Dopo un mesetto dal mio postarello su Laputa, rieccoci di ritorno con la Miyazaki Selection, che quest'oggi presenta un piattone d'eccezione:
Il mio vicino Totoro è infatti uno dei lavori più emblematici dello Studio Ghibli, tanto da esserne diventato letteralmente il simbolo
La fiaba urbana
viene da chiedersi chi di punto in bianco se ne uscì con "Ehi, perché non ci mettiamo un Gattobus?!"
Totoro è il primo lungometraggio di Miyazaki a discostarsi totalmente dai suoi predecessori, tutti legati a temi più o meno adulti (o quanto meno adolescenziali) e ciascuno condizionato a suo modo da una vivida impronta bellica
Totoro, in questo senso, non potrebbe essere più diverso: è un film che fa suoi quegli elementi fiabeschi che già avevano pervaso le direzioni di Hayao, spogliandoli però dal sapore del conflitto e della negatività:
Sebbene contempli certi elementi di dramma, infatti, Il mio vicino Totoro è palesemente un piacevole racconto per l'infanzia colmo di buoni sentimenti e il solito smisurato amore per la natura...con un'interessante novità: si tratta del primo lungometraggio di Miyazaki ad essere ambientato in Giappone, più precisamente nell'hinterland della Tokyo degli anni '50
Il valore di Totoro
Quella che sarebbe diventata una delle scene più famose dell'Animazione
Come si può facilmente intuire, con Totoro non si può usare un metro di giudizio simile a quello di Laputa o Nausicaa, ma bisogna piuttosto ricercare quel Miyazaki collaboratore di tante serie tv per giovanissimi, come Anna dai Capelli Rossi e Heidi...eppure appare da subito ben chiaro come questo lungometraggio si discosti da praticamente qualsiasi cosa lo abbia preceduto anche avendo ben presente il passato di MiyazakiUn'altra volta ritroviamo la conferma di uno dei massimi valori del regista nipponico, ovvero il suo "garbato" femminismo e l'importanza che ha sempre voluto dare al genere femminile:
Il film difatti ha come protagoniste assolute le bambine Satsuki e Mei, progressivamente coinvolte nel fantastico e nella magia dal sapore tradizionale portata gradualmente in scena con la calma propria del Miyazaki più fiabesco
Commento
Il logo dello Studio Ghibli
Ne Il mio vicino Totoro , facendo attenzione, ci si può trovare davvero molto della filosofia di Hayao Miyazaki, ma va tenuto presente come il suo intento principale sia quello di intrattenere piacevolmente un pubblico molto giovane tramite un cartone animato che, da solo, vale molto di più di tanta di quella pseudo-pedagogia sbandierata qua e la.Abbastanza chiaramente il pubblico più adulto, quando anelante trame complesse e momenti di suspance, è qui assolutamente fuori posto: traetene tutte le conclusioni del caso se decidete di guardarvi questo bellissimo film
Il Totoro in quanto personaggio è invece un essere semplicemente stupendo nella sua insondabile semplicità, il miglior testimone possibile per lo stile Ghibli tutto