A pochi giorni dal 12° anniversario dell’11 Settembre 2001, riportiamo questo articolo di David Ray Griffin, originariamente pubblicato nel 2009, sul crollo dell’Edificio 7 del World Trade Center. A distanza di oltre un decennio dai tragici avvenimenti dell’11 Settembre 2001, infatti, ancora molte persone, in tutto il mondo, ignorano che quel giorno a crollare non furono solo le Torri Gemelle ma, appunto, anche l‘Edificio 7. Ed è questo il senso della campagna ReThink911,” una campagna globale di sensibilizzazione lanciata il 1 settembre 2013, nel tentativo di innescare una nuova inchiesta sui fatti dell’ 11 Settembre 2001″. Sponsorizzata dal gruppo Architects & Engineers for 9/11 Truth e da organizzazioni partner, ReThink911 posizionerà cartelloni pubblicitari in 12 delle più grandi città del mondo, con la semplice scritta ” Lo sapevate che una terza torre cadde l’11/9?“.
Ad oggi, sono oltre 2.000 gli architetti e gli ingegneri che hanno firmato una petizione per richiedere una nuova indagine sulla distruzione dell’ Edificio 7, cosi come sulla distruzione delle Torri Gemelle.
di: David Ray Griffin
Alle 5:21 del pomeriggio dell’11/9/2001, quasi sette ore dopo il crollo delle Torri Gemelle, anche l’Edificio 7 del World Trade Center è collassato su se stesso. Il crollo di questo edificio è stato fin dall’inizio considerato un mistero. [1]
La stessa cosa, per sicurezza, si sarebbe dovuta dire riguardo il crollo delle Torri Gemelle. Ma questi due grattacieli erano stati colpiti dagli aerei, che hanno provocato grossi incendi al loro interno, e molte persone hanno ritenuto che questa combinazione di cause era sufficiente per spiegarne il crollo.
Ma il WTC 7 non è stato colpito da nessun aereo, e, a quanto pare, sembra essere il primo grattacielo con una struttura in acciaio in tutto il mondo ad essere crollato solamente a causa del fuoco. James Glanz, giornalista del New York Times, ha citato un ingegnere strutturale, il quale ha affermato che : “All’interno della comunità dell’ingegneria strutturale è considerato molto più importante capire cosa sia accaduto al WTC 7 rispetto alle Torri Gemelle, dato che gli ingegneri non hanno alcuna risposta per la domanda “perché l’Edificio 7 è crollato?” [2]
Dal punto di vista puramente scientifico, naturalmente, ci sarebbe una risposta ovvia. Gli scienziati, presupponendo la regolarità della natura, operano sul principio che effetti simili generalmente implicano cause simili. Di conseguenza, gli scienziati detestano postulare cause senza precedenti per fenomeni comuni. Sino all’11/9, il crollo di grattacieli con struttura in acciaio era un fenomeno piuttosto comune, che la maggioranza degli americani aveva potuto vedere in televisione. E in ognuno di questi casi, l’edificio era stato fatto crollare per mezzo di esplosivi nel processo noto come demolizione controllata. Dal punto di vista scientifico, quindi, l’ovvio presupposto sarebbe stato che il WTC 7 è venuto giù a causa di esplosivi che erano stati utilizzati per eliminare i suoi supporti d’ acciaio.
Tuttavia, il dibattito pubblico riguardo la distruzione del World Trade Center non si è verificato in un contesto scientifico, bensì su quello politico . L’America era appena stata attaccata, secondo quanto ormai quasi universalmente creduto, da terroristi stranieri che avevano dirottato degli aeroplani facendoli schiantare contro le Torri Gemelle, e, come risposta, l’amministrazione Bush aveva lanciato una “guerra al terrorismo“. L’idea che anche uno degli edifici fosse stato fatto crollare utilizzando esplosivi avrebbe implicato che gli attacchi non erano stati una sorpresa e, quindi, se questa idea non poteva essere sostenuta da molte persone in privato, figuriamoci in pubblico.
Questo significava che la gente doveva credere, o almeno fingere di credere, che l’edificio 7 era crollato a causa del fuoco, anche se, come scritto da Glanz: “Gli esperti hanno riferito che nessun edificio simile al WTC7, un grattacielo moderno, rinforzato in acciaio, era mai crollato a causa di un incendio incontrollato “[3]. Quindi, il crollo di questo edificio doveva essere considerato un mistero – nella misura in cui questo crollo viene preso in considerazione.
Ma c’è dell’altro. Anche se il WTC 7 era un edificio di 47 piani, che nella maggior parte dei posti sarebbe stato l’edificio più alto della città, se non dello stato, è stato sminuito dai 110 piani piani delle Torri Gemelle. Ed è stato sminuito rispetto a queste anche nella conseguente copertura mediatica. E così, scrive Glanz, il crollo dell’edificio 7 è stato “un mistero… che avrebbe probabilmente catturato l’attenzione della città e del mondo, se le Twin Towers non fossero anch’esse crollate”. [4] Sta di fatto che il mistero del crollo dell’edificio 7 è stato raramente discusso.
Per quei pochi che invece vi stavano prestando attenzione, la misteriosità di questo crollo non è stata attenuata dal primo rapporto ufficiale sulla questione, rilasciato dalla FEMA nel 2002. Questa relazione presentava quella che è definita l’ “ipotesi migliore” sul perché l’edificio sia crollato, anche se poi la stessa FEMA ha aggiunto che questa ipotesi avrebbe avuto però “solo una bassa probabilità di accadimento.” [5]
Questo rapporto della FEMA, infatti, non ha fatto altro che aumentato il mistero, grazie a un’appendice scritta da tre professori del Worcester Polytechnic Institute. In tale appendice si riporta che un pezzo di acciaio del WTC 7 si era fuso al punto da presentare dei fori al suo interno, facendolo apparire quasi come un pezzo di groviera. [6] James Glanz, sottolineando che gli incendi nell’edificio non sarebbero stati in grado di fondere l’acciaio, si riferisce a questa scoperta come “il mistero più profondo venuto alla luce durante le indagini“. [7]
Il compito di fornire la spiegazione definitiva del crollo del WTC 7 è stato affidato al NIST, il National Institute of Standards and Technology. Benchè ci si aspettava che il NIST rilasciasse la sua relazione su questo edificio insieme con quella sulle Torri Gemelle, che è uscita nel 2005, questo non è accaduto. Il NIST ha quindi continuato a ritardare questa relazione fino all’agosto del 2008, quando ha pubblicato una Bozza di Discussione Pubblica.
1. Il rifiuto del NIST di Prove di Esplosivi
Durante una conferenza stampa, Shyam Sunder, principale investigatore del NIST, dichiarò che “la ragione del crollo del World Trade Center 7 non è più un mistero.” Inoltre, annunciando che il NIST “non ha trovato alcuna prova sul fatto che fossero stati utilizzati esplosivi per il crollo dell’edificio “, [8] ha aggiunto:” Quello che abbiamo detto è realmente suffragato dalla scienza “.[9] Nel resto di questa lettura vi mostrerò che entrambe queste affermazioni erano false…
Il NIST e la frode scientifica
Per quanto riguarda la questione scientifica, lungi dall’essere sostenuto dalla buona scienza, il rapporto del NIST ricorre ripetutamente alla frode scientifica.
