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Il mistero Euro

Da Etomaello @etomaello

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La recente tenuta dell’Euro ha sorpreso un po’ tutti, ma il movimento di mercato ha una sua logica oggettiva.
Non è passato molto tempo da quando molti analisti ne prevedevano la fine, sulla scia della crisi del debito sovrano nei paesi della periferia. Vi sono alcuni che ritengono anomala l’attuale valutazione della moneta unica e ne pronosticano l’imminente collasso.
La verità è, come vedremo, che il tasso di cambio ha semplicemente rispecchiato il tasso di crescita dell’area euro negli ultimi due anni, e rispetto agli Stati Uniti, non si è discostato dalla performance economica relativa tra i due paesi.

PMI

Per misurare la performance economica sono stati considerati gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI e ISM) delle due aree economiche, che sono generalmente degli ottimi indicatori dell’attività, e sono pubblicati mensilmente.
Tre considerazioni emergono da questa analisi:
1) Il PMI dell’eurozona, pur rimanendo in un’area di contrazione sotto 50, ha mostrato dall’estate 2012 una progressione positiva. Ciò rispecchia un graduale miglioramento del clima di fiducia, a seguito dell’annuncio del programma OMT da parte della Banca Centrale Europea. Negli USA viceversa abbiamo assistito ad una contrazione economica negli ultimi 6 mesi, tale da far convergere i due indicatori, come di evince nel grafico riportato.
2) Negli ultimi due anni circa il cambio Euro/USD si è mosso in linea con la performance relativa tra le due aree economiche, almeno in termini di indici PMI. E’ stato calcolato che il coefficiente di correlazione tra tasso di cambio e performance relativa è dell’87%, percentuale molto alta che è in grado di spiegare buona parte delle variazioni del tasso di cambio.
3) La buona performance relativa della zona euro rispetto agli Stati Uniti dovrebbe nel medio termine proseguire, e segnalare una sostanziale tenuta dell’euro nei confronti del dollaro.

In tale prospettiva la recente buona tenuta dell’Euro non è sicuramente un mistero.



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