Vorrei diventare un golfista professionista…
Debutto alla regia rivedibile per Dante Ariola. Il mondo di Arthur Newman (Arthur Newman, 2012) è un film prevedibile e privo di coraggio. Una pellicola che si lascia trascinare, senza guizzi di originalità, fino alla conclusione.
Wallace Avery, divorziato, con un figlio adolescente che non vuole nemmeno vederlo e una ragazza di cui non è innamorato, decide di inscenare la propria morte e fuggire (con documenti nuovi) verso l’Indiana. Il suo scopo: spacciarsi per un golfista professionista di nome Arthur Newman. Durante il suo viaggio, in una piscina di un motel, incontra Mike, una giovane donna che pare condividere il suo desiderio di essere chiunque fuorché se stessa.
Seppur Colin Firth sia azzeccato per il ruolo del timido e in crisi di mezz’età, la pellicola non gli rende giustizia e si adagia sulla prevedibilità di una sceneggiatura già vista e rivista e su un progressivo svolgimento insipido e privo di originalità. Difatti il protagonista ed Emily Blunt (nel ruolo di una dark lady in cerca di una nuova esistenza) si muovono attraverso una provincia americana carica di stereotipi (motel a basso costo, volti deturpati dal tempo e mancanza di seconde chance), ma priva di un’originale caricatura metaforica. Il coraggio non manca solo ad Arthur Newman (uomo in perenne crisi esistenziale e alla ricerca di una nuova vita più appagante), ma all’intera pellicola, che prende ispirazione da Ferro 3 - La casa vuota (Bin-Jip 3 - Iron, 2004) di Kim Ki-Duk, ma non ne possiede la stessa ambigua e introspettiva carica umana.
Il mondo di Arthur Newman è un film che si lascia guardare, ma allo stesso tempo si dimentica facilmente. Un’opera che mette in fila una sfilza di eventi prevedibili e che non trovano sfogo in qualche cambiamento di ritmo oppure in qualche variazione di registro. Piatto, insapore e incolore, Il mondo di Arthur Newman brancola nel buio di uno script, che prova a inseguire un sogno (americano?), che vuole evitare di scivolare nel melò spiccio (eppure ci finisce, eccome) e che alla fine non riesce a mettere a nudo le ferite e a provocare empatia nello spettatore.
Uscita al cinema: 5 settembre 2013
Voto: **