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Il mondo all’inizio del mondo

Creato il 07 agosto 2010 da Dbellucci

Cosi’ mi rivolgo al nostro amico accompagnatore, giubbotto rosso, occhiali scuri sempre calati sul naso.
“Perche`questo lago si e`asciugato?”
Lui, serissimo, chiude la portiera e racconta:
“Diecimila anni prima di Cristo qui c’era solo la luna. Sempre buio. Tranne per la luna. E c’era anche il lago. Poi la terra si e’ piegata e allora e`arrivato il sole. Il lago e`evaporato”.
Mi sembra plausibile. Ripartiamo, attraversando il Salar de Uyuni. Mi torna in mente la favola del lago volato via d’inverno, quando le anatre si sono appoggiate sulla sua superficie. Poi il lago e’ ghiacciato ed e’ rimasto impigliato alle zampe delle anatre. Le anatre sono volate lontano, trascinando il lago in un altro luogo, chissa´dove.
Il Salar de Uyuni e’ la piu’ grande distesa di sale del mondo, almeno qui dicono.
“Se non ti metti gli occhiali, stanotte piangi come un bambino” mi dice il nostro amico accompagnatore, e si mette gli occhiali da sole per farmi vedere.
La distesa abbacinante toglie il senso del tempo e dell’orientamento. Di fronte a noi le montagne blu, sotto il cielo terso, si riflettono sul sale creando insoliti scenari. Mancano due o tre pianeti a galleggiare lontano e avremmo un’ottima scenografia per un fantasy. Una volta il lago aveva un’isola. L’isola c’e`anche adesso, solo che e`un’isola in mezzo ad un mare bianco di sale. Sull’isola crescono cactus grossi come alberi. Roccia vulcanica e cactus. Hanno centinaia di anni. Non c’e’ alcun rumore. Non tira il vento, non ci sono foglie da muovere, non passano gli aerei. Il lago c’e`ancora, mi dice di nuovo il nostro amico. Solo che non si vede, e`sotto il sale. Mi spiega che sotto la crosta spessa due metri c’e`acqua, tantissima acqua, e sta ancora evaporando, lentamente.
Avevo letto che il Sud della Bolivia e`come un viaggio all’inizio dei tempi. Non c’è vegetazione, ma solo terra, sale, roccia di tutti i colori, alcuni dei quali, durante le ere geologiche, si sono persi per selezione naturale delle sfumature. Vulcani. Alcuni attivi, altri spenti. Quelli spenti non si contano, sono troppi, e via via che procede l’erosione diventano montagne ordinarie, non li riconosci piu’. Qui non piove, non nevica, e`tutto fermo. Se getti un pezzo di plastica resta li’ per 20.000 anni. C’e`solo un gran vento e un freddo assurdo.
Attraversato quel che resta del grande lago, rientriamo tra le montagne. Scende il tramonto e dura pochissimo. Di notte, per poco tempo a causa del freddo, ci fermiamo all’esterno a guardare il cielo. Siamo noi due, due Argentini e due ragazze della Corea del Sud. A 4000 metri, nell’aria rarefatta del deserto, senza alcuna luce nel raggio di cento chilometri, ci passa sulla testa il cielo piu’ bello visibile dal nostro pianeta. Per averlo migliore bisogna andare in orbita (per adesso, mi accontento).
Il giorno dopo e’ il momento dell’acqua. Un altro passo indietro nel tempo.
Attraversiamo laghi che sembrano ologrammi. I minerali si sono concentrati nelle loro acque: carbonati, zolfo… e l’acqua diventa rossa e riflette la cordigliera in viola. Altrove, l’acqua diventa bianca e il vento monta a neve come albume d’uovo. Poi seguono pozze di un azzurro dubbio, che se non fosse qui attribuiremmo all’inquinamento. Poi la laguna verde, all’ombra del vulcano Licancabur.
Infine, un altro passo indietro. Sparisce l’acqua. Siamo a 5000 metri. Solo montagne nude, fumarole vulcaniche e fango che ribolle. Si cammina nella nebbia mentre arriva l’alba. Alle spalle, altri vulcani dormono, altri fumano. Purtroppo il freddo e’ insopportabile, nonostante tutti i vestiti che abbiamo addosso. Bisognerebbe avere una tenuta da alpinista e noi abbiamo sottovalutato quello che ci aspettava. Scendendo, l’acqua ricompare in una valle grandissima, tutta avvolta dal sole. E’ acqua termale e i rigagnoli fumano uno sull’altro, anche qui a perdita d’occhio.

Purtroppo, anch cercando di fare al meglio le cose, arrivare sin qui e’ stato un po’ complicato. Abbiamo incontrato solo viaggiatori indipendenti “zaino in spalla” come noi o i viaggiatori di “avventure nel mondo”. Le sistemazioni sono… spartane… per usare un eufemismo. In pratica non c’è nulla oltre al letto. Il rifugio dove abbiamo dormito a 4000 metri non aveva acqua (tranne un bidone da cui prendere delle secchiate per il cesso), ne’ telefono (solo radio), ne`riscaldamento. Questo ci ha fatto penare, ma tra di noi abbiamo condiviso anche parecchie riflessioni su chi questa vita la conduce ogni santo giorno. Le considerazioni sono sempre quelle, le sappiamo tutti e quindi non le stiamo a scrivere qui. Ripeto, anche a causa della logistica un po’ complicata, mi dispiace tanto per tutti gli amici a casa, che magari non vedranno tutto questo. Ok, vedranno altro. Beh, non m’importa. Molto spesso mi sarebbe piaciuto avervi qui, anche stamattina a 5000 metri. E mi dicevo: cavolo, se XXX fosse qui, chissa´che cosa direbbe! E se YYY fosse qui, ce lo avrebbe davanti il mondo fantasy! E se… bla bla bla.
Besos a todos los amigos!
Hasta luego!



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