Prima di entrare nei dettagli, vorrei sottolineare che se il NIST avesse fatto uso di frode scientifica, questo non sarebbe particolarmente sorprendente. Il NIST è un’agenzia del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Durante gli anni in cui stava scrivendo i suoi rapporti sul World Trade Center, era quindi un organismo dell’amministrazione Bush-Cheney. Nel 2004, la Union of Concerned Scientists ha rilasciato un documento nel quale accusava questa amministrazione di “distorsione della conoscenza scientifica per fini politici di parte“. Quando giunse il termine dell’amministrazione Bush, questo documento era stato firmato da oltre 15.000 scienziati, tra cui 52 premi Nobel e 63 destinatari della National Medal of Science. [10]
Inoltre, uno scienziato che in passato aveva lavorato per il NIST, riferì che l’Istituto era stato “completamente dirottato dalla sfera scientifica a quella politica“, con il risultato che gli scienziati che lavorano per il NIST “hanno perso la loro indipendenza scientifica, diventando poco più che ‘hired guns ’” [Qualcuno con particolari conoscenze o competenze che viene assunto per risolvere problemi particolarmente difficili o complessi, NdR] [11 ].Riferendosi in particolare al lavoro del NIST sul World Trade Center, aggiunse che tutto doveva essere approvato dal Dipartimento del Commercio, dalla National Security Agency, e dall’Ufficio di Gestione e Bilancio-” un ramo dell’ufficio esecutivo del presidente “, dove” c’era qualcuno specificatamente delegato a supervisionare il lavoro [del NIST] “. [12]
Uno dei principi generali del lavoro scientifico è che le sue conclusioni non devono essere dettate da preoccupazioni non scientifiche – in altre parole, da qualsiasi preoccupazione diversa da quella di scoprire la verità. Quanto dichiarato dall’ex dipendente del NIST fornisce un motivo per sospettare che l’Istituto, mentre preparava la sua relazione sul WTC 7, avrebbe operato come un’agenzia politica e non scientifica. La quantità di menzogne in questa relazione suggerisce sia davvero accaduto ciò.
Secondo la National Science Foundation, i principali tipi di frode scientifica sono la costruzione, la falsificazione e il plagio. Non vi è alcun segno che il NIST sia colpevole di plagio, ma lo è certamente di costruzione, che può essere definita come “invenzione di risultati”, mentre la falsificazione indica la “modifica o l’omissione dei dati”. [13]
L’omissione delle prove da parte del NIST è infatti talmente massiccia che, personalmente, ne tratto come un tipo distinto di frode scientifica. Come scrisse il filosofo Alfred North Whitehead nel suo libro del 1925, “ La scienza e il mondo moderno”: “E ‘abbastanza facile trovare una teoria [autoconsistente]… a condizione che siate consapevoli di ignorare la metà delle vostre prove. “Il “temperamento morale richiesto per la ricerca della verità”, aggiunge l’autore, include” un inflessibile determinazione nel prendere in considerazione tutte le evidenze di cui si dispone “. [14]
Il NIST, invece, sembrò manifestare una determinazione inflessibile nell’ignorare la metà delle prove rilevanti.
Prove effettive degli esplosivi
Alcune delle prove ignorate dal NIST sono le prove effettive che dimostrano che furono gli esplosivi a causare il crollo del WTC 7.
L’acciaio – groviera - Inizierò con il pezzo di acciaio del WTC 7 che si era fuso cosi tanto da assomigliare ad una fetta di groviera. Spiegando perché questo viene definito “il mistero più profondo emerso nelle indagini,” James Glanz ha scritto: ” L’acciaio apparentemente si è fuso, ma si ritiene che nessun incendio che si è sviluppato negli edifici potesse essere in grado di generare questa situazione “. [15] Glanz ha utilizzato quasi un eufemismo. La piena verità è che gli incendi nell’edificio non avrebbero potuto portare l’acciaio neanche vicino alla temperatura di 1.482 ° C (2.700 ° F) – ovvero la temperatura necessaria per la fusione dell’acciaio. [16]
I professori che hanno scritto di questo pezzo di acciaio nell’appendice del rapporto della FEMA hanno dichiarato che : “E’ necessario uno studio dettagliato dei meccanismi che hanno causato questo fenomeno“. [17] Arden Bement, che era il direttore del NIST quando questo assunse il progetto del WTC, riferì che il rapporto del NIST avrebbe affrontato “tutte le principali raccomandazioni contenute nel Rapporto [della FEMA]“. [18]
Ma quando il NIST pubblicò la sua relazione sul WTC 7, non fece menzione di questo pezzo di acciaio che sembrava una fetta di groviera. Anzi, il NIST ha persino sostenuto che non un solo pezzo di acciaio del WTC 7 era stato recuperato. [19]
Questo pezzo di acciaio, del resto, era solo una piccola parte delle prove, ignorate dal NIST, che l’acciaio si era fuso.
Le particelle di metallo nella polvere - L’edificio della Deutsche Bank , che era proprio accanto alle Torri Gemelle, è stato fortemente contaminato dalle polveri prodotte dal crollo delle Torri. Ma la compagnia di assicurazione di Deutsche Bank si rifiutò di pagare per il disinquinamento, sostenendo che quella polvere non poteva essere attribuita al crollo del World Trade Center. Così Deutsche Bank commissionò all’ RJ Lee Group uno studio, il quale alla fine dimostrò che la polvere presente nell’edificio della Deutsche Bank proveniva dal WTC e, per di più, presentava una firma ben specifica. Ovvero “particelle…sferiche di ferro “. [20] Questo, per l’RJ Lee Group, significava che il ferro si era” fuso durante il crollo delle torri, producendo particelle metalliche sferiche “. [21] Lo studio mostrò anche che, mentre le particelle di ferro costituiscono solo lo 0,04 per cento della polvere di un normale edificio, nel caso del WTC tale valore era pari a quasi il 6 per cento – ovvero quasi 150 volte più del normale. [22]
Lo studio dell’ RJ Lee Group scoprì inoltre che erano state raggiunte temperature “alle quali il piombo sarebbe evaporato” [23] – cioè i 1.749 ° C (3.180 ° F). [24]
Un altro studio venne condotto dall’ US Geological Survey, il cui scopo era quello di aiutare l’ “identificazione dei componenti della polvere del WTC“. Oltre al rinvenimento di particelle di ferro, gli scienziati coinvolti in questo studio scoprirono anche che si era fuso del molibdeno. Questo risultato è particolarmente significativo, dato che questo metallo non fonde prima di raggiungere i 2.623 ° C (4.753 ° F). [25]
Il NIST, tuttavia, non ha menzionato nessuno di questi studi, anche se quest’ultimo era stato condotto da un altro ente governativo degli Stati Uniti.
E il NIST non ha potuto menzionare alcuno di questi studi in quanto si era arroccato sulla propria teoria che il crollo degli edifici del WTC era stato causato dagli incendi, mentre questi studi mostravano chiaramente che all’interno di quei grattacieli si stesse sviluppando qualcosa di diverso dai semplici incendi.
