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Il mito del progresso.

Creato il 04 novembre 2013 da Gianna

Il mito del progresso. È ormai una consuetudine, ad ogni uscita di un nuovo oggettino tecnologico (direi quasi settimanale ormai) si ripete lo show: tutti in fila per essere i primi ad averlo. E non mancano quindi coloro che si interrogano sulla crisi, vera o presunta che sia, di fronte a manifestazioni del genere che nemmeno la più evidente ingiustizia sociale riesce ad organizzare e si scagliano sui giovani che non hanno più coscienza dei valori. È vero, siamo ridotti male se corriamo dietro a questi miti, ma non è dei giovani la colpa, è solo il mito del progressoche stiamo rincorrendo da sempre. La società che ci viene proposta e in cui ognuno di noi si ritrova a dover vivere, è una società in progresso, una società che cerca sempre nuove soluzioni, nuove tecniche, e le innovazioni sono sempre viste come potenziali strumenti per il miglioramento. Una società lanciata verso il futuro, ma senza il presente. Una società con il mito del progresso, che ipotizza il raggiungimento di sempre maggiori soddisfacimenti dei bisogni (reali o indotti) come se questo fosse automaticamente il raggiungimento della maggiore felicità possibile. In virtù di questa logica si compiono misfatti sugli altri uomini, che non godono di questa possibilità, e sulla natura.La presunta felicità dell’uomo è pagata direttamente dalle popolazioni del terzo mondo e indirettamente da tutti, attraverso i micidiali danni provocati alla natura e all’ambiente. Il progresso porta innovazioni finalizzate per gran parte al lucro; non richieste dalla collettività esse non rispondono alle necessità né ai desideri diretti, insinuano invece nuovi desideri e necessità. Il ritmo dell’evoluzione risponde all’evoluzione del capitale, e non a quello degli uomini, alla ragione di dover guadagnare di più, alla ragione di dover muovere sempre più le merci e questa frenesia definisce un tempo che, anch’esso, non risponde al tempo degli individui. Una società che progredisca in questo modo è una società infelice.

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