No, non siamo davvero in un Paese normale perché mentre si avvilisce in ogni modo il lavoro, sostenendo che lo si potrà avere solo se è misero, ricattabile e senza diritti, mentre si evita di affrontare le varie crisi industriali con il dogma dello stato minimo e del mercato sovrano, si cerca di innescare una cosiddetta ripresa ricorrendo ai vecchi sistemi di sempre, quelli di un Italia non normale in cui si finge di lasciare che siano i privati a investire, quando invece tutto si fa attraverso i soldi pubblici, proprio di quei cittadini impoveriti e ricattati. Se Monti pensa alle scuse, Passera bada invece ad innescare un nuovo ordigno di debito pubblico a scoppio ritardato, con enormi benefici dei soliti noti: project bond e project financing. Addirittura 50 miliardi secondo le sue astute farneticazioni, del resto funzionali alla carriera politica.
Grandi opere, meglio se inutili al nostro orizzonte. L’idea è sempre quella – modello alta velocità – con cui sono stati devastati i bilanci pubblici: il privato chiede i soldi alle banche per la realizzazione di una qualsiasi infrastruttura in cambio di una concessione di un certo numero di anni per recuperare l’investimento e ottenere profitti. Ma se dalla concessione stessa non ricava quanto stabilito da contratti che rimangono sempre segreti (cosa che avviene puntualmente) è lo Stato che garantisce per i capitali spesi e rifonde gli istituti di credito senza però sognarsi di partecipare agli utili anche scarsi dell’impresa. Primo capitolo di questa vecchia nuova storia dovrebbe essere l’autostrada Mestre- Orte, sponsorizzata da una lobby Udc – Pd. Ma stavolta si è deciso di fare le cose in grande e di non fermarsi al vecchio meccanismo: verrà aggiunto anche uno sconto fiscale. Il privato infatti avrà un credito di imposta del 50% del valore dell’opera. Se costruisce per un miliardo avrà 500 milioni di sconto sulle tasse, che si vanno poi ad aggiungere ai vantaggi delle vecchie e opache contrattazioni.
Naturalmente anche tutto questo è pensato nel tentativo di generare una qualche ripresa. Ma guarda caso per la crescita malata da una parte Monti e Fornero ci dicono che occorre lavorare di più e avere salari inferiori, dall’altra Passera si incarica di garantire che i profitti siano portati al massimo, anche se alla fine essi vanno sempre a carico dello stato, vuoi a causa di minori imposte, vuoi per i meccanismi che abbiamo visto. Profitti dunque pagati da tutti, compresi quelli che si debbono sacrificare. E’ il nuovo medioevo di Monti.