Residui di Nanotermite - Cosa era? Un rapporto redatto da vari scienziati, tra cui il chimico Niels Harrit dell’Università di Copenhagen, ha mostrato che la polvere del WTC conteneva nanotermite inesplosa, che, a differenza della termite ordinaria, che è un incendiario, è un esplosivo ad alto potenziale. Questo rapporto di Harrit e dei suoi colleghi, tra i quali figurano anche Steven Jones e Kevin Ryan, è uscito solo nel 2009, [26] diversi mesi dopo la pubblicazione del rapporto finale del NIST (novembre del 2008)
Ma il NIST, per prassi, avrebbe dovuto analizzare la polvere del WTC per individuare eventuali residui di esplosivi, come ad esempio la nanotermite. La ‘Guida alle Investigazioni su Incendi ed Esplosioni’ della National Fire Protection Association afferma infatti che una ricerca per rinvenire tracce di esplosivi deve essere effettuata ogni volta si presenti un “danno di ordine superiore.” Nella Guida si può leggere, dissipando qualsiasi dubbio sul significato di questo termine :
Un danno di ordine superiore è caratterizzato dalla rottura della struttura, che produce detriti di piccole dimensioni e polverizzati. Muri, tetti ed elementi strutturali risultano scheggiati o frantumati, con l’edificio interamente demolito. [27]
Tale descrizione era applicabile al crollo delle Torri Gemelle e del WTC 7. La frase successiva – “i detriti vengono gettati a grandi distanze, forse centinaia di piedi” – è stata applicata per il collasso delle Torri, un dato di fatto che il NIST ha dovuto ammettere, al fine di spiegare come si sono originati gli incendi nel WTC 7. [28] Di conseguenza il NIST avrebbe dovuto indagare su eventuali tracce di esplosivi, come la nanotermite.
Ma quando gli fu chiesto se l’avesse fatto, il NIST rispose di no. Un giornalista allora domandò a Michael Newman, un portavoce del NIST, il perchè, chiedendogli: “Cosa può dire riguardo quella lettera in cui il NIST riferisce di non aver cercato prove di esplosivi?” E la risposta di Newman fu: “Esatto, perché non vi era alcuna prova”. ”Ma“, chiese allora il giornalista “come si può sapere che non ci sono prove se prima non si indaga?“, e Newman: “Se cerchi qualcosa che non c’è, stai perdendo il tuo tempo… e il denaro dei contribuenti ”.[29]
Quando Shyam Sunder, che ha guidato l’indagine del NIST negli edifici del WTC, tenne la sua conferenza stampa nel mese di agosto del 2008 – in cui annunciò che “la ragione del crollo del World Trade Center 7 ora non è più un mistero” – esordì dicendo :
Prima di dirvi quello che abbiamo trovato, mi piacerebbe dirvi quello che non abbiamo trovato. Non abbiamo trovato alcuna prova che dimostri che siano stati degli esplosivi a causare il crollo. [30]
Esordendo con tale dichiarazione, Sunder ha voluto indicare che questa era la più importante conclusione a cui era giunto il NIST – proprio come nel caso delle Torri Gemelle. Tuttavia, anche se Sunder affermò che questa conclusione trovava riscontri scientifici, una conclusione non ha alcuna validità scientifica se può essere raggiunta solamente ignorando metà delle prove.
Metallo Fuso - Oltre alle prove ignorate già menzionate , il NIST ha anche, nella sua indagine sul WTC, ignorato i rapporti che indicavano che le macerie dei grattacieli contenevano un gran quantità di metallo fuso – che gran parte delle persone descrivevano come acciaio fuso. Ad esempio, il pompiere Philip Ruvolo, parlando delle Torri Gemelle, disse: “Più scendevi, più vedevi acciaio fuso che scorreva, come se fossi in una fonderia, come lava. “[31]
Peter Tully, presidente della Tully Construction, società coinvolta nelle operazioni di pulizia, ha riferito di aver visto pozze di “acciaio letteralmente fuso“. [32]
Tuttavia, quando a John Gross, uno dei principali autori del report del NIST, vennero fatte domande riguardo l’acciaio fuso, rispose all’intervistatore in tal modo: “Contesto la tua premessa di base che c’era una pozza di acciaio fuso“, aggiungendo poi: “Non conosco assolutamente alcun testimone oculare che abbia parlato di ciò “. [33]
Tuttavia, oltre a Ruvolo e Tully, tra gli altri testimoni oculari che ne parlarono figurano:
• Leslie Robertson, membro della società di ingegneria che ha progettato le Torri Gemelle. [34]
• Dr. Ronald Burger del National Center for Environmental Health. [35]
• Dott. Alison Geyh della Hopkins School of Public Health, che ha guidato un team scientifico che si recò sul posto poco dopo l’11/9 su richiesta del National Institute of Environmental Health Sciences. [36]
• Infine, il fatto che l’ “acciaio fuso è stato rinvenuto anche nel WTC 7” è stato aggiunto da Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition, Inc., società coinvolta nella pulizia. [37]
Eppure John Gross suggerì che nessun testimone credibile avesse riferito della presenza di acciaio fuso. Questa sembra essere una menzogna bella e buona.
Prove testimoniali per gli Esplosivi
Oltre ad aver ignorato le prove dell’utilizzo di esplosivi, il NIST ha anche ignorato prove testimoniali al riguardo.
Nel suo rapporto del 2005 sulle Torri Gemelle, il NIST ha ignorato decine di testimonianze fornite da giornalisti, agenti di polizia e dipendenti del WTC, insieme a 118 testimonianze di membri del Vigili del Fuoco di New York. [38] Il NIST ha negato anche esplicitamente l’esistenza di queste relazioni, dicendo che non vi “era alcuna prova (raccolta dai …Vigili del Fuoco di New York) riguardo a qualsiasi scoppio o esplosione” che avrebbe potuto suggerire l’utilizzo di esplosivi. [39]
Tuttavia, quando un gruppo di accademici, tra cui scienziati e un avvocato, interrogarono il NIST su questa falsa dichiarazione, l’Istituto, affinando quando già precedentemente detto, rispose:
Il NIST ha esaminato tutte le interviste condotte dai vigili del fuoco di New York (500 interviste). . . . Nel complesso, tali interviste non supportavano la tesi che gli esplosivi abbiano avuto un ruolo nel crollo delle torri del WTC. [40]
Quindi, sebbene il NIST aveva affermato nella sua relazione che non vi era alcuna prova testimoniale per gli esplosivi, ora sembrava dire che, poichè erano solo 118 su 500 le testimonianze che segnalavano le esplosioni, queste testimonianze, “nel loro complesso,” non supportavano l’idea che si siano verificate delle esplosioni, in modo da giustificare il NIST nel sostenere che non vi era alcuna prova testimoniale che facesse supporre l’utilizzo di esplosivi.
Immaginate un’indagine per un omicidio avvenuto nelle strade di San Francisco. Delle 100 persone che hanno assistito alla scena, 25 riferiscono di aver visto Pete Smith sparare alla vittima. Ma la polizia rilascia Pete Smith, dichiarando che, considerandole nel complesso, le testimonianze non evidenziano la sua colpevolezza. Questa sarebbe la scienza forense se ad applicarla fosse il NIST.
Resoconti delle persone che erano all’esterno del WTC7 – Il NIST ha continuato questo approccio nella sua relazione sul WTC 7. C’erano stati parecchi rapporti credibili riguardo le esplosioni. Un giornalista del New York Daily News, riferì:
Ci fu come un rimbombo. La fila superiore di finestre dell’edificio è scoppiata. Poi tutte le finestre del trentanovesimo piano sono scoppiate. Poi quelle del trentottesimo piano. POP! POP! POP! era tutto quello che si sentiva fino a quando l’edificio non collassò in una crescente nuvola grigia. [41]
L’agente di polizia di New York Craig Bartmer:
Ero molto vicino all’ edificio 7 quando venne giù… All’improvviso… Alzai gli occhi, e… iniziò ad accartocciarsi su se stesso… Allora ho iniziato a correre… e per tutto il tempo si sentiva “boom, boom, boom, boom, boom”. [42]
Rapporti da Hess e Jennings da dentro il WTC 7 – Oltre a ignorare queste e altre notizie sulle esplosioni fatte da persone al di fuori dell’edificio 7, il NIST ha distorto anche le testimonianze di due uomini molto credibili che erano invece all’interno: Michael Hess, avvocato d’affari di New York, e Barry Jennings, il vice direttore del del Dipartimento dei Servizi di Emergenza della New York City Housing Authority.
