Una mandibola e parte dello scheletro di un animale. Potrebbero essere questi resti a far chiarezza sul mostro acquatico che vivrebbe nel remoto Lago Labynkyr, nell’estremo nord della Russia. Dopo secoli di avvistamenti e di racconti agghiaccianti, ora un team di studiosi crede di aver trovato le prove che la leggendaria creatura esiste davvero.
UNA RARA FOTO NELLA QUALE SI VEDREBBE IL "DIAVOLO DEL LAGO"
Per la gente del posto è “il Diavolo del lago”. Se ne parla almeno dal 1800, ben prima che si diffondesse in tutto il mondo la fama di Nessie, il mitico abitatore del Lago di Lochness, in Scozia. Eppure la descrizione del mostro russo è simile: di colore grigio scuro, è lungo dai 7 ai 10 metri, ha una bocca enorme irta di denti aguzzi ( sembra a forma di becco), una specie di corno osseo sulla testa e secondo alcune fonti anche un lungo collo. Ed è molto aggressivo: quando attacca- sia persone che animali- emette uno spaventoso urlo…
“Nel corso degli anni è stata avanzata ogni sorta di ipotesi per spiegare di cosa si potesse trattare: dal luccio gigante ad un grosso rettile oppure un anfibio. Noi non siamo riusciti a dimostrare o smentire queste versioni, ma siamo riusciti a trovare i resti di un animale”, dice Dimitri Shiller, il geologo alla guida del team di ricercatori della Società Geografica russa che ha compiuto la scoperta.
Alla missione hanno preso parte anche sommozzatori del Ministero della Protezione Civile, le troupe del Sakha National Broadcasting Co. e studiosi dell’Università statale di Yakutsk. Insomma, una spedizione ufficiale e ben organizzata. Obiettivo dichiarato: esplorare i fondali per raccogliere campioni di acqua, piante ed animali nel lago più freddo del mondo. Primo risultato raggiunto: il team è entrato di diritto, immergendosi in quelle acque, nel Guiness dei Primati. Ma già che c’erano, i sub hanno anche dato un’occhiata per cercare tracce del “Diavolo” che in quei fondali si nasconderebbe.
E proprio là sotto- riporta il quotidiano “La voce della Russia”- utilizzando uno scanner subacqueo l’equipe avrebbe trovato una grande mandibola e uno scheletro appartenuti ad un animale di notevoli proporzioni. Ma per ora dobbiamo credere loro sulla parola: infatti non hanno portato in superficie alcuna prova della loro pretesa scoperta. Elemento, questo, che ha dato buone motivazioni per dubitare a tutti coloro che non credono all’esistenza di un mostro lacustre.
IL TEAM DELLA SOCIETÀ GEOGRAFICA RUSSA