L’azione efficace di una vaccinazione di prevenzione contro i tumori ha reso la Regione Basilicata un emblema di “ottima sanità” nella protezione della salute dei suoi cittadini nella lotta del carcinoma della cervice uterina e delle altre patologie da HPV. Dai dati emerge che la Basilicata ha raggiunto livelli superiori alla media nazionale, e comparabili con quei paesi come Canada e Australia considerati all’avanguardia nella prevenzione.
Se ne è discusso durante la Conferenza Consenso del 13 aprile 2013 organizzata dalla Fondazione Giovanni Lorenzini Medical Scienze Foundationche da anni segue le strategie di interventi programmatori di prevenzione di alcune patologie a grande impatto sociale, fra le quali i tumori collegati al HPV, svoltasi presso l’Assessorato alla Sanità e sotto il patrocinio della Regione Basilicata e il patrocinio scientifico della Societa’ Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanita’ Pubblica (SITI)
Il successo del modello Basilicata è sicuramente dovuto all’elevata competenza e impegno degli operatori dei Punti Vaccinali che hanno contribuito a diffondere la cultura della prevenzione generando fiducia e un’ampia adesione della popolazione. Un fattore di successo fondamentale è stata la strategia multi coorte, attraverso la quale genitori, associazioni femminili, operatori dei consultori sono riusciti a mantenere compatta la risposta alle tre dosi, evitando perdite in corsa. Anche il coinvolgimento delle Ginecologie Ospedaliere del San Carlo di Potenza e del CROB, Centro di Riferimento Oncologico, nel reclutare le coorti delle 25enni, è servita a dare la giusta immagine alla vaccinazione divenuta rendendola anche un successo di “genere”: mamme, sorelle alle prese con screening, associazioni femminili, donne sindaci che hanno promosso riunioni per diffondere e favorire l’informazione alle altre donne, operatori dei consultori, infermieri dei Punti vaccinali, tutto ha contribuito a creare un clima diverso per questo vaccino.
L’obiettivo è stato raggiunto. Il Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014, confermava le scelte strategiche indicate nell’Intesa del 2007, in termini di target e obiettivo di copertura vaccinale, così rimodulate: ≥ 70% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2001, ≥ 80% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2002, ≥95% nelle dodicenni a partire dalla coorte del 2003.
Tuttavia, rileva l’Istituto Nazionale della Sanità ISS, dopo 4 anni dall’avvio, la copertura vaccinale non risulta ancora ottimale e le differenze regionali sono marcate.
La copertura media della coorte di nascita 1997 (la prima coorte a essere stata invitata) per 3 dosi di vaccino è del 66% (con un range tra le Regioni del 25-82%) e le coperture vaccinali delle coorti successive alla 1997 non mostrano l’incremento atteso. (http://www.epicentro.iss.it/approfondimenti/2013/CancerDayHpv.asp).
Un progetto condotto dall’ISS in collaborazione con Asl e Regioni italiane (Progetto Valore) sta analizzando i fattori organizzativi, logistici, sociali delle campagne vaccinali contro l’HPV, nonché il punto di vista delle ragazze target della vaccinazione, delle loro famiglie e degli operatori vaccinali per raccogliere informazioni utili per identificare e promuovere azioni che possano incrementare l’adesione alla vaccinazione contro HPV.
L’approccio multi-coorte in Basilicata consente di ottenere nel breve-medio periodo la massima copertura possibile della popolazione femminile e di ottimizzare i relativi costi, passando a tre anni dall’avvio della campagna vaccinale, all’interessamento delle sole coorti delle dodicenni e delle venticinquenni sino a raggiungere nell’arco di sette anni il suddetto obiettivo di copertura (la massima possibile), da cui la possibilità nel prosieguo di vaccinare le sole dodicenni, raggiungendo così un importante traguardo di salute e riducendo i costi sociali, socio-sanitari e sanitari. (http://www.sanita.basilicata.it/DNNSanita/portals/0/vaccino.pdf).
La Regione Basilicata si trova ad oggi, con poche altre regioni in Italia, nella condizione di avere salvato il programma della Intesa Stato-Regioni del 2007. La Regione ha dimostrato la fattibilità dell’assunto e si trova oggi con più del 70% della popolazione femminile tra i 12 fino ad oltre i 25 anni coperta dalla vaccinazione, senza tenere conto dell’alta copertura delle coorti che vanno dal 1983 al 2003.