Immediatamente dopo che la Torre Nord venne colpita, entrambi gli uomini seguirono le istruzioni che prevedevano che, ogni volta si verificasse una situazione di emergenza, dovevano incontrarsi con il sindaco Giuliani presso l’ Emergency Management Center al 23 ° piano dell’edificio 7. La Torre Nord fu colpita alle 8:46, con i due uomini che sarebbero arrivati all’appuntamento verso le 9:00. Quando giunsero al grattacielo scoprirono però che tutte le persone avevano lasciato l’edificio. Fecero delle chiamate per sapere cosa dovessero fare e a Jennings venne detto di uscire immediatamente. Quindi, visto che l’ascensore non funzionava (l’elettricità era stata evidentemente fatta saltare alle 9:03, a seguito dello schianto dell’aereo sulla Torre Sud) iniziarono a correre giù per le scale. Ma, giunti al 6 ° piano, una forte esplosione fece saltare il pavimento, bloccando cosi il loro cammino. Risalirono fino al 8 ° piano, ruppero una finestra, e chiamarono aiuto.
I vigili del fuoco giunsero a salvarli, riferì Jennings, ma poi fuggirono. Tornarono dopo un pò ma dovettero di nuovo allontanarsi. La prima volta, spiegò Jennings, dovettero scappare a causa del crollo della Torre Sud, avvenuto alle 9:59, e la seconda volta a causa del crollo Torre Nord, avvenuto alle 10:28. Sulla base di questo, Jennings disse a Dylan Avery in un’intervista nel 2007, che sapeva che quando si verificò quella grande esplosione ” entrambi gli edifici erano ancora in piedi.” Infine, quando i vigili del fuoco tornarono dopo che la seconda torre era crollata, Hess e Jennings furono salvati.
Questo doveva essere accaduto tra le 11:00-11:30, perché alle 11:57, Hess rilasciò un’intervista in strada a diversi isolati di distanza. Anche Jennings fu intervistato in strada. Entrambi gli uomini riferirono di essere rimasti intrappolati per un certo periodo di tempo – che Hess quantificò in “circa un’ora e mezza.”
Questa storia, ovviamente, rappresentava un grosso problema per il NIST, dato che l’Istituto sosteneva che, quando l’edificio 7 è venuto giù alle 5:21 del pomeriggio, il crollo fu dovuto solamente a causa degli incendi. Non c’era alcuna traccia di esplosivi.
Ma qui c’erano due funzionari della città che riferivano di una grande esplosione la mattina presto, evidentemente prima delle 9:30. Nella sua intervista a Dylan Avery, Jennings aggiunse inoltre che la grossa esplosione che li aveva intrappolati era stata semplicemente la prima di molte altre. Riferì anche che quando il vigile del fuoco li riportò giù nell’atrio, vide che questo era completamente distrutto. “Solo rovine, solamente rovine” disse Jennings, aggiungendo anche che, quando lui e il vigile del fuoco stavano camminando attraverso questa hall, “dovettero scavalcare la gente“. [43]
La testimonianza di Jennings contraddice quindi la versione ufficiale, secondo la quale non vi furono esplosioni nel WTC 7 e nessuno è rimasto ucciso in questo edificio. Cosa doveva fare allora il NIST?
Il NIST semplicemente ignorò la testimonianza di Jennings riguardo la hall e, per quanto riguarda il tempo che Hess e Jennings rimasero intrappolati, seguì la linea adottata da Rudy Giuliani in un suo libro del 2002, secondo la quale l’evento che Hess e Jennings descrissero come un”esplosione” all’interno di WTC 7 era semplicemente l’impatto dei detriti del crollo della Torre Nord.
Ma questo crollo si verificò intorno alle 10:28, mentre quanto descritto da Hess e Jennings era avvenuto almeno un’ora prima.
Inoltre, Jennings disse che la Torre Sud e la Torre Nord erano ancora in piedi quando avvenne quello che lui definì un “esplosione” e questo è sicuramente quello che riferì al NIST quando lo intervistò (così come Hess) nella primavera del 2004.
Un altro problema era che Hess aveva detto che erano rimasti intrappolati per “circa un’ora e mezza.” Se l’evento che li bloccò all’interno dell’edificio non era accaduto fino alle 10:30, come sostiene il NIST, allora i due uomini non sarebbero stati salvati se non prima di mezzogiorno. E, infatti, in un Report Provvisorio sul WTC 7, pubblicato sempre dal NIST nel 2004, si sostiene che Hess e Jennings erano stati messi in salvo “tra le 12:10-12:15″. Ma questo è chiaramente falso, dato che Hess venne intervistato a diversi isolati di distanza prima di mezzogiorno. [44]
Il NIST, naturalmente, negò di aver distorto la testimonianza di Jennings . Ma quando inviammo una richiesta al NIST, tramite il Freedom of Information Act, per ottenere una copia delle interviste rilasciate da Hess e Jennings, il NIST rifiutò di concederle, sulla base di una disposizione che permette di non divulgare documenti se l’informazione “non è direttamente correlata al crollo dell’edificio“.[45] Il NIST in tal modo suggerì che un rapporto di una forte esplosione all’interno dell’edificio sarebbe stato irrilevante per determinare la causa del crollo. Il ricorso a tale ragione, ovviamente fasulla, sembrava essere il modo del NIST per dire: non rilasceremo mai quelle interviste.
La BBC a soccorso del NIST -In ogni caso, al tentativo del NIST di neutralizzare la testimonianza di Barry Jennings, venne in soccorso la BBC, che intervistò Jennings e poi, ovviamente, cambiò la linea temporale, in modo che il narratore, con la sua voce rassicurante, poteva affermare:
“Alle 10:28, la torre Nord crolla… La Torre 7 viene colpita direttamente dal crollo dell’edificio… Le prime prove sull’utilizzo degli esplosivi erano in realtà solamente le macerie provenienti dalla caduta del grattacielo“. [46]
Mike Rudin, che aveva prodotto questo programma della BBC, di recente mi contattò telefonicamente per discutere della possibilità di intervistarmi riguardo il mio libro “Osama bin Laden: vivo o morto?” .[47] Gli dissi che a breve sarebbe uscito un mio nuovo libro sul WTC 7 e che, dopo averlo visto, probabilmente non avrebbe voluto più intervistarmi. Quando mi chiese il perché, gli risposi che avevo sottolineato il fatto che nel suo programma aveva falsato la cronologia del racconto di Jennings. Lui negò di averlo fatto, e allora gli dissi, OK, mostrami le parti non tagliate, l’ intervista inedita. Se questa intervista avesse dimostrato che Rudin non aveva distorto la timeline, lo avrei detto al mondo. Rudin,tuttavia, rifiutò di farmi vedere l’intervista inedita. [48]
Questo programma della BBC andò in onda nel luglio del 2008. La prima versione del rapporto finale del NIST – la sua Bozza per la Discussione Pubblica - sarebbe stata rilasciata in una conferenza stampa del 21 agosto, data in cui Sunder avrebbe annunciato che il mistero del crollo del WTC 7 era stato risolto.
