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Il mito di Narciso e Leonardo

Creato il 19 settembre 2010 da Gianclint
Il mito di Narciso e Leonardo

Berlusconi in gioventù

Nella giornata di sabato 18 settembre è uscita sulla Gazzetta dello Sport un’intervista all’ex allenatore del Milan Leonardo nella quale il brasiliano spara a zero su Berlusconi definendolo “Narciso” e dicendo che “tutto ciò che non è specchio non è di suo gradimento”. Niente male per uno che aveva detto che non avrebbe mai risposto a Berlusconi perché non era nel suo stile. Diciamo subito però che questa ipocrisia è l’unica cosa che critichiamo dell’atteggiamento di Leonardo, per il resto molto orgoglioso del suo lavoro (giustamente) e dignitosissimo.

Le parole di Leo hanno spronato gli abbonebeti di Milan Channel a scrivere numerosi messaggi al canale nel pre di Milan – Catania, con il direttore Mauro Suma che, tutto tronfio, ha criticato nemmeno molto velatamente l’ex mister rossonero.
L’argomento tirato in ballo più spesso da abbonebeti e MAgaURO è stato il fatto che Leonardo si fosse accorto solo lo scorso anno, dopo altri dodici di idillio, della natura narcisistica di Berlusconi.
A questa affermazione si può rispondere in maniera molto semplice: una cosa è avere a che fare con un presidente (anche se il nostro è “non”) da giocatore, un’altra da allenatore.
Il resto degli argomenti proposti, invece, era privo di contenuti e assolutamente  superficiale.
Anche noi del Night, sul tema, vogliamo dire la nostra.

Parliamo di Leonardo, giusto? Bene, piccola cronistoria del suo anno sulla panchina del Milan: Leo è un grandissimo uomo e dirigente che nell’aprile del 2009 viene pregato da Galliani di diventare l’allenatore del Milan perché nessun altro allenatore (a partire da Ancelotti e proseguendo per Van Basten) avrebbe accettato di prendere in mano una squadra nella situazione – sportiva e non – in cui si trova il Milan.
Leonardo accetta l’incarico, per lui inedito (non ha ancora neanche il patentino per allenare) proprio per la grande stima ed amicizia che lo lega a Galliani, ma anche a Berlusconi.
Il giorno dopo la conferenza stampa di presentazione di Leonardo (avvenuta il primo giugno), Galliani vola a Madrid con Bosco Leite e Bronzetti per trattare con Florendddino la cessione del miglior giocatore del Milan, Kakà, al Real Madrid.

Leonardo quindi non solo arriva in una squadra scarsamente competitiva (l’ultimo anno di Ancelotti, con Kakà, arrivò terza), ma deve anche cominciare in salita, senza il numero 22 rossonero.
Il mister allora, come tutti gli allenatori di questo mondo, chiede alla società determinati rinforzi, determinati giocatori con cui poter attuare la sua idea di calcio (Brasile di Santana): già alla prima conferenza stampa da neo allenatore del Milan, per esempio, parla di terzini che spingano. Bene, il Gallo si muove per accontentare il nostro caro Leo ed individua in Aly Cissokho il rinforzo ideale per la fascia sinistra.
La trattativa con il Porto si conclude felicemente: Cissokho al Milan per 15 milioni di Euro. Durante le visite mediche, però, qualcosa va storto. I dentini del francese sembrano quelli di Varenne (almeno così dice il chiropratico a capo di Milan Lab), quindi viene rispedito in Portogallo. Finirà poi al Lione, che per la prima volta nella sua storia, quell’anno, arriverà in semifinale di Champions League. Un caso…
La storia dei denti, però, come ogni essere umano può comprendere, è solo una cazzata: come mai i denti di Cissokho non vanno bene e quelli di Dinho o Ronaldo sì? In realtà Berlusconi non ha voglia di spendere 15 sacchi per un terzino semi sconosciuto, la spiegazione all’arcano mistero è semplicissima. Da qui nasce la teoria dei “tromboni” di Suma, cioè dei giornalisti che in quei giorni criticano la spesa del Milan per Cissokho, ritenuta eccessiva, e che quindi fanno desistere il Berlu dal cacciare il grano.

