La tavola di sintesi sottoriportrata evidenzia l’andamento, disastroso, del mercato pubblicitario in Italia nel primo quadrimestre 2012 rispetto al pari periodo 2011 secondo le rilevazioni Nielsen.
Se Internet è l’unico mezzo che cresce [qui il dettaglio], arrivando a pesare il 7,8% del totale, anche per effetto del calo degli altri mezzi, sempre secondo Nielsen, la situazione in Europa non è molto migliore essendo l’unico continente nel mondo che registra una flessione degli investimenti pubblicitari con però al suo interno Germania, Francia e Svizzera che registrano una crescita della spesa in advertising e gli altri in decisa flessione come nel nostro caso.
Sul tema vale la pena di leggere la raccolta di dichiarazioni di esperti internazionali del settore durante il recente International Festival of Creativity di Cannes. Ne riporto solamente una, quella che mi ha colpito di più fra tutte:
Brand marketers are increasingly looking for solutions to better connect with their consumers, better control their costs and the ROI of their activities, and to accelerate the speed at which they bring the right ideas to market to cope with the pressure of an increasingly complex and kinetic competitive environment.
Se le flessioni degli investimenti pubblicitari che si registrano nelle nazioni europee maggiormente colpite dalla crisi, inclusa l’Italia, sono un elemento ciclico che sempre si registra durante questi momenti, la crescita di Internet, accompagnata dal calo anche della televisione, dimostra che vi sono elementi strutturali di cambiamento nel processo di relazione e comunicazione tra persone e brand, imprese, come giustamente rileva Francois Petavy.
Il mondo cambia.