La morte di Barry Jennings – Due giorni prima di tale avvenimento, Barry Jennings è morto – e in circostanze molto misteriose. Nessuno è stato disposto a fornire tutte le informazioni su come o perché questo uomo di 53 anni fosse morto. Dylan Avery, cercando di scoprire qualcosa in più, ingaggiò una investigatrice privata – nota per essere uno delle migliori nello stato di New York. Utilizzò la sua carta di credito per pagare il considerevole onorario. Dopo 24 ore, però, Avery ricevette un messaggio da questa signora:
A causa di alcune delle informazioni che ho appreso, ritengo che questo sia un lavoro che deve svolgere la polizia. Ho rimborsato la cifra che mi aveva versato. La prego di non ricontattarmi per avere altre informazioni su questo individuo.
Questa non è certo la risposta che ci si aspetterebbe, osservò Avery, se lei si fosse limitata a constatare che Jennings era morto “innocentemente in un ospedale“ [49] La pagina di dedica sul mio libro recita “: “Alla memoria di Barry Jennings, il cui racconto della verità può essergli costata la vita. ”
Sia come sia, la sua morte è stata molto conveniente per il NIST, che non ha avuto più bisogno di temere che Jennings potesse tenere una qualche conferenza stampa raccontando che il NIST aveva mentito riguardo la sua testimonianza.
Di nuovo la BBC in aiutò – La morte di Jennings faceva comodo anche alla BBC, che potè cosi mandare in onda una seconda versione del suo programma sul WTC 7, questa volta con Michael Hess.
Nella prima versione, la BBC aveva raccontato che Jennings era stato nel palazzo da solo. Anche se Jennings aveva più volte detto, “Noi abbiamo fatto questo, e poi noi abbiamo fatto…“, la BBC parlò solo di Jennings, senza mai menzionare il fatto che Hess era con lui.
Ma nella nuova versione, mandata in onda alla fine di ottobre 2008, la star era Hess . Pur ammettendo che, tornando indietro all’ 11/9, di aver ” supposto che vi fosse stata un esplosione negli scantinati“, disse: “Ora so che questo fu causato dal crollo della Numero 1 [la Torre Nord] sul nostro edificio “, esattamente ciò che Giuliani aveva scritto nel suo libro. Non è una sorpresa che Hess ora sostenesse la versione di Giuliani, dato che dal 2002 Hess era socio in affari con lo stesso Giuliani.
Nonostante il fatto che Hess non potesse in alcun modo essere considerato un testimone imparziale, Mike Rudin lo ritrasse come tale. Sul suo blog della BBC, Rudin disse che alcuni “sedicenti truthers” avevano accusato la BBC, nel presentare la testimonianza di Barry Jennings ‘, “di averne falsato la cronologia.” Ma, affermò trionfalmente Rudin , Michael Hess, “sin dalla sua prima intervista dopo l’11/9… ha confermato la nostra cronologia dei fatti. ”
Ma la versione di Hess si può dire che “confermi” la cronologia della BBC solo se si trattasse di un resoconto attendibile. Nel mio libro, però, dimostro come questa sia piena di problemi, in modo che chiunque possa facilmente vedere che stava mentendo. [50]
2. La Teoria del NIST sul Crollo del WTC 7
Finora ho parlato della prima metà del mio libro, che si occupa di valutare quanto affermato dal NIST, vale a dire di non aver trovato alcuna prova sull’uso di esplosivi nel crollo del WTC 7. Il NIST, come ho già sottolineato, può affermare ciò solo commettendo due tipi di frode scientifica: ignorare le prove pertinenti e falsificare le prove – in questo caso, la testimonianza di Barry Jennings.
La seconda parte del mio libro è incentrata sulla teoria formulata dal NIST su come il fuoco abbia causato il crollo dell’edificio. Per sviluppare tale teoria, il NIST ha dovuto falsificare e fabbricare i dati su una scala probabilmente senza precedenti. In più, dopo tutto questo, ha dovuto anche violare uno dei principi di base della scienza: non sostenere i miracoli.
Probabilmente conoscete questa vignetta. Un professore di fisica ha riempito diverse lavagne con equazioni matematiche, alla fine delle quali si legge: “E allora accade il miracolo“. Nella scienza non si può fare appello ai miracoli, esplicitamente o implicitamente – insinuando che qualche principio di base della fisica è stato violato. Eppure questo è ciò che ha fatto il NIST.
L’invenzione delle prove
Prima di descrivere la storia di questo miracolo, vorrei far notare tre evidenti esempi di frode scientifica commessi dal NIST prima che facesse ricorso a questo disperato espediente.
La spiegazione del NIST su come il fuoco abbia causato il collasso dell’edificio 7 inizia con l’espansione termica, ovvero che il fuoco riscalda l’acciaio portandolo a dilatarsi.
Una trave in acciaio al 13 ° piano, dice il NIST, causò la rottura di un trave portante d’acciaio attaccata alla Colonna 79. Dopo aver perso il suo sostegno, la Colonna 79 ha ceduto, e questo cedimento ha innescato una reazione a catena, in cui tutte le 82 colonne di acciaio dell’edificio sono cadute. [51]
Senza entrare nella questione se questo sia anche lontanamente plausibile, dobbiamo solo concentrarci sulla domanda: perché quella trave ha ceduto?
Ha ceduto, sempre secondo il NIST, perché non era stata collegata al solaio con appositi pioli connettori . Scrisse il NIST:
Nel WTC 7, non erano stati installati pioli connettori sulle travi.
Il solaio . . era connesso, a differenza delle travi principali che lo sostenevano.
Questo punto è cruciale per la risposta del NIST ad una domanda ricorrente: perché gli incendi causarono il collasso del WTC7 , quando in passato questa situazione non si era mai verificata nel caso di edifici simili , in alcuni dei quali erano divampati incendi anche molto più imponenti e di durata maggiore? La risposta del NIST era: differenze nella progettazione.
Una di queste differenze fondamentali, ha affermato più volte il NIST, era “l’assenza di connessioni nelle travi che avrebbero dovuto fornire supporto laterale.”
Ma questa era una fabbricazione del NIST. Come facciamo a saperlo? Tutto quello che dobbiamo fare è leggere la Relazione Intermedia del NIST sul WTC 7, pubblicata nel 2004, prima di aver sviluppato la sua teoria sul cedimento delle travi.
Nella Relazione si può leggere che le travi e traverse erano state fissate al pavimento per mezzo di pioli connettori. [52]
Ci troviamo quindi di fronte ad un evidente caso di fabbricazione, con il NIST che semplicemente inventa un fatto al fine di soddisfare le esigenze della sua nuova teoria.
Il violento incendio divampato al Piano 12 alle 17:00 – Il NIST ha anche contraddetto la sua “Relazione Intermedia” mentendo riguardo l’incendio nel palazzo. Il NIST sostiene che si sia verificato un incendio di ampie dimensioni e che ha raggiunto temperature elevate, coprendo gran parte della facciata nord del 12 ° piano alle 17:00. Questa affermazione è essenziale per la spiegazione del NIST sul perché l’edificio sia poi crollato 21 minuti più tardi. Tuttavia, se si prende nuovamente in considerazione la Relazione Intermedia del NIST, pubblicata prima che l’Istituto avesse sviluppato la sua nuova teoria, si trova questa affermazione:
Una fotografia scattata intorno alle 16:45 evidenza incendi ai piani 7, 8, 9, e 11 nei pressi del centro della facciata nord; Il 12 piano era già bruciato.
