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Quell’uomo (che per la verità è un adolescente) è il suo amico Akira Fudo, uno studente timido e impacciato, ma buono e onesto: durante un sabba improvvisato a casa di Ryo, Akira riesce a fondersi con Amon, il più potente tra i demoni, divenendo un essere con il corpo di demone e l'animo umano: un uomo-diavolo. La trasformazione di Akira in Devilman/Amon avviene solo in determinate circostanze, mentre nella vita di tutti i giorni Akira può mantenere il suo solito aspetto e mimetizzarsi tra la gente normale. Allo stesso modo, altri demoni cominciano a invadere le città sostituendosi indiscriminatamente alle persone, cibandosi di carne umana quando è possibile, e senza dare troppo nell'occhio, nell'attesa di scatenare la resa dei conti finale. Di lì a poco, però, gli avvenimenti cominciano a precipitare... Tutto questo avviene, suppergiù, nei primi quattro volumi, mentre i restanti dieci sono più che altro un pretesto per parlare dei tarli dell’umanità, sempre preda dei più bassi istinti: man mano che la paura dilaga la popolazione diventa aggressiva, distruttiva. Proprio su questo contavano i demoni: che le persone prima o poi avrebbero cominciato a guardare con diffidenza vicini di casa, amici, persino parenti, scatenando una vera e propria caccia alle streghe che non avrebbe fatto altro che favorire il loro gioco. Quando i governi, in preda al panico, gettano il mondo sull'orlo di una guerra nucleare di scala globale, tutto sembra perduto, ma...
Devilman, ovvero l'Apocalisse di Go Nagai, è un capolavoro, ma il legame con la Divina Commedia come si può vedere è molto labile e il tema religioso è solo sfiorato. A quei tempi (era il 1972) il materiale riguardante la religiosità e l’iconografia occidentale disponibile in lingua giapponese era alquanto scarso, e Go Nagai, per rispetto, non se la sentì di divagare troppo su un argomento che non conosceva bene. Inoltre, lo sviluppo della trama fa intuire che lo scopo dell'autore era proprio parlare dell'umanità, più che del sovrannaturale.Shutendoji, al contrario, è una parata di citazioni folcloristiche giapponesi, argomento con cui l’autore si trova decisamente più a suo agio. E si vede. È questo, a mio parere, il principale motivo di interesse di questo fumetto, aldilà del suo valore intrinseco; pur essendo in un certo senso speculare e complementare a “Devilman”, offre una panoramica su alcuni dei più interessanti racconti mitologici giapponesi, e questo è uno stimolo non indifferente per ogni appassionato. Cosa ancora più interessante, Go Nagai ha mischiato la leggenda alle proprie personali invenzioni in intrecci che talvolta è difficile dipanare.
Ovumne prius exiterit an gallina? - “Shutendoji” è il nome di uno degli oni più famosi della tradizione. Gli oni vennero citati per la prima volta nel testo “Cronaca di Izumo” come dei mostri cannibali con un solo occhio. Tuttavia, nell'antichità erano considerati delle vere e proprie divinità, anche se si tendeva ad associarli agli elementi e alle calamità naturali e, di conseguenza, ad attribuirgli un carattere impetuoso e irascibile, e un aspetto animalesco ai limiti del mostruoso. Fu solo con l'avvento del Buddismo che gli oni persero il proprio status di divinità per divenire qualcosa di simile ai demoni occidentali. Si pensi a Gozu (Gozu Rasetsu 牛頭羅刹, in cinese 牛头) e Mezu (Mezu Rasetsu 馬頭羅刹, in cinese 马头), i guardiani dell'Inferno buddista che le anime erranti incontrano per prime al loro arrivo negli Inferi, o che, a seconda delle versioni, scortano i neomorti negli Inferi: la mitologia classica li descrive, rispettivamente, come creature dalla testa di bue e di cavallo. Nel classico della letteratura cinese “Il viaggio in Occidente” (西游记 Xīyóu Jì), il monaco Sanzang (ispirato al personaggio storico Xuanzang) viene inviato dal Bodhisattva Guanyin in India per ottenere le copie di determinati testi buddisti molto importanti e non disponibili in Cina. È accompagnato nel suo viaggio da tre discepoli — il Re Scimmia Sun Wukong, il maiale Zhū Bājiè ed il demone fluviale Sha Wujing - i quali decidono di proteggerlo ed aiutarlo nell'impresa per ottenere il perdono dei peccati commessi. Il cavallo del protagonista è invece, in realtà, un principe drago, figlio del Re Drago del Mare del Sud. Insieme, essi combattono i mostri ed i demoni che incontrano lungo il cammino, compreso il Bai Gu Jing, che uccide intere famiglie. Ad un certo punto “Testa-di-Bue” e “Testa-di-Cavallo” vengono inviati in missione per catturare il Re Scimmia, ma questi li mette in fuga, e poi riesce a irrompere negli Inferi dove cancella il suo nome e quello dei suoi compagni dal registro delle anime, garantendo così a loro e a se stesso l’immortalità…CONTINUA
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