E così l'arrivo di nuovi variopinti cassonetti è cosa che è passata sotto silenzio. Eppure sta succedendo questo, incredibilmente questo. Mentre in tutto il mondo civilizzato - e in realtà anche in molte parti di questa città - i cassonetti spariscono sostituisti come si confà ad una città evoluta dai bidoncini condominiali, ecco che in parecchi quartieri si verifica un fatto inverso: i cassonetti da tre (indifferenziato - plastica&vetro - carta) diventano cinque (indifferenziato - plastica - carta - organico - campana del vetro).
Spazio per i cassonetti in strada non ce n'era neppure prima, figurarsi ora che sono quasi raddoppiati. E così Ama li ha posizionati dove capita, alla rinfusa, talvolta in posizione pericolosa: sui marciapiedi, sulle strisce pedonali, dentro le stazioni dell'Atac. Le motivazioni sono semplici: raccogliere la spazzatura così costa meno fatica che raccoglierla in maniera civile con il porta-a-porta spinto. "E' una scelta dettata da motivazioni economiche e logistiche" ci ha spiegato onestamente l'ex assessore all'ambiente Estella Marino. Praticamente interi quartieri e rioni diventano più brutti e invivibili a causa della mala gestione di Ama e del fatto che l'azienda non sappia organizzarsi per garantire una raccolta rifiuti umana almeno nella città centrale, almeno entro l'anello ferroviario. Non solo, pur pagando la tariffa rifiuti più alta delle terre emerse, avremo i cassonetti a vita, ma ne avremo anche di più. E ne avremo di più brutti: la campana del vetro in colore verde industriale (il meno caro) è un emblema di cialtronaggine e sciatteria ed è stata posizionata anche in pieno centro storico, nel cuore del Primo Municipio. "Anche questa è una scelta di praticità ed economica" ci ha detto Estella Marino dopo che gli abbiamo mostrato via Twitter quale è l'estetica e il materiale usato per lo stesso contenitore a Parigi...
Ama non solo non rende la città più bella impegnandosi a pulirla seriamente, ma contribuisce a trasformarla in qualcosa di ancor più brutto di quanto non sia. Il tutto nella sostanziale indifferenza generale: praticamente più nessuna città del mondo, da Milano a Madrid, da New York a Vienna, da Parigi a Londra, raccoglie più i suoi rifiuti ricorrendo a antidiluviane mini-discariche da strada chiamate "cassonetti", a Roma non solo ci sono, ma aumentano. E nessuno ha nulla da dire. Non i cittadini (che anzi, da bravi trogloditi protestano - come a Testaccio - contro la raccolta porta a porta), non i comitati, non i giornali, non i politici.