Altre fotografie mostrano anche il 12 ° piano era praticamente bruciato già alle 16:00. Eppure il NIST ora sostiene che gli incendi erano ancora forti alle 17:00. [53] Abbiamo qui un altro chiaro caso di fabbricazione.
Il cedimento dei pioli connettori – Un terzo caso di fabbricazione coinvolge di nuovo i pioli connettori – questa volta i pioli connettori che collegano le travi in acciaio alla soletta.
Il NIST sostiene che, a causa del cedimento di quella trave di cui si è discusso in precedenza, le travi del solaio sono rimaste praticamente senza vincolo. Ma ciascuna di queste travi era collegata alla soletta tramite 28 pioli.
E tali pioli avrebbero assolto il loro compito se non fosse che, come riferisce il NIST, hanno tutti ceduto.
La causa? Quella che il NIST chiama “espansione termica differenziale“, che è semplicemente un modo tecnico per dire che, in risposta al calore degli incendi, le travi di acciaio si sono espanse più di quanto abbiano fatto le solette del pavimento.
Ma perché sarebbe successo? Acciaio e cemento hanno praticamente lo stesso “coefficiente di espansione termica“, nel senso che si espandono praticamente della stessa quantità in risposta al calore. Se così non fosse, il cemento armato – cemento rinforzato con acciaio – dovrebbe rompersi ogni volta che fa molto caldo o molto freddo. Inoltre il NIST sottolinea che “acciaio e cemento hanno coefficienti di dilatazione termica simili.”
Allora perché il NIST sostiene chele travi abbiano ceduto a causa di dilatazioni termiche differenziali?
Per capire questo punto, è necessario comprendere che la teoria del NIST è una teoria quasi totalmente basata su simulazioni al computer.Il NIST ha inserito diverse variabili in un programma per computer che poi ha simulato come il WTC 7 avrebbe reagito alle fiamme. Quindi, quali sono le informazioni che il NIST ha inserito nel suo programma? La risposta è data in questa blanda note:
Nessuna espansione termica o degradazione del materiale è stata considerata per la soletta di cemento armato, dato che essa non risultava sottoposta a calore in questa analisi.
Quando ho letto questa affermazione, ho pensato immediatamente di aver letto male, dato che poche pagine prima, il NIST aveva detto: “ha avuto luogo una dilatazione termica differenziale tra le travi d’acciaio e il solaio quando il pavimento composito è stato investito dal fuoco” . Il “pavimento composito”, per definizione, è composto da travi d’acciaio unite alla soletta in cemento armato attraverso pioli connettori. Quindi, il NIST aveva chiaramente detto, affermando che il pavimento composito era stato investito dal fuoco, che sia le travi in acciaio che la soletta erano state riscaldate.
Ma poi invece afferma che nella simulazione al computer solo le travi in acciaio erano state riscaldate.[54]
Così, naturalmente, le travi in acciaio si sarebbero dilatate, a differenza del solaio, causando in tal modo la rottura dei pioli connettori, dopo di che le travi di acciaio si sarebbero ampliate a dismisura andando a toccare la Colonna 79 e provocando il tal modo il collasso dell’edificio.
Adesso invece vi racconto del miracolo del NIST.
Il miracolo del NIST
I membri del Movimento per Verità sull’11 /9 avevano quasi fin dall’inizio sottolineato che il WTC 7 era crollato alla stessa velocità di un oggetto in caduta libera, almeno virtualmente.
La negazione del Nist della caduta libera – Nella sua Bozza per la Discussione Pubblica, il NIST ha negato la caduta libera, dicendo che il tempo impiegato dai 18 piani superiori per crollare “era stato di circa il 40 per cento superiore del tempo di caduta libera computata e questo era coerente con i principi fisici.”
Questa affermazione rende implicito che ogni affermazione che l’edificio è venuto giù in caduta libera non sarebbe coerente con i principi fisici – cioè, i principi della fisica.
Spiegando le ragioni del no, Shyam Sunder disse durante una riunione tecnica:
Il tempo di caduta libera sarebbe il tempo di caduta di un oggetto che non ha componenti strutturali sottostanti… Il tempo impiegato dai 17 piani per crollare era circa il 40 per cento in più di quello di caduta libera. E questo non è affatto insolito, perché in questo caso c’era resistenza strutturale. E si sono avuti una sequenza di cedimenti strutturali che dovevano avvenire. Tutto ciò non è stato istantaneo.
La sfida di Chandler – Tuttavia, un insegnante di fisica di una scuola superiore, David Chandler, sfidò la negazione di Sunder in questa riunione ,sottolineando che il 40% sostenuto da Sunder contraddiceva “una quantità visibile a tutti, facilmente misurabile”.
La settimana successiva, Chandler caricò un video su internet, nel quale veniva mostrato che, misurando questa quantità visibile a tutti, chiunque avesse conoscenze elementari di fisica, avrebbe potuto vedere che “per almeno due secondi e mezzo…l’accelerazione dell’edificio non è distinguibile dalla caduta libera”.
Infine, Chandler scrisse un commento al NIST, dicendo: ” Il riconoscimento e il resoconto della durata della caduta libera nel crollo del WTC 7 devono essere una priorità se il NIST vuole essere preso sul serio“.
Il NIST ammette la caduta libera – Sorprendentemente, il NIST ha riconosciuto la caduta libera nella sua relazione finale. Ha cercato di mascherarla, ma l’ammissione è lì, a pagina 607. Dividendo la caduta dell’edificio in tre fasi, descrive la seconda fase come “una discesa in caduta libera di circa otto piani con accelerazione di gravità per circa 2,25 s [secondi].L’ “Accelerazione di gravità” è sinonimo per l’accelerazione in caduta libera.
Così, dopo aver presentato 606 pagine di descrizioni, testimonianze, fotografie, grafici, analisi, spiegazioni, e formule matematiche, il NIST, a pagina 607, dice, in effetti: “e fu allora che accade il miracolo.”
Perché questo sarebbe un miracolo è stato spiegato da Chandler, che ha detto: “La caduta libera può essere raggiunta solo se non c’è resistenza al moto.”
L’implicazione dell’ osservazione di Chandler è che, secondo i principi della fisica, la parte superiore dell’Edificio 7 sarebbe potuta venire giù in caduta libera solo se qualcosa aveva rimosso tutto l’acciaio e il cemento nella parte inferiore dell’edificio, che avrebbe altrimenti fornito resistenza, e solo esplosivi di qualche tipo avrebbero potuto far accadere ciò.
Se non fossero stati rimossi questi elementi resistenti e i piani superiori fossero venuti giù in caduta libera ugualmente, anche solo per un secondo o due, si sarebbe allora verificato un miracolo.
Questo era ciò che Sunder stesso aveva spiegato il precedente mese di agosto, dicendo che un oggetto in caduta libera è un qualcosa “che non ha componenti strutturali sottostanti” che offrano resistenza. Dopo aver dichiarato ad agosto che la caduta libera non sarebbe potuta verificarsi, il NIST ha anche affermato che non si era verificata, dicendo: “Il WTC 7 non è crollato in caduta libera“.
Ma poi a novembre, pur difendendo la stessa teoria, la quale esclude l’utilizzo di esplosivi e in tal modo la caduta libera, il NIST ha ammesso che, come un fatto empirico, la caduta libera si era verificata. Per un periodo di 2,15 secondi, ha ammesso il NIST, il crollo del WTC 7 è stato caratterizzato da “accelerazione gravitazionale (caduta libera).”