Dopo il “Dentinigate” l’estate prosegue in maniera a dir poco grottesca, tra trattative, rifiuti, viaggi in Spagna, fagiani, voci di mercato, amichevoli disastrose, ecc…, fino al giorno in cui arriva Huntelaar, l’unico acquisto degno di nota del Milan. Acquisto voluto da Leonardo: nel senso che Leo chiede per primo Dzeko, per secondo Luis Fabiano e per terzo Huntelaar. Arriva l’olandese, naturalmente perché il meno costoso dei tre.
Finisce l’estate delle amichevoli e comincia quella delle partite vere: Leonardo comincia giocando con il modulo che era di Ancelotti, il 4-3-1-2, con Ronaldinho alle spalle delle punte. Esattamente nella posizione in cui lo predilige Berlusconi.
Con questa sistemazione tattica, però, il Milan ottiene pochi risultati, anzi, per dirla terra terra fa proprio cagare. Vittorie con il Bologna, a Siena, a Marsiglia, ma anche pareggi a Livorno, a Bergamo e a Milano contro il Bari, oltre le sconfitte con lo Zurigo in casa e nel derby. Un disastro.

Si arriva, con un Leonardo sull’orlo dell’esonero, a Milan – Roma: primo tempo orrendo con un Milan inesistente e arrendevole. Dopo i primi quarantacinque minuti i rossoneri sono virtualmente in zona retrocessione. Negli spogliatoi però cambia qualcosa, l’inizio della fine: Leo decide di fare di testa sua. 4-2-1-3 con Ronaldinho non più dietro le punte, ma a sinistra, Pato a destra ed Inzaghi centrale. Il risultato cambia dallo 0-1 al 2-1 grazie ai gol di Ronaldinho su rigore e Pato. Quel giorno nasce il modulo ribattezzato 4-2-fantasia che permette ai rossoneri di espugnare il Bernabeu (prima volta nella storia), di qualificarsi agli ottavi di Champions e di recuperare posizioni su posizioni in Campionato. Dopo Catania – Milan 0-2 il Milan è addirittura secondo in solitaria dietro l’Inter di Mourinho.
Leonardo, che non dimentichiamolo è al primo anno – anzi, ai primi mesi – da allenatore, cosa pensa, in questo momento? “Beh, ho fatto un buon lavoro, se chiedo qualche rinforzo forse mi possono accontentare. Mi sarò guadagnato la fiducia di Galliani e Berlusconi, con questi risultati”. Sbagliato. Leonardo (lo si scoprirà mesi e mesi più tardi dopo il suo addio al Milan) non aveva la fiducia del (non) presidente perché non faceva giocare Ronaldinho dove voleva Berlusconi, cioè da trequartista… e per questo Berlusconi non aveva voglia di cacciare il grano per rinforzare la rosa (cosa già di per sé sbagliata, ancora di più se il tuo allenatore cava il sangue dalle rape).

Ma torniamo a noi, a gennaio arriva un rinforzo soltanto, Mancini. Rinforzo chiesto da Leonardo. O meglio, Leonardo aveva chiesto un sostituto di Pato e l’unico alla portata del Milan (perché Narciso non vuole cacciare i soldi perché in disaccordo con le idee di Leo, non dimentichiamolo) era proprio Arrotino Sciankatino Mancini. A Leonardo, a questo punto, cominciano a girare (giustamente) i coglioni.
Si arriva al derby di ritorno: due scoppole e tutti a casa. Senza Pato e Nesta, ma obiettivamente con qualche errore tattico e gestionale di Leo.
I mesi passano… usciamo dalla Champions per mano dello United (7-2 per gli inglesi il punteggio complessivo delle due sfide), ma in Campionato andiamo discretamente. Il 15 marzo, dopo Milan – Chievo, il Milan è addirittura ad un solo punto dall’Inter!
Il Fato vuole però che nella partita successiva, Milan – Napoli, quella del potenziale sorpasso, si faccia male seriamente Pato, il nostro uomo avanzato più pericoloso. E chi abbiamo per sostituirlo? Mancini! L’unico che il Milan era in grado di prendere perché Berlusconi non voleva cacciare il grano semplicemente perché Leonardo aveva dimostrato che “LEONARDO AVEVA RAGIONE E BERLUSCONI TORTO”. Un aggettivo per questo comportamento? Forse narcisistico è giusto, non trovate?

