Comunque. Sia quale sia la ragione, il punto é che ieri pomeriggio una delle piú note emittenti iberiche ha trasmesso un programma di quelli che piú a tema con questo blog sarebbe difficile trovarne. Parlo di Cadena Ser, mica cotica. E parlo, piú in dettaglio, de La Ventana, che ha ospitato per l'occasione le due fondatrici della mia venerata Itañolandia.
Una italiana residente in Spagna, l'altra spagnola residente a Roma, certo non avrebbero potuto trovare protagoniste migliori per un dettagliato raffronto raffronto tra le due Nazioni. Che poi a dire “dettagliato raffronto” sembro quasi una seria, pensa un po'.In realtá, a me il discorso é iniziato a sembrare interessante giá dalla premessa. Uno degli speaker ha sostenuto che l'unitá di cui parla Morand...ehm, Rajoy non dovrebbe essere, in fondo, cosí difficile da ottenere. E, per dimostrare l'assunto, si é affrettato a ricordare che “gli italiani hanno fama di conquistatori in Spagna” mentre “l'accento spagnolo trionfa con le italiane”. Ecco: in quel preciso istante, annuendo convinta, io ho capito che il seguito mi sarebbe piaciuto.E s'é accennato, nel seguito, a cantanti spagnoli che cantano in italiano. A cantanti italiani che cantano in spagnolo. Al cibo mediterraneo, vanto e lustro di entrambi tra patatas a la riojana e risotto alla parmigiana. E, ancora, al calcio, partendo dalla vittoria tutta nostra al mondiale di Spagna dell'82. “Fisicamente, a me i calciatori italiani piacciono di piú”, ha concluso in modo tecnico la commentatrice.Tra gli altri highlights del discorso, l'elogio della fusione tra le due culture, che Carola (proprio come me) ritiene sia la chiave per la costruzione del posto ideale in cui vivere. Lo conclude, in modo piú o meno esplicito, dopo aver affermato che gli italiani – come da stereotipi – cucinano bene e si vestono meglio. Peccato che quella per l'apparenza diventi troppo spesso un'ossessione. E non averla é tutto fuorché negativo.Gli italiani, dice invece Carolina, dovrebbero imparare dagli spagnoli ad essere un po' meno formali: mentre in Spagna ha sempre e comunque la meglio il “tu”, l'Italia é l'eccesso di “lei” di cui spesso nemmeno ci accorgiamo. Dall'altra parte, secondo lei é gli italiani sono anche nel complesso molto piú flessibili e creativi dei cugini iberici.Entrambe – e non poteva essere altrimenti – sono poi d'accordo sull'inferno rappresentato dalla burocrazia italiana. Gli speaker di Cadena Ser non riescono a farsene una ragione. “Non puó essere peggio della nostra!”, sembra dire il loro tono di voce. Eppure.Si parla anche del malcontento per i tagli di Monti, seppur certo non si rimpianga Berlusconi. Della Fornero e del suo “choosy” cosí difficile da rendere in spagnolo (“Tikismikis”, tra parentesi, é un vocabolo che m'é sempre piaciuto da morire). Si parla dell'amore degli italiani per quel Paese di cui sono sempre piú interessati a imparare la lingua. Di un Paese in cui vorrebbero scappare, mentre gli spagnoli, guardandosi attorno, si chiedono se siano del tutto impazziti.Ma, soprattutto, si parla del rinomato e tragicomico “momento pico”. Ovvero, l'alto rischio di bacio a stampo sulle labbra quando un italiano e uno spagnolo si incontrano. Perché gli spagnoli, i baci sulla guancia, iniziano a darli da un lato. Gli italiani dall'altro. E...“Secondo voi é successo anche tra Rajoy e Monti?”, chiede qualcuno.Di nuovo, vi prego, non ridete. Neanche questa é un'immagine carina.
La trasmissione, in lingua originale, potete ascoltarla cliccando qui sotto.