Sapendo in tal modo di aver affermato l’accadimento di un miracolo, nel senso di una violazione di una legge della fisica, il NIST non ha più scritto che la sua analisi era coerente con i principi fisici.Nella Bozza pubblicata ad agosto, il NIST aveva infatti più volte affermato che la sua analisi del crollo era “coerente con i principi fisici“. Questa frase si poteva leggere diverse volte. Nella sua relazione finale, però, questa frase non compare più.
Il NIST ha quindi ammesso, per chi ha occhi per vedere, che la sua relazione sul WTC 7, ammettendo la caduta libera e pur continuando a negare l’utilizzo di esplosivi, non è coerente con i principi della fisica. [56]
Eppure la grande stampa non riporterà questa ammissione. La stampa continua a sostenere l’idea che chiunque metta in discussione la versione ufficiale dell’ 11/9 è inabile al servizio pubblico. [57]
Conclusione
Il Movimento per la Verità sull’11 /9 ha da tempo considerato il crollo dell’Edificio 7 come il tallone d ‘Achille della versione ufficiale sull’11 / 9 – quella parte della storia che, essendo più vulnerabile, potrebbe essere usata per far cadere tutto il castello di bugie.
Il mio ultimo libro, “The Mysterious Collapse of World Trade Center 7: Why the Final Official Report about 9/11 Is Unscientific and False”, mostra che la versione ufficiale riguardo questo edificio è infatti estremamente vulnerabile alla critica – così vulnerabile che, per vedere la falsità di questo racconto, è necessario solo leggere il tentativo del NIST di difenderlo, notando le evidenti bugie nella sua relazione e le violazioni dei principi fondamentali della fisica.
Spero che il mio libro possa davvero contribuire a far cadere quel corpo di menzogne che alcuni di noi chiamano la teoria del complotto di Bush-Cheney, secondo la quale alcuni membri di al-Qaeda hanno dirottato degli aerei facendoli poi schiantare su due grattacieli del World Trade Center, e facendone crollare tre - una teoria della cospirazione ovviamente falsa, che è ancora utilizzata, tra le altre cose, per uccidere donne, bambini e altre persone innocenti in Afghanistan e Pakistan.
Note
1. Questa è una versione leggermente rivisitata della lezione tenuta al 9/11 Film Festival del Grand Lake Theater, in Oakland, California, il 10 settembre 2009. E’ basata su The Mysterious Collapse of World Trade Center 7: Why the Final Official Report about 9/11 is Unscientific and False (Northampton, Mass., Olive Branch [Interlink Books], 2009 di David Ray Griffin
2. James Glanz, “Engineers Suspect Diesel Fuel in Collapse of 7 World Trade Center,” New York Times, 29 Novembre 2001 (http://www.nytimes.com/2001/11/29/nyregion/29TOWE.html).
3. Ibid.
4. Ibid.
5. Vedi FEMA, World Trade Center Building Performance Study (http://www.fema.gov/pdf/library/fema403_ch5.pdf), Ch. 5, Sect. 6.2, “Probable Collapse Sequence.”
6. Jonathan Barnett, Ronald R. Biederman, e Richard D. Sisson, Jr., “Limited Metallurgical Examination,” FEMA, World Trade Center Building Performance Study, May 2002, Appendice C” (http://wtc.nist.gov/media/AppendixC-fema403_apc.pdf).
7. James Glanz ed Eric Lipton, “A Search for Clues in Towers’ Collapse,” New York Times, 2 Febbraio 2002 (http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C04E0DE153DF931A35751C0A9649C8B63).
8. Shyam Sunder, “Opening Statement”, Conferenza stampa del NIST, 21 Agosto 2008 (http://wtc.nist.gov/media/opening_remarks_082108.html).
9. Citato in “Report: Fire, Not Bombs, Leveled WTC 7 Building”, USA Today, 21 Agosto 2008 (http://www.usatoday.com/news/nation/2008-08-21-wtc-nist_N.htm).
10. Un. of Concerned Scientists, “Restoring Scientific Integrity in Federal Policymaking” (www.ucsusa.org/scientific_integrity/abuses_of_science/scientists-sign-on-statement.html) .
11. “NIST Whistleblower,” 1 Ottobre 2007 (http://georgewashington.blogspot.com/2007/10/former-nist-employee-blows-whistle.html).
12. Ibid.
13. “What is Research Misconduct?” National Science Foundation, Office of Inspector General, New Research Misconduct Policies (http://www.nsf.gov/oig/session.pdf). Nonostante il documento non riporti la data della sua pubblicazione, evidenze al suo interno suggeriscono che sia stato scritto nel 2001
14. Alfred North Whitehead, “Science and the Modern World” (1925; New York: Free Press, 1967), 187.
15. Glanz e Lipton, “A Search for Clues in Towers’ Collapse”.
16. Il punto di fusione del ferro è 1,538°C (2,800°F). L’acciaio, essendo una lega, fonde a temperature diverse, a seconda della percentuale di carbonio (che abbassa il punto di fusione) da 1,371°C (2,500°F) a 1,482°C (2,700° F); vedi “Melting Points of Metals” (http://www.uniweld.com/catalog/alloys/alloys_melting.htm).
17. Barnett, Biederman, e Sisson, “Limited Metallurgical Examination,” C-13.
18. Dr. Arden L. Bement, Jr., Testimone davanti alla House Science Committee Hearing su “The Investigation of the World Trade Center Collapse”, 1 maggio, 2002 (http://911research.wtc7.net/cache/wtc/official/nist/bement.htm). Nell’affermazione citata, l’acronimo “FEMA” sostituisce “BPAT,” che è l’abbreviazione per “Building Performance Assessment Team,” nome del team ASCE che ha preparato questo resoconto per la FEMA.
19. “Questions and Answers about the NIST WTC 7 Investigation”, aggiornato al 18 Dicembre 2008 (http://www.nist.gov/public_affairs/factsheet/wtc_qa_082108.html).
20. RJ Lee Group, “WTC Dust Signature,” Expert Report, 11 Maggio 2004.
21. RJ Lee Group, “”WTC Dust Signature Study: Composition and Morphology”, 17 Dicembre 2003. Sulle differenze tra gli studi condotti nel 2003 e nel 2004, si veda il mio intervento in The Mysterious Collapse of World Trade Center 7: Why the Final Official Report about 9/11 is Unscientific and False (Northampton, Mass., Olive Branch (Interlink Books], 2009), 40-41.
22. RJ Lee Group, “WTC Dust Signature Study” (2003), 24.
23. Ibid., 21.
24. WebElements: The Periodic Table on the Web (http://www.webelements.com/lead/physics.html).
25. WebElements: The Periodic Table on the Web (http://www.webelements.com/molybdenum/physics.html). Sebbene gli scienziati coinvolti in questo studio su USGS hanno scoperto del molibdeno, non ne hanno fatto menzione nel loro rapporto. Si è venuti a conoscenza di questa scoperta solo attraverso una richiesta del Freedom Of Information Act. Si veda The Mysterious Collapse, 44-45.
26. Niels H. Harrit, Jeffrey Farrer, Steven E. Jones, Kevin R. Ryan, Frank M. Legge, Daniel Farnsworth, Gregg Roberts, James R. Gourley, and Bradley R. Larsen, “Active Thermitic Material Observed in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe,” The Open Chemical Physics Journal, 2009/2: 7-31 (http://www.bentham.org/open/tocpj/openaccess2.htm).
