(The kid di Charlie Chaplin, 1921)
Il primo lungometraggio di Charlie Chaplin qui regista, attore, scrittore, sceneggiatore, produttore, montatore e compositore (un pigro), è più un film tenero e sentimentale che non la commedia piena di gag che ci si potrebbe aspettare da Charlot. Certo, in un bellissimo bianco e nero d'epoca, le gag e le scenette slapstick non mancano, ma non è certo la sola risata a crepapelle che un regista intelligente come Chaplin cerca per la sua opera. Durante i cinquanta minuti, tutti muti, di durata del film si pone l'attenzione sulla vita di stenti che le classi sociali più sfortunate sono costrette ad affrontare, sui luoghi della miseria, sui pochi oggetti della fame e sugli espedienti per contrastarla. Si racconta come una madre (Edna Purviance) sia costretta ad abbandonare suo figlio (Jackie Coogan) nella speranza di poter sognare per lui una vita migliore.
Con pochi intermezzi di dialogo Chaplin costruisce un film che non ha bisogno di parole poggiando su sentimenti universali e contando su una messa in scena ineccepibile, che mostra storture e slanci d'animo sempre con un occhio di riguardo per gli ultimi. Interessanti anche le sequenze acrobatiche che, viste nel 1921, sicuramente non avranno mancato di suscitare un certo stupore. Bellissima inoltre la sintonia venutasi a creare tra l'attore adulto e il bambino, quel Jackie Coogan che da grande diverrà lo Zio Fester della celebre famiglia Addams.
Come dicevamo una donna abbandona suo figlio appena nato, lo lascia in un'auto di lusso nella speranza che i proprietari si prendano cura del piccolo trovatello. Ma l'auto viene rubata e il fanciullo scaricato in un quartiere miserrimo su di un marciapiede sporco. Lo troverà Charlot (Charlie Chaplin), un pover'uomo che lo crescerà con l'amore di un vero padre. Nel frattempo la madre del bimbo diventa una donna ricca e famosa e vorrebbe ritrovare suo figlio.
Il monello è stata una bella variazione sul tema serata in famiglia, apprezzato anche da Laura nonostante l'assenza del sonoro e i cartelli dei dialoghi in inglese (che noi ovviamente le traducevamo). I temi sono alla portata anche dei più piccoli, il film potrebbe sembrare tanto semplice ma non dimentichiamo che si tratta di un'opera datata 1921 e in fondo amore, sofferenza e miseria non dovrebbero essere concetti così difficili da afferrare. Stupisce quanto ancor oggi il film sia bello da vedere, nelle immagini e nei sentimenti, accompagnato dall'inizio alla fine da un sottofondo musicale mai troppo invadente. Attratta inizialmente dal protagonista che già conosceva grazie al cartone animato Chaplin, per la nostra bimba potrebbe essersi aperta un'altra strada cinematografica da battere, in alternativa a animazione e film per ragazzi.