica che sottende l’attenzione dell’interlocutore nel rivolgersi “garbatamente” ad una donna in un momento della vita di particolare “interesse e mistero”.Oltre a ciò si può poi pensare ad una serie di usi multi direzionali per cui lo “stato interessante” non è tale solo perché richiede attenzione e cura da parte dell’esterno verso la donna ma anche perché implica la premura della donna stessa verso il suo corpo.