Da un lato potremmo dire che “non c’è niente di nuovo oggi nel sole”, è tutto antico, perché ciò che ci dà fiducia è anche ciò che ci spaventa, ma in economia è sempre stato così!
Calano, anzi crollano i prezzi delle materie prime?
Bene! Diranno alcuni, sarà un fattore decisivo per la ripresa economica mondiale!
Male! Diranno altri, è il segnale che una nuova recessione planetaria è alle porte!
Rallenta la produzione industriale in Cina?
Bene! Diranno alcuni, finalmente si è riusciti a raffreddare una crescita economica incontrollata che rischiava di far montare una bolla speculativa di proporzioni gigantesche.
Male! Diranno altri, essendo la Cina la “fabbrica” del mondo non ci potrebbe essere una indicazione più chiara che siamo già ora in una fase di stagnazione che potrebbe rapidamente tramutarsi in una spirale recessiva.
Insomma tutte cose già viste, un singolo evento economico ha sempre una possibile “doppia lettura”, crea un’incertezza che però (sempre secondo alcune teorie economiche, che personalmente non condivido) è benefica, l’instabilità in pratica metterebbe tutti sullo stesso piano senza dare benefici ad alcuni e svantaggi ad altri.
Ma se anche ciò fosse vero, ora stiamo vivendo un momento davvero particolare se non unico, almeno riferendoci agli ultimi 150 anni.
Il debito pubblico mondiale continua a crescere con un ritmo impressionante e non si riesce a contrastare questa tendenza in nessun modo, è arrivato quindi il momento di chiedersi se c’è una via d’uscita “non violenta” da questo mulinello che ci sta risucchiando verso il fondo.
Non voglio dare una risposta, ma ritengo importante far notare una cosa essenziale: la crisi delle nostre “democrazie”.
E’ sotto gli occhi di tutti, purtroppo, questo “sistema” sta mostrando falle gigantesche in quanto non tende a premiare i migliori. Per questo è difficile essere ottimisti, come faranno a risolvere i problemi le stesse persone che hanno maggiormente contribuito a crearli?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro