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Il Mondo del design chiede al Senato un no alla contraffazione

Creato il 09 marzo 2012 da Apietrarota
Da Pambianconews
Si è tenuta a febbraio la conferenza stampa indetta congiuntamente daADI, Confindustria, Indicam, Assarredo, Assoluce, Fondazione Altagamma, Fondazione Valore Italia, Fondazione ADI e CNAC(Consiglio nazionale Anticontraffazione) contro gli emendamenti che prorogano di altri 5 anni il diritto alla copia dei prodotti di chiara fama creati prima del 2001.
Il cosiddetto emendamento Nannicini(che porterebbe a 15 anni la moratoria sull’applicazione della protezione del diritto d’autore delle opere di design), già approvato dalla Camera e ora al vaglio al Senato, oltre a calpestare il diritto degli autori, contraddice una Direttiva comunitaria motivo per cui lo scorso 27 gennaio la Corte di Giustizia ha messo in mora l’Italia, escludendo la legittimità della moratoria decennale.
“Si tratta di un tema – spiega l’avvocatoCesare Galli– di cui si parla dal 2001, quando fu introdotta la prima norma che concedeva una moratoria di 10 anni per il via libera ai contraffattori. Da allora questa moratoria subì diverse modifiche finché Assoluce ne chiese la remissione alla Corte di Giustizia europea che emise la sentenza che fissava come termine massimo i 5 anni per la moratoria”.
Il presidente di ADI, Luisa Bocchietto, nel suo ruolo di moderatrice della conferenza spiega che l’incontro ha l’obiettivo di rendere nota a tutti la “situazione grave in cui ci troviamo, perché bisogna riconoscere che il design è creatività e che l’originalità è un valore che va tutelato”.
“Agli imprenditori – affermaClaudio Lutidi Assarredo – si chiede di investire e innovare, ma le istituzioni non devono lasciarci da soli. Chi lavora per il design investe in ricerca, crea posti di lavoro, promuove l’immagine del nostro Paese nel mondo. Chi da anni sfrutta la creatività originale con la produzione di copie, invece, danneggia e deruba il design italiano. Le istituzioni quindi devono schierarsi in favore dell’originalità e tutelarla”. “L’incertezza della posizione istituzionale – spiega inoltre l’avvocato Giovanni Casucci – ha ricadute sui mercati esteri di sbocco. La Cina, ad esempio, si basa sulla reciprocità, ossia garantisce in Cina gli stessi diritti garantiti alle aziende dalle loro nazioni di provenienza. Vogliamo che all’estero passi il messaggio che in Italia lottiamo contro la contraffazione e a favore della tutela della proprietà industriale”.
“A proposito di Cina, spesso ci lamentiamo delle copie che arrivano da lontano, e non ci rendiamo conto che i veri contraffattori sono gli italiani”, commentaPiero Gandinidi Assoluce. “L’Italia, infatti, è tra i primi 4 Paesi contraffattori al mondo”.
Dopo una carrellata in cui sono state esposte le varie problematiche del mondo del design e dell’arredamento la parola è passata aDaniela Mainini, in rappresentanza del Governo essendo al vertice di 11 Ministeri del Centro Studi Anticontraffazione, che ha indicato qual è la strada da seguire: avere uno sguardo europeo e rimanere nei limiti dei 5 anni voluti dal Comitato Europeo perché “sebbene all’estero ci considerino la culla del design e della creatività, non hanno altrettanta fiducia nella tutela che garantiamo ai prodotti e questo può portare a disincentivare gli investimenti nel nostro Paese da parte di aziende estere.”


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