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Il mito dell'infanzia

Da Bruno Corino @CorinoBruno

Burri
Le tante false idee che si sono costruite intorno all’infanzia tendano a rappresentarla come un periodo dell’uomo privo di reali conflitti, ossia come un’età in cui si è vissuti in armonia con il mondo. Nemmeno la teoria di Freud è riuscita sino in fondo a scalfire questa visione idilliaca dell’infanzia. E d’altro canto la conflittualità di cui parla Freud si svolge allo stato latente, agisce quindi a livello profondo e può affiorare in seguito soltanto nel caso in cui in cui il processo di rimozione fallisce. Nel nostro immaginario siamo portati a ricordare questa stagione come un momento felice e privo di tensioni. In verità, ciò che è assente in questa fase della vita umana non è tanto il conflitto quanto la coscienza di esso. Cioè quella coscienza che si forma proprio attraverso l’esperienza del conflitto e che permette di coglierla in strati sempre più profondi della nostra società. Considerata retrospettivamente, nel nostro immaginario, quando questa coscienza era ancora in formazione siamo portati a credere di essere vissuti in armonia con il mondo. Attraverso l’esperienza di invisibili linee di confine, nell’uomo cominciano a spezzarsi i fili che costituivano l’incanto del mondo e si comincia a perdere l’età dell’innocenza. E quanto più queste esperienze cruciali arricchiscono ciascuno di noi emotivamente ed intellettualmente tanto più creano uno iato tra l’io e il mondo. È come se a una maggiore interiorità, vale a dire una maggiore capacità espressiva e comunicativa, corrispondesse una maggior presa di distanza del sé dal mondo, una sempre maggiore separazione dal mondo. Il vero significato delle sue esperienze al bambino sfugge perché egli non è ancora in grado di interpretare i messaggi provenienti dall’ambiente esterno. Ecco perché, l’assenza della coscienza dà l’illusione, quando si volge lo sguardo indietro, di esser vissuti un tempo in simbiosi con l’essere del mondo. Eppure le leggende, le fiabe i racconti popolari ci hanno da sempre ammoniti del fatto che tale idillio in realtà non è mai esistito, e che già il primo atto della nostra vita, la nascita, è anche il primo evento conflittuale che abbiamo vissuto.


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