IL MISTERO CELATO DIETRO IL NOME DI VANVITELLI
LA PUNTUALE CRONACA DI UNO SCASSO CON L'ANTESIGNANO DELLA FIAMMA OSSIDRICA.
UNA DISGRAZIA NEL CILENTO
la guida di Napoli regalata dal blog caffeblog, a cura di camomillAle
Napoli: il 12 maggio 1700 vi nacque Luigi VANVITELLI. Morirà a Caserta il I° marzo 1773. Il suo cognome nasconde un segreto che, con il passare del tempo, sarà destinato a essere dimenticato: era figlio del pittore olandese Gaspar van WITTEL, pertanto è l'esito di una italianizzazione. Così come era accaduto a Gian Lorenzo BERNINI, trasferito da Napoli a Roma in tenera età, nel 1701 venne portato a Roma. E, così come era stato per Bernini, fu precoce nel dare esempi di quella che sarebbe stata una eclatante dimostrazione di perizia artistica: a soli sei anni già dipingeva dal vero. L' esordio in questa manifestazione artistica fu con la Pala dei santi Cecilia e Valeriano (1725 ca.; è in Santa Cecilia in Trastevere, Roma). La sua formazione fu interdisciplinare e non mancarono alti approcci letterari. Un esempio è custodito nella Biblioteca Palatina di Caserta: le sue lettere, quasi tutte spedite al fratello Don Urbano Vanvitelli che si possono leggere nei tre volumi di Franco STRAZZULLO, LETTERE DI LUIGI VANVITELLI della Biblioteca Palatina di Caserta, Congedo Editore, precedute da un occhiello che svela il contenuto di ogni lettera. In coda a ogni volume: gli indici delle persone e dei luoghi. Se ne riproducono due: la sorpresa della narrazione, nonché delle situazioni, è lasciata integralmente alla valutazione di chi qui può rileggerle. L'italiano di Luigi Vanvitelli presenta tratti che possono apparire antichi, ma è godibilissimo e comprensibile.
Il ritratto di Luigi Vanvitelli fu realizzato da Giacinto Diana e si può ammirare a Caserta, nel palazzo Reale.
Riportiamo anche il quadro VESUVIO di Jacob Philipp HACHERT (Prenzalau, 15.9.1737-San Pietro di Careggi, 28.4.1807).
Segnaliamo come si narri di un furto con scasso e omicidi mediante l'uso di un marchingegno che Vanvitelli descrive: ricorda la fiamma ossidrica. Il set degli atti di violenza è in via Monte Oliveto. Non abbiamo avuto modo di verificare se la guida regalata, scaricabile da caffeblog, a cura di CamomillAle, ci possa aiutare nello scoprire dove tutto accadde. Chi legge potrà tentare di farlo:
http://www.caffeblog.it/blog/wp-content/uploads/2008/12/guida-di-napoli-di-camomillale.pdf
Napoli 8 del 1763
Carissimo fratello
Il cardinale Stoppani, Piccolomini e il Tesoriere mi ànno già risposto. Si sono ricevute le 16 fila di perle, con contento grande delle ragazze. È partito questa mattina Marco Pagliarini per Roma, a cui ho consegnato 43 pezzi da 12 carlini moneta di Napoli, li quali costituiscono ducati 51.60; qual moneta passa in Romagna come fossero piastre, onde o non ci perdono, ovvero la perdita è tenue. In oltre vi è un orologio d'argento di repetizione, gli orecchini d'oro e due anelli con pietre, non so se buone o false, con un corvettino negro, tutta robba del povero Genghino. Questa puotrete consegnare al di li fratello, che si dice verrà in Roma, quando però egli venga munito di carta di procura del padre. Vi sono alcuni altri crediti del povero defonto, ma questi frabutti si sono gettati al solito alla negativa ed a far litigare. Io mi sono voluto levare la tentazione, non ci voglio sprecare questi pochi denari; farò quanto posso, con minaccie e buone parole, ma sprecare denari in lire non ne voglio. Quello che potrò fare farò.
