Guardo qua e là ma non mi accorgo che ciò che "cerco" è così vicino, che ai miei occhi non è permesso di cogliere.
Vado avanti con la mia mente allora, immagino, fantastico le più
estrose conclusioni, ma, la "comprensione" sta al di fuori della mia
portata... è una atrocità sentire oltre, e non poter percepire al di là
del proprio sguardo.
Violenza naturale questa, della quale ...le
vittime ignare fantasticano i propri limiti, sentono e nella speranza
di cogliere il fiore della vita si guardano dentro, ma ciò che appare è
solo caos.
Si vuole ordinare per capire, e ci accingiamo
all'"oggetto" con le più disparate tecnologie, al fine di tentare di
ordinare il caos, che ha si, un ordine tacito, una logica d'insieme,
dove la funzione sta a se stessa come la vita sta alla sua biologia, ma
tutto ciò, di fatto, risulta un mistero svelato... non possiamo altro
che essere dentro il divenire quale prigione naturale dell'esser vivi.
Non voglio... non si può andare oltre il proprio antropomorfismo, il
vortice dello sguardo che osserva, risucchia, nella propria dimensione,
ogni cosa che pendola dalla mente. Essa è costernata dal "vizio"
antropomorfico, che induce a tingere il mondo di quel colore biologico
che è ad essa caratteristico, come un velo che copre e uniforma ogni
cosa al nostro sguardo, nonchè come il mare, che viene illusoriamente
colorato di azzurro, dalla magia della luce concepita dal nostro stesso
intelletto!
Mazzani Maurizio