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Il mostro del giardino (di scuola)

Da Desian
Ci sono mostri terribili, spaventose creature, orchi orripilanti che infestano i nostri tempi. Sembra un bestiario medievale, eppure alcuni sono assolutamente moderni, ipermoderni addirittura. Altri sono talmente inafferrabili che sembrano non esistere neppure.
Poi.
Poi ci sono le foglie che cadono dagli alberi, d'autunno.
No, non sto scherzando perché l'altra sera, durante la riunione d'interclasse, alla scuola dei pargoli, è finalmente apparsa questa nuova creatura. Che sinceramente non avevo calcolato.
Le foglie morte.
Pare che qualche insegnante abbia segnalato il pericolo derivante da questo vero e proprio tappeto rosso e giallo che infesta, in autunno, il cortile di scuola mettendo a repentaglio l'incolumità dei pargoli. Ci scivolano sopra, così cadono, possono farsi male. Ohmmadonna.
Allora qualcuno ha ben pensato a una final solution: dotare il medesimo giardino di una bella tensostruttura che sorregga delle... beh non so come dirlo. Cioè mi vien da ridere. Ok, ce la faccio: mettiamoci delle vele.
(Ho fatto di tutto per non ridere, quando ho sentito la proposta. Non sono certo di esserci riuscito, secondo me un ghigno sotto i baffi deve essermi partito).
Ecco, mettiamoci un bel telone che stronchi le foglie morte sul nascere (!), che impedisca loro di raggiungere il suolo. Basta, ma come si permettono.
Allora ho pensato ad una controproposta ancora più radicale e definitiva. Ma certo!: basta incollare le foglie ai rami.
Si prende un volontario, lo si fa arrampicare sull'albero e, un momento esatto prima che la foglia (fedifraga...) si stacchi, un bel baffo di colla et voilà. Il gioco è fatto, la foglia resta attaccata (anche se contro la sua stessa volontà di natura) e il cortile resta intonso. Nessuno scivola, non si romperanno l'osso del collo inciampando su quella poltiglia.
Ah, naturalmente non abbiamo supplenti, le pulizie sono fatte come si può, c'è un solo custode (uno solo per tutta la scuola. Cinque piani) per ogni turno orario, il materiale didattico e di consumo è fornito grazie al buon cuore dei genitori.
Ma noi mettiamo le vele.
Noi.
Ma quanto siamo fighi? Eh?

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