Il problema c’è e sembra esser
serio perché l’asilo è iniziato da nemmeno un mese e la bimba picchia fin dal
primo giorno. Lo fa sistematicamente e sembra anche in maniera violenta,
colpisce a casaccio e non disdegna usare i denti. L’ultimo episodio risale a
ieri e presto verranno di nuovo convocati i genitori che, invitati a riprendere
la figlia, sembra che abbiano risposto di non preoccuparsi più di tanto perché si
comporta così anche a casa. E allora mi torna in mente, quel giorno dal pediatra in cui l’ho incontrata la prima volta, disse che lei era per il
ceffone ma ora s’innervosisce se la maestra, la ferma per la quinta volta in
una settimana. Lei è una mamma.L’altra invece è dolcissima, ha tre bambine praticamente identiche tra loro.
“Una va al nido le altre due qui, in classi diverse però, perché le sorelle sai, le separano”.
E’ il terzo anno che “frequenta” l’asilo ma non conosce nessuno. Non è del paese, dice, e nessuno le da confidenza, però le sue figlie corrono sempre ad abbracciarla e la riempiono di baci.
Lei è una mamma
Quelle due son sempre insieme e paiono personale della scuola. Smistano comunicazioni, intervengono sui programmi, e pilotano le iniziative. Le ho anche viste far fotocopie per motivi abbietti! Sanno tutto di tutti e mentre si fermano nel piazzale a discutere importanti questioni, i loro figli corrono indisturbati in mezzo alla strada e si lanciano lo zaino da una parte all’altra. Loro sono mamme.
Lui è sempre di corsa, non porta la figlia in aula, praticamente la lancia. Ha un’auto sportiva che ovviamente sgomma e degli occhiali verde evidenziatore. “Come si chiama la bambina?” gli ha chiesto la bidella. Lui frena e schioccando le dita, in modalità ora mi torna in mente, ci ha messo almeno 5 sec di troppo per dirlo, ma per fortuna si è ricordato!
Lui è un padre
Quel signore con gli occhiali invece è rappresentante di classe. “L’ho sempre fatto” spiegava a una mamma “e lo farò anche quest’anno, i bambini li seguo io perché mia moglie è troppo ansiosa”, e sembra essere bravissimo con i lavoretti manuali. Parte dell’Arca di Noè che è alla porta, è opera sua. Lui è un padre.
Questo per lei è il quinto anno di materna. “Tre anni con il primo, due anni con la seconda”. Entrambi i figli hanno avuto le stesse maestre, le uniche degne di questo nome.. “Sono le migliori, dentro la scuola fanno tutto loro”. Ora ha un problema, gliele hanno sostituite in corso d’opera e adesso le tocca cambiare opinione. Lei è una mamma.
Poi ci sono io, sempre in ritardo o quasi, con un look mattutino out of bed, un Capitan Uncino per mano e una Urlatrice in braccio, che è sempre meno piccola e sempre più pesante. Faccio parte di questo mondo di mamme e papà che popola l’asilo, mi sento spesso fuori luogo e mi guardo intorno con circospezione. Forse tra due anni mi ritroverò a non aver conosciuto alcun genitore, oppure sarò rappresentante di classe e farò parte del Comitato Creativo, ma per ora mi muovo cauta e non mi “alleo” con nessuno.
Tuttavia questo primo mese ha un bilancio estremamente positivo perché da quel giorno in cui la trovai in lacrime al parcheggio, c'è stato un seguito. Ve la ricordate?
Non era venuta alla riunione d’inizio anno ma qualche giorno dopo si è avvicinata, ha sorriso e allungato una mano.
Ora c’incontriamo praticamente sempre, abbiamo gli stessi orari e non ci facciamo mai mancare due chiacchiere, di sicuro prima o poi ci prenderemo un caffè.
La conosco ancora poco ma le nostre vite si somigliano…e ci avrei giurato!
