Il mondo dei libri in fermento: più lettori, ma “digitalizzati”?

Creato il 18 luglio 2011 da Sulromanzo

Per capire se in un settore sta per accadere qualcosa d’interessante, si può guardare al numero di società di consulenza che si affrettano a snocciolare dati sulla sua crescita.”
È una piccola perla di saggezza aziendale, dispensata da un mio vecchio capo ai tempi della “grande bolla” delle TLC (TeLeComunicazioni) in Italia e devo dire che raramente si è dimostrata inesatta.
Certo quando l’attenzione si sposta dai telefonini ai libri, la questione diventa a dir poco sospetta, ma tant’è. La prestigiosa società di consulenza A.T. Kearny ha pubblicato uno studio dal titolo “I lettori sognano i libri elettronici?”, presentato il 14 luglio scorso, in occasione del primo anno di vita della piattaforma digitale “Book Republic”. Dalla sintesi di questo lavoro, scopriamo che il mercato del libro digitale (e-book) ha fatturato circa 500.000 euro nel 2010, ossia lo 0,1% dell’intero mercato librario in Italia (quasi 500 milioni di euro – a dimostrazione che i lettori non sono ancora un bene in via di estinzione!).
Inezie direte voi. Sì, forse, ma difficilmente società di consulenza come A.T. Kearny perdono tempo. Se si focalizzano su un settore merceologico lo fanno perché annusano denaro o vogliono che altri lo annusino. E allora ben vengano questi studi se riescono a rendere più dinamico un mondo che spesso si trincera dietro una tradizione da preservare a tutti i costi, sebbene si sia dimostrata poco funzionale alla crescita del mercato e soprattutto (dal mio punto di vista) del numero di lettori.
Continuando a scorrere i dati della ricerca, scopriamo che una parte rilevante dei lettori che prediligono il monitor del loro tablet al malloppetto di carta e colla, a cui la vecchia generazione non riesce (ancora?) a rinunciare, sono ragazzi della “millennium generation” (ossia nati a partire dagli anni ’90 del secolo scorso), che proprio grazie a questa nuova possibilità di lettura si stanno avvicinando alla pratica di liberazione della mente e rigenerazione dell’anima migliore che io conosca (la lettura). Gli e-book non hanno infatti intaccato il mercato dei libri tradizionali, anzi sembra quasi che riescano ad avere un effetto traino su questi ultimi, portando l’intero settore a crescere. Un altro studio (Nielsen) ci dice, inaspettatamente, che le vendite del comparto libro nell’ultimo anno (anno di crisi, di riduzione dei consumi e di molte rinunce per gli italiani) è cresciuto del 2,4%, con un aumento significativo dei punti vendita (quelli che una volta venivano chiamati librerie).
A. T. Kearny arriva addirittura a pronosticare un 2012 con ricavi per gli e-book decuplicati, anche grazie all’ingresso di colossi come Apple, Amazon e Google nelle varie librerie on line esistenti. Così molti si stanno muovendo o si sono già mossi, pensiamo ad esempio all’avventura Giunti & Messaggerie (una joint-venture che ha contribuito a destabilizzare il mercato librario italiano portando il nuovo attore a controllare, da solo, più di un terzo della distribuzione in Italia). L’unione di Giunti con Messaggerie ha costretto i loro competitors a pensare a nuovi modelli organizzativi, dimostrando che è possibile far convivere un’innovazione con un importante incremento delle vendite. A cominciare proprio dal digitale, ossia da IBS, il maggiore negozio on line di libri di proprietà della Giunti & Messaggerie, che ha realizzato nel 2010 un incremento delle vendite pari al 18%.
Verità? Illusione predittiva? Speranza di rivincita per un settore bistrattato e ignorato dalla politica economica del Paese? Per saperlo dovremo soltanto attendere (qualche mese secondo A.T. Kearny). Nel frattempo non potremo che essere soddisfatti se l’e-book riuscirà a trasformare qualche fanatico del social network in un devoto seguace di Dostoevskij, Murakami, Coetzee, Eco, Woolf, Calvino e Svevo, sperando che tutto questo apparente fermento non si trasformi nella consueta “bolla”.


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