Bene, per colpa degli infortuni di Pato e Nesta, sostituiti da Mancini e Favalli, il Milan arranca e perde lo smalto che aveva avuto nei mesi centrali della stagione. Si perde a Parma, si pareggia con la Lazio in casa… insomma, il Milan molla. È proprio in questo periodo che vigliaccamente arrivano le prime vere frecciate di Berlusconi a Leonardo: “È testardo”, “Non mi ascolta”, “Questa squadra avrebbe tutto per vincere se solo la facessero giocare bene”.
Non pensiamo di sbagliare se diciamo che Leonardo in quel momento pensasse questo: “Ma guarda sto qui! Non solo sto facendo miracoli, non solo non mi compra nessuno che possa essere realmente utile, non solo mi ha venduto il giocatore migliore… ma mi devo pure sentir dire ‘ste cose?!”

Arriviamo alla fine della storia: il Milan a maggio arriva faticosissimamente a guadagnarsi un posto in Champions League e, prima della partita contro la Fiorentina, in conferenza stampa, per la prima volta Leonardo comincia a rispondere direttamente a Berlusconi: “Forse siamo incompatibili”. Solo un assaggio di quello che avrebbe detto poi, prima di Milan – Juventus: “Abbiamo stili diversi, io sono fatto in un modo, lui in un altro. È tutto molto chiaro, siamo arrivati alla fine”.
Leonardo ed il Milan dividono quindi in maniera consensuale e, a detta di Leo e Galliani, con stima ed amicizia reciproche, le loro strade.
Milan – Juventus diventa il saluto della stragrande maggioranza dello stadio a Leonardo, stadio che gli tributa il giusto riconoscimento per una stagione iniziata disastrosamente e conclusa in maniera più che dignitosa. Gratitudine per Leo che fa da contraltare ad una dura contestazione di massa a Berlusconi: per la curva, per esempio, il presidente del Milan è un “assente ingiustificato”.

Questa è più o meno la storia del rapporto tra Berlusconi e Leonardo, almeno nel periodo in cui Leonardo era allenatore del Milan. Una piccola precisazione: non vogliamo esentare Leo da colpe, sia chiaro. Anche lui, così come Ancelotti e tutti quanti prima di lui, ha sbagliato formazioni, cambi, tattiche, ecc…, ma rimane il fatto che il brasiliano, nel maggio del 2010, aveva il patentino da allenatore da meno di un anno, a differenza di altri. Se errare è umano, è ancora più umano per chi fa qualcosa da poco tempo, per chi non ha grande esperienza nel farla, giusto?
Se domani un idraulico si mettesse a fare l’elettricista sbaglierebbe più e più volte, non credete?

Ma torniamo per un attimo all’inizio del post: l’unico “neo” di Leonardo per noi rimane il fatto che a Milan Channel, prima di Milan – Juventus, avesse detto a Buffa che non avrebbe mai risposto a tono a Berlusconi perché non era nel suo stile.
Bene, 26 maggio 2010 (quindi diversi giorni dopo la fine del Campionato e dopo l’addio di Leo). Berlusconi: “Se fossi stato l’allenatore del Milan avrei vinto lo Scudetto con almeno cinque punti di distacco sull’Inter”.
Una dichiarazione che, oltre ad essere una stronzata colossale (lui avrebbe fatto giocare il Milan come giocava fino al primo tempo di Milan – Roma, se tanto mi dà tanto…), è estremamente… narcisistica. Possibile che Leo abbia cambiato idea riguardo a ciò che disse a Buffa (“non risponderò mai a tono a Berlusconi”) dopo queste parole? Possibile, ma non ne abbiamo la certezza.

Quindi, ricapitolando il tutto:

  1. Leonardo accetta di diventare allenatore del Milan, ruolo per il quale di certo non c’è la fila;
  2. comincia bene: gli vendono Kakà;
  3. prosegue meglio: non gli prendono uno straccio di terzino;
  4. le uniche cose che chiede sono la permanenza di Pirlo e l’acquisto di Dzeko o Fabiano o Huntelaar: Pirlo resta e gli viene preso il terzo della lista, Huntelaar;
  5. fa giocare il Milan come vuole il (non) presidente e va male;
  6. fa giocare il Milan come dice lui e va molto meglio;
  7. crede di essere in posizione di “forza” visti i risultati e chiede rinforzi: con riluttanza arriva Mancini in prestito gratuito;
  8. viene sbeffeggiato da Berlusconi perché ha chiesto Mancini e non la riserva della riserva della riserva di Borriello (“Non capisco l’acquisto di Mancini, ci serviva qualcuno che finalizzasse il gioco”);
  9. per colpa dell’onta inflitta a Berlusconi (gli ha dimostrato che aveva torto) il (non) presidente non spende… e per colpa di ciò il Milan sostituisce Pato con Mancini;
  10. Mancini, ovviamente, fa cagare;
  11. il Milan non ha ricambi all’altezza e, complici anche alcuni errori di Leonardo, esce dalla Champions e abbandona il sogno Scudetto;
  12. Berlusconi sbeffeggia Leonardo perché non arrivano i risultati;
  13. Leonardo difende la sua libertà intellettuale ed il suo lavoro e per questo decide di lasciare il Milan;
  14. Berlusconi dice che se fosse stato al posto di Leo avrebbe vinto facile il Campionato.