27. National Fire Protection Association, 921 Guide for Fire and Explosion Investigations, 1998 Edition (http://www.interfire.org/res_file/92112m.asp), Section 18.3.2.
28. Vedi The Mysterious Collapse, 142-44.
29. Jennifer Abel, “Theories of 9/11”, Hartford Advocate, January 29, 2008 (http://www.hartfordadvocate.com/article.cfm?aid=5546).
30. Sunder, “Opening Statement”
31. Ruvolo è citato nel DVD “Collateral Damages” (http://www.allhandsfire.com/page/AHF/PROD/ISIS-COLL). Per la discussione, vedi Steve Watson, “Firefighter Describes ‘Molten Metal’ at Ground Zero, Like a ‘Foundry”, Inforwars.net, 17 Novembre 2006 (http://www.infowars.com/articles/sept11/firefighter_describes_molten_metal_ground_zero_like_foundry.htm).
32. Citato in Christopher Bollyn, “Professor Says ‘Cutter Charges’ Brought Down WTC Buildings”, American Free Press.net, 1 & 8 Maggio 2006 (http://www.americanfreepress.net/html/cutter_charges_brought_down_wt.html).
33. “NIST Engineer, John Gross, Denies the Existance [sic] of Molten Steel” (http://video.google.com/videoplay?docid=-7180303712325092501&hl=en).
34. James Williams, “WTC a Structural Success,” SEAU News: The Newsletter of the Structural Engineers Association of Utah, October 2001 (http://www.seau.org/SEAUNews-2001-10.pdf).
35. Citato in Francesca Lyman, “Messages in the Dust: What Are the Lessons of the Environmental Health Response to the Terrorist Attacks of September 11?”, National Environmental Health Association, Settembre 2003 (http://www.neha.org/9-11%20report/index-The.html).
36. “Mobilizing Public Health: Turning Terror’s Tide with Science”, Magazine of Johns Hopkins Public Health, 2001 (http://www.jhsph.edu/Publications/Special/Welch.htm).
37. Citato in Bollyn, “Professor Says ‘Cutter Charges’ Brought Down WTC Buildings”.
38. Per le testimonianze del FDNY, si veda Graeme MacQueen, “118 Witnesses: The Firefighters’.
“Testimony to Explosions in the Twin Towers”, Journal of 9/11 Studies, Vol. 2/Agosto 2006 (http://www.journalof911studies.com/articles/Article_5_118Witnesses_WorldTradeCenter.pdf): 49-123. Per una breve a discussione su questa ed altre testimonianze, vedi The Mysterious Collapse, 75-82.
39. NIST, “Answers to Frequently Asked Questions,” 2006 (http://wtc.nist.gov/pubs/factsheets/faqs_8_2006.htm), Q. 2. Per la discussione, vedi The Mysterious Collapse, 77.
40. NIST, “Letter of Response to Request”, 27 Settembre 2007, pubblicato in Journal of 9/11 Studies, Vol. 17/Novembre 2007 (http://www.journalof911studies.com/volume/2007/NISTresponseToRequestForCorrectionGourleyEtal2.pdf).
41. Questa affermazione (di Peter Demarco) è citata in Chris Bull e Sam Erman, eds., “At Ground Zero: Young Reporters Who Were There Tell Their Stories” (New York: Thunder’s Mouth Press, 2002), 97.
42. L’affermazione di Bartmer è citata in Paul Joseph Watson, “NYPD Officer Heard Building 7 Bombs”, Prison Planet, 10 Febbraio 2007 (http://www.prisonplanet.com/articles/february2007/100207heardbombs.htm).
43. Per documentazione in merito a questi punti sulle testimonanze di Hess e Jennings, si veda The Mysterious Collapse, 84-92.
44. Per discussione e documentazione sul trattamento riservato da NIST alle testimonianze di Hess e Jennings, si veda The Mysterious Collapse, 92-94.
45. Lettera datata 12 Agosto 2009, da parte di Catherine S. Fletcher, Freedom of Information Act Officer, NIST, alla richiesta FOIA dell’8 agosto, 2009, da parte di Ms. Susan Peabody, per “[t]he complete texts of NIST’s 2004 interviews of Michael Hess and Barry Jennings, which are cited in NIST NCSTAR 1-8… , 109, n.380, as ‘WTC 7 Interviews 2041604 and 1041704.’”
46. Per discussione e documentazione sul trattamento riservato dalla BBC a Hess e Jennings nella prima versione del programma, si veda The Mysterious Collapse, 95-99.
47. David Ray Griffin, “Osama bin Laden: Dead or Alive?” (Northampton: Olive Branch [Interlink Books], 2009).
48. Conversazione telefonica, 1 Settembre 2001.
49. Si veda The Mysterious Collapse, 98-99.
50. Per discussione e documentazione sulla seconda versione del programma delle BBC, compreso il problema della testimonianza di Hess e Jennings nella prima versione del programma, si veda The Mysterious Collapse, 99-104.
51. Si veda The Mysterious Collapse, 150-55.
52. Si veda The Mysterious Collapse, 212-15.
53. Si veda The Mysterious Collapse, 187-88.
54. For discussion and documentation of this point about failed shear studs, see The Mysterious Collapse, 217-21. As I point out in the book the contradictions between NIST’s final report and its 2004 interim report, involving the 4:45 fire and both claims about shear studs, were discovered by Chris Sarns.
55. Sid Jacobson ed Ernie Colón, “The 9/11 Report: A Graphic Adaptation” (New York: Hill and Wang, 2006).
56. Per documentazione e discussioni sul punto della caduta libera, si veda The Mysterious Collapse, 231-41.
57. Mi riferisco al fatto che Van Jones, consigliere amministrativo di Obama sui “lavori verdi”, si è sentito obbligato a dare le dimissioni a causa del clamore causato dalla rivelazione relativa al fatto che egli avrebbe firmato una petizione per mettere in dubbio la versione ufficiale sull’11 settembre. L’opinione secondo cui questa azione lo abbia svilito è forse sviluppata in modo più chiaro dal giornalista del Washington Post Charles Krauthammer. Dopo aver respinto, perché irrilevanti, le altre ragioni fornite come causa delle dimissioni di Jones, Krauthammer scrive: “Egli se n’è andato per un’unica ragione. Non si può firmare un appello chiedendo…delle investigazioni sull’accusa che l’amministrazione Bush abbia deliberatamente ammesso l’11 settembre 2001 – ovvero, collaborando al peggior massacro che sia mai stato perpetrato sul territorio americano – e allo stesso tempo essere ammesso nella società bene, o figuriamoci avere un lavoro di alto livello nella Casa Bianca. A differenza di altre cose…, questa non è una questione di poco conto. Va oltre il radicalismo, oltre l’essere di parte. Ci porta dentro il regime della psicosi politica, una paranoia negativa che, a differenza dei postulati marxisti, non è affatto divertente. E’ pericolosa…Non è più possibile avere un truther all’interno della Casa Bianca pittusto che qualcuno che nega l’Olocausto – una persona che crea una realtà alternativa allucinogena a servizio di una malvagità incommensurabile) http://www.washingtonpost.com/wpdyn/content/article/2009/09/10/AR2009091003408.html
LINK: 9/11 Truth: The Mysterious Collapse of WTC Seven - Why NIST’s Final 9/11 Report is Unscientific and False