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Il mondo contemplativo di Werner Herzog – Peter Buchka

Creato il 05 marzo 2013 da Maxscorda @MaxScorda

5 marzo 2013 Lascia un commento

Il mondo contemplativo di Werner Herzog
Dopo aver visto "Il diamante bianco" e ripercorso grazie a questo documentario la carriera di Herzog, ho trovato spontaneo, istintivo, doveroso scrivere sul mio profilo Facebook.
"Torno dopo molti mesi al cinema di Herzog e ritrovo in lui non un padre, un fratello o un sodale ma la totale aderenza di idee, di intenti, il modo di sentire il Cinema e ancora piu’ ampio, la Bellezza. No, egli non e’ un padre, un fratello o un sodale, Herzog sono io se fossi una persona molto, molto migliore."
Chi altri potrei citare se non il mio stesso riconoscimento verso uno straordinario poeta della settima arte, un uomo la cui sola ambizione e’ il volo, in qualunque forma possibile.
Egli in tutta la sua vita ha definito un’estetica personalissima senza forzarla e tantomeno imporla, ha espresso l’unico messaggio o non-messaggio che invita alla Bellezza, quel punto sospeso tra follia e piacere da ricercarsi in un luogo neppure troppo nascosto dentro l’insensata corsa quotidiana.
Come ben ci spiega Herzog, egli non ama la Natura perche’ stupida e cattiva ma questa esiste e va rispettata, cosi’ come non disprezza la tecnologia, essendo questa un mero strumento in mano ad una civilta’, la nostra, destinata all’estinzione.
Mentre scorrono molte delle sequenze piu’ rappresentative del sua cinema, dai primi corti sino a "Cobra Verde", ultimo film prima della realizzazione del documentario datato 1989, Herzog parla di se’, del cinema e della sua idea di cinema e non serve altro per investigare nell’Herzog-pensiero, vedendo incarnati i bisogni e i desideri nelle pellicole che da sempre realizza e col senno di poi, sapra’ realizzare.
Una sola ora di documentario e’ un regalo che ognuno dovrebbe farsi per comprendere un grande regista e la sua arte, per chi invece di Herzog ha visto tutto, e’ la spinta non necessaria al tutto di essere rivisto.

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