Visti questi punti, fino a poco fa la stragrande maggioranza dei tifosi era con Leo… naturalmente. Ma cosa succede più avanti, diciamo… a fine agosto?! Berlusconi dà il benestare agli acquisti di Ibrahimovic e Robinho!!! GRANDE SILVIO!!! GRAZIE!!! HAI COMPRATO TUTTI QUESTI GIOCATORI PERCHÉ IN REALTÀ CI AMI ANCORA!!! OH, SIVLIO, COME MI SEMBRANO LUCENTI I TUOI CAPELLI AL CHIARO DI LUNA!!! LEONARDO HA DETTO CHE SEI NARCISO????? MA COME SI PERMETTE!!! BEH, CERTO, SEI BELLISSIMO, MA LUI LO INTENDEVA IN SENSO NEGATIVO!!! PROPRIO LUI, CHE TU, CON ESTREMA BENEVOLENZA, HAI RACCOLTO DAL CIGLIO DI UNA STRADA E GLI HAI OFFERTO UN COMODO LETTO ED UN PASTO CALDO!!! INGRATO!!!

Chi sono quelli che dicono questo? Quelli che dicono questo sono l’89% di quelli che qualche mese prima stavano con Leonardo. C’è da notare che tra l’altro non è successo nulla in questi mesi che possa giustificare un cambiamento d’opinione così repentino nei confronti del nostro ex allenatore. È successo qualcosa che possa giustificare il cambiamento d’opinione nei confronti di Berlusconi e quindi, da buoni pecoroni, questo 89% di tifosi ha cambiato opinione su… TUTTO! Tutto ciò che riguarda Berlusconi, quindi anche sul “rapporto” che aveva instaurato con Leonardo.

Mi sono perso un 1%? Vedo che l’avete notato. L’1% siamo noi, che a differenza di Ibrahim Al Letizia non andiamo dove il vento soffia. Se il Milan compra pippe e spende male i soldi NOI LO DENUNCIAMO, se il Milan compra ottimi giocatori spendendo poco NOI CI COMPLIMENTIAMO.
Ma di certo non sono due acquisti (e la “non chiusura” di Leo all’Inter), per quanto preziosi possano essere, che annebbiano la nostra capacità di giudizio e la nostra coerenza… così come non sono due acquisti, per quanto preziosi possano essere, che riscrivono la storia.

E visto che con Leo abbiamo in comune la libertà intellettuale e la fierezza di averla, diciamo a lui…

GRAZIE PER IL MIRACOLO CHE HAI FATTO LO SCORSO ANNO.
GRAZIE PER AVERCI FATTO VEDERE SPRAZZI DI BEL GIOCO DOPO ANNI DI CALCIO RUMINATO.
GRAZIE PER I TUOI MODI GENTILI (A VOLTE ANCHE TROPPO).
GRAZIE PER LO STILE CHE HAI DIMOSTRATO IN TANTI ANNI DI MILAN.
GRAZIE PER AVERCI PORTATO PATO, KAKÀ E THIAGO SILVA IN ANNI IN CUI AL MASSIMO ARRIVAVANO MATTIONI, EMERSON E AMOROSO.
GRAZIE PER LA PRIMA VITTORIA AL BERNABEU DELLA NOSTRA STORIA.
GRAZIE PER TUTTE LE PARTITE IN CAMPO ED IN PANCHINA CON LA NOSTRA MAGLIA.
GRAZIE PER AVERCI RESO ORGOGLIOSI DI AVERTI CON NOI.
GRAZIE PER NON AVER PIEGATO LA TESTA.
GRAZIE PER LA DIGNITÀ CHE HAI SEMPRE DIMOSTRATO DI AVERE.

Di errori ne hai commessi, ma per il futuro noi scommettiamo su di te. Ti auguriamo ogni bene possibile, Leo!

Il mito di Narciso e Leonardo

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