>Il modello cinese “esportato” mondo" />>Il modello cinese “esportato” nel mondo" />>Il modello cinese “esportato” nel mondo" />>Il modello cinese “esportato” nel mondo" title=">>Il modello cinese “esportato” nel mondo" />
In Cina non c’è solo Foxconn…Ci sono molte aziende nazionali in cui le condizioni dei lavoratori cinesi non sono proprio ottimali…
In Cina i lavoratori che “stanno peggio” sono quelli “impegnati” in aziende di proprietà nazionale: fabbriche di scarpe, vestiti e giocattoli in cui ci sono rivolte quotidiane. I motivi della agitazioni sono vari: dai salari troppo bassi a questioni legate alla salute e alla sicurezza, poi la pensione, l’assicurazione sanitaria e altro ancora.
Condizioni di lavoro oltremodo pessime: la Cina che compete attualmente con gli Stati Uniti per il primo posto dell’economia mondiale è anche questo, non solo crescita, sviluppo e innovazione.
La cosa peggiore è che questo “modello” di lavoro, se così possiamo definirlo, si sta esportando in tante parti del pianeta generando “sfruttamento a livelli estremi”.
Un capitalismo “che sta tornado indietro nel tempo”: si negano diritti e tutele da tempo conquistati.
Un modello quello cinese che sta avendo successo in tanti paesi che lo adottano perchè è l’unico modo per molte aziende per essere competitive in un mercato globalizzato sempre più “aggressivo”.
Nuove forme di schiavitù si stanno concretizzando, nuovi “schiavi” sfruttati ogni giorno per “miseri” salari e con diritti e tutele che vanno diminuendo sempre più.
Un modello quello cinese che è espressione di un neoliberismo che pensa solo al profitto e all’interesse senza curarsi degli individui, della salute, dei diritti e di tanto altro ancora.
Lavoratori che conducono vite poco dignitose, al limite della “sopravvivenza sociale”.
Una volta era il “proletariato” che attaccava la classe “borghese” dei “padroni”, usando termini del marxismo: ora è la classe borghese che attacca i lavoratori togliendo loro diritti da tempo conquistati.