Ò inteso delle piante ed aspetterò l'istruzione che mi darete, ma siccome prevedo che io sarò in Caserta quando ci sarà la Corte, chi sa come riusciranno le cose.
Mi dispiace il funesco caso del povero Abbate Marchionne, a me ed a molti cognitissimo.
Oggi sono stati impiccati due ladri, li quali svaligiarono una botega a Monte Oliveto, la quale aprirono mediante il fuoco dentro una pila che aveva i sfogatori buchi, appoggiata sul luogo della serratura; bruciarono la porta, facendo un buco tondo, ove posero dentro la mano ed aprirono; mi si disse ieri che uno di questi infelici voleva morire impenitente, oggi non ne so altro. Questi, dopo avere fatto il delitto, uccisero due sbirri che li volevano prendere, non crediate già per zelare, ma per mangiarsi il robbato e perché non erano nella società ascritti. Nella prossima si eseguiranno li tre altri dello parricidio ed assassinio. Il figlio iniquo confessò, come vi scrissi; il Scarpinello siciliano parimente à confessato; il Rafaniello, orefice di Nola, è stato convinto per la chiave della casa trovatagli addosso, per il coltello insanguinato, col quale diede gli ultimi colpi, ed era uno cortello di argento della casa stessa, nella quale si trovò mancare alla posata e consimile agl'altri che vi erano, trovatogli addosso, e per avergli ritrovato il segno delle mani insanguinate nella saccoccia e nella camiscia, ove si nettò prima d'uscire dalla casa assassinata. Ha confessato lo Scarpinello che avevano determinato col compagno al sera, quando ritornavano nella casa per spogliarla del resto con l'iniquo figlio, di amazzare ancora il figlio stesso e poi andarsene, serrando la porta di casa, sicché sarebbero stati 3 morti uccisi, né si sarebbe con tanta facilità scoperti li delinquenti di così atroce delitto.
Questa sera vi è opera, e domani, Mercoledì, sarà l'ultima; vi interverrà il Re e vi sarà il prologo, ove canterà Cafarello, di cui ne ammireranno le reliquie come del Colosseo,e niente di più.
Le ragazze vorrebbero quattro altre fila di perle piccole per li smarigli, mancandone due per mano dippiù, secondo la moda napolitana.
Salutate la sorella ed abbracciandovi resto
Napoli 21 gennaio 1764
Carissimo fratello
Ieri sera indiede in scena La Didone, musica di Traetta,a ssai bella, con magnifiche decorazioni e balli, etc. vi fu Prologo, musica cattivissima di Majo; cantò Cafarello capronescamente, ma i suoi partigiani dicevano esser miracolo dell'Arte Musica, e ritrovavano buono ed ottimo il fetido capezzale delle piazze, da questi lazzari e simili, etc.
Il pessimo tempo di mare ritarderà l'arrivo delle piante, e chi sa per quanti mesi.
Checchino va migliorando alla giornata. Per lì'apparenza che diedemi il Ministro e per il dippiù che mi à detto il Fernandez, Segretario di segreteria degl'affari della Casa Reale, sembra che non debba essere vana la richiesta dell'ammissione di Carlo in luogo di Fonton.
Già sono molti anni che Furietti era morto civilmente, e Bussi replicatamente accidentato, non molto potrà andare alla lunga.
Ho piacere che il Duca di Jorch venga e sia ben trattato in Roma. Dopo due anni di bone feste, ò ricevuto in questo la risposta cortese e sostenuta del Cardinale di Jork
Un vortice di vento violentissimo, con scoppio di tuono, ha subissata una terra nel Cilento, con la morte di tutti gl'abitanti, animali, etc.
Ho piacere dell'amicizia del negoziante di navi genovese. Salutate la sorella ed abbracciandovi tresto, etc.
Qua prosegue la minaccia di una carestia di grano, la quale potrebbe produrre molto sconvolgimento del popolo.
Alessia e Michela Orlando