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Da anni è in atto una disputa sulla superiorità intellettuale tra destra e sinistra. Permettetemi di mettere la parola fine alla tenzone. Da sempre la sinistra ha l'egemonia per quello che attiene arti e cultura.
Anche in campo musicale le migliori band e i più acclamati cantautori hanno fatto outing dichiarando ai quattro venti la propria appartenenza culturale alle più svariate nuance del rosso di sinistra.
Vogliamo parlare di gastronomia? Gli stand eno-gastronomici della Festa dell'Unità sono un'occasione unica per il sollazzo delle papille gustative. Il risotto di Massimo D'Alema ha fatto il giro di tutte le emittenti nazionali.
E poi volete mettere i salotti di sinistra? Chi non ambisce a parteciparvi almeno una volta? All'interno potete ragguagliarvi sulla situazione dei raccoglitori di cotone del Sudamerica o disquisire sull'ultimo discorso di Obama sull'importanza della coltivazione degli orti.
Se avete il (brutto) vizio di guardare la Tv, vi accorgerete che i migliori conduttori strizzano l'occhio alla sinistra; quelli che hanno l'ardire di dichiararsi ostili alla gauche hanno le sembianze di una caricatura di Prosdocimi.
La lista di pittori, poeti, scrittori, filosofi proto-comunisti sarebbe troppa lunga e rischierebbe di tediare anche il più affezionato lettore di blog.
E allora mi chiedo e vi chiedo, amici miei: perchè si ostinano a fare politica, se è l'unica cosa che non sanno fare?
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