Nei programmi di vaccinazione contro la infezione da Human Papillomvirus – HPV molti sono i riconoscimenti che la regione ha ricevuto fra quali la segnalazione del Sole 24 ore sanità (http://salute24.ilsole24ore.com/articles/1176-hpv-nel-vaccino-la-basilicata-e-prima) e il Public Affairs Award 2012 consegnato alla Regione nella Sala Capitolare del Senato il 3 luglio 2012.
(http://www.regioni.it/it/show- vaccino_anti_papilloma_virus_un_award_per_la_buona_sanit_lucana/news.php?id=260109).
In occasione di tale premio l’Assessore alla Sanità, Attilio Martorano, ha dichiarato che il riconoscimento “è l’ennesima dimostrazione che la buona sanità abita in Basilicata. Siamo particolarmente soddisfatti di questo risultato dal momento che la lotta ai tumori rappresenta una delle attività prioritarie su cui, da tempo, la Regione Basilicata concentra sforzi importanti. Con l’Award raccogliamo, in particolare, un risultato che premia soprattutto le donne lucane, che sin dall’avvio della campagna di prevenzione hanno aderito con convinzione e in gran numero al programma di screening. Grazie a questa importante strategia – ha continuato l’assessore – il nuovo piano regionale dello screening del collo dell’utero adotterà una metodica che, avvalendosi della campagna vaccinale contro il Papilloma Virus, ci consentirà di assicurare alle donne lucane il miglior standard oggi disponibile per sicurezza ed efficacia“.
Quali prospettive presenta il modello Basilicata?
L’infezione da HPV interessa sia la donna sia l’uomo, e in ambedue i generi, seppur con incidenza, prevalenza e decorso clinico diverso, può portare allo sviluppo di patologie che vanno dalla condilomatosi (patologia non maligna, ma frequentissima), alle forme precancerose e infine allo sviluppo di neoplasie maligne che interessano l’area genitale e il distretto testa e collo. L’incidenza di queste patologie non è indifferente. In Europa nella donna, l’incidenza di tumori (cervice, vagina, vulva, ano, testa e collo) causati da due dei virus più aggressivi come HPV 16 e 18, è di circa 32.562 casi/anno; nell’ uomo, si ha un totale di 15.497 casi di neoplasie (dell’ano, pene, e testa e collo) dovuti ai due dei tipi HPV 16 e 18: un rapporto di 1 a 2 tra uomo e donna. Sofferenze, mortalità, e carico delle patologie descritte sul sistema sanitario nazionale e sulla società sono elevati. L’alta frequenza dei condilomi (più di 250.000 nuovi casi/anno in Italia, secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità) genera a sua volta ulteriori costi sanitari ingenti. Dalle osservazioni epidemiologiche e dalla esperienza vaccinale portata sulle donne deriva un modo più avanzato ed efficiente della protezione della salute nei due generi, in relazione alla possibilità di interrompere radicalmente la trasmissione tra uomo a donna e viceversa, e di rispondere ad un bisogno di salute in modo più efficace ed equo. Recentemente negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Austria e in Sassonia è stato deciso di avviare la vaccinazione di routine non solo per le ragazze, ma anche per i ragazzi, cioè di adottare la vaccinazione cosiddetta “gender neutral”, o meglio universale.
L’estensione all’uomo di detta vaccinazione costituisce per la Regione un momento fondamentale per sostenere il raggiungimento effettivo della protezione della salute di uomo e donna nei confronti della infezione da HPV, anche come obiettivo di eguaglianza di genere.
Tabella. Coperture vaccinali del target primario del programma vaccinale HPV (Giambi C. Stato di avanzamento della campagna vaccinale per l’HPV: dati di copertura vaccinale al 30/06/2011 Disponibile su: http://www.epicentro.iss.it/problemi/hpv/pdf/Hpv-30-06-2011.pdf)
Coorte di nascita 1997, 1998, 1999: Copertura Vaccinale per HPV per dose al 30/06/2012
Coorte
% vaccinate con
almeno una dose
% vaccinate con
almeno 2 dosi
% vaccinate
con tre dosi
1997 Basilicata
87,2%
84,9%
80,7%
1997 Italia
70,6%
68,7%
66,0%
1998 Basilicata
86,5%
82,4%
80,2%
1998 Italia
69,7%
67,8%
64,0%
1999 Basilicata
80,3%
77,8%
71,6%
1999 Italia
69,3%
